di Tino Mantarro
Marco Ponti è docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano.
Possono le ferrovie essere utili allo sviluppo turistico?
Bisogna essere crudi: il treno non va tanto bene per i bisogni dei turisti. Non è abbastanza flessibile, non porta i turisti con il loro carico di bagagli direttamente a destinazione. Meglio autobus, o macchina.
Ma i turisti non potrebbero ravvivare linee asfittiche?
Il turismo non è abbastanza utile al treno perché non assicura i carichi necessari per garantire la giusta economicità del trasporto. Il problema non sta nell’offerta, ma nella domanda, che latita.
E modulare l’offerta?
La ferrovia è un’infrastruttura estremamente rigida ed è difficile modularla in base ai picchi di domanda. Mettiamo che mi adoperi per soddisfarla; che cosa faccio durante il resto dell’anno con quei vagoni e quei lavoratori che rimangono fermi: genero ulteriori deficit?
Non avrebbe senso allora investire in piccole ferrovie, come in Trentino-Alto adige?
Il senso economico di queste operazioni è pari allo zero. Funzionano finché ci sono tanti soldi pubblici da spendere come nelle Regioni a statuto speciale, altrimenti non si tengono in piedi. Il costo dell’infrastruttura è alto.
Però la ferrovia è preferibile perché ecologica?
Un treno è pieno è il più verde dei mezzi e decongestiona il traffico, per cui viva il treno nelle zone suburbane. Se è vuoto, nonostante gli alti sussidi attuali, bisogna fare i conti con le necessità di altri servizi sociali. Il turismo come tipo di domanda non supplisce alle necessità di efficienza dei treni.