ESCLUSIVA WEB - On the road Alghero-Bosa

Si sono rinnovate, le Guide Verdi del Touring, seguendo l’evoluzione dei gusti, dei consumi e del modo di viaggiare. Fra i contenuti troverete approfondimenti e consigli d’autore su musica, cinema e vita quotidiana, focus su piatti, festival e sapori locali, proposte di turismo all’aria aperta, naturalistico e sportivo. Vi proponiamo un estratto dalla Nuova Guida Verde Sardegna, con un approfondimento legato all'Algherese, da scaricare (con contenuti aggiuntivi) anche in pdf.

 

Poco meno di 45 km di strada litoranea, ma molto più di un semplice trasferimento. Protagonista di spot pubblicitari automobilistici d’effetto, di quelli che vi fanno credere di guidare una spider lungo un on the road californiano e sognare di avere Jack Kerouac sul sedile di fianco. Invece non è il Big Sur, la magnifica regione della California centrale che dà ambientazione e titolo al celebre romanzo (1962) dello scrittore statunitense. È la strada provinciale 105, che a metà strada tra Alghero a Bosa diventa 49: un nastro grigio sospeso tra mare e montagna, teatro di irresistibili panorami soprattutto al tramonto. Non è detto che la si debba percorrere al volante di quattro ruote. Due sono più che sufficienti, anzi sono meglio. Il consiglio, sia ai rombanti Easy Riders in piega ‘panoramica’ sia ai silenziosi Ginobartali con le narici inebriate di cisto e lentisco, è di farla in direzione nord-sud, per tenere il mare a destra.

Si lascia Alghero dopo aver sorpassato le spiagge di Las Tronas, che prendono il nome da due scogli cilindrici a forma di trono: sulla scogliera che divide le due lingue di sabbia s’innalza il palazzo liberty che ora ospita un lussuoso hotel. Appena fuori dall’abitato, la prima spiaggia che si incontra è Calabona, rocce di calcare rosato che diventano comode piattaforme per i bagnanti. È un posto molto amato dai subacquei, che s’immergono in un mare dai fondali colorati di vegetazione e ricchi di pesci. Sub e snorkeller si danno appuntamento anche all’appartato Canal dell’Omo Molt (‘canale dell’uomo morto’ in catalano): nonostante il nome poco augurale, la caletta è una piccola piscina naturale tra gli scogli, dai colori cangianti che trapassano dal verde smeraldo al blu cobalto. La strada si stacca dalla costa e attraversa un pianoro punteggiato di oliveti: non fatevi illudere dalle deviazioni sulla destra. Raggiungere Cala Burantinu, una delle più belle di questo tratto di costa, è diventato impossibile da quando alcuni residenti hanno interdetto il passaggio pubblico lungo lo sterrato che porta al mare. L’unico modo per raggiungere quell’angolo di isolato paradiso resta la barca o, per i trekker più irriducibili, il sentiero in costa che parte dal Canal dell’Omo Molt. Ma vi potere rifare più comodamente alla spiaggia della Speranza, ampio semicerchio dalla sabbia rosso-azzurrina, in località Poglina. C’è anche un invitante ristorante a pochi metri dall’acqua.

Siamo ormai entrati nel territorio comunale di Villanova Monteleone: la costa si fa alta scogliera con piazzole panoramiche dove accostare per gettare lo sguardo sullo spettacolare tratto di litorale tra Porto Tangone e capo Marrargiu, dichiarato Sito di importanza comunitaria (SIC). Per i ciclisti, giusto a metà strada c’è una zampillante fontanella. Alzando la testa vi capiterà di veder planare, altissimi, i grifoni che nidificano proprio tra le scogliere di capo Marrargiu – un’altra cospicua colonia si trova a capo Caccia – e fanno la spola dal mare all’altopiano di Campeda, nell’entroterra, dove grazie alla presenza di bestiame brado è più facile trovare cibo. Il grifone, anzi l’entolzu, come si dice in lingua sarda, è ormai un’attrazione turistica: lungo le pendici di capo Marrargiu, un sentiero conduce in posti di avvistamento dei rapaci: l’osservazione del grifone è diventato un tema di offerta per molte agenzie locali.

Avvicinandosi a Bosa, il mare e le calette di acqua verde-azzurra tornano a essere protagoniste. Gli scogli piatti della cala di Torre Argentina, contrassegnata da una torre cinquecentesca, sono la meta ideale dei camperisti; l’area di Tentizzos (‘tentacoli’) tiene fede al suo nome: spiaggette sabbiose e di ciottoli, anfratti e piccole insenature, scogliere e piscine naturali dall’acqua color smeraldo. Dalla provinciale, in 15 minuti a piedi nella macchia si raggiunge Cala Cumpoltittu (nella foto) dalla fine sabbia bianca incastonata tra le pareti di roccia, mentre, ormai in prossimità della meta, sono le tre belle cale di S’Abbe Drucche (‘acque dolci’). L’arrivo a Bosa, risalendo l’estuario del Temo, è il perfetto coronamento di questo eccezionale itinerario cromatico: al verde della macchia e al blu del mare fa da controcanto la policromia quasi da quadro naïf delle casette verticali abbarbicate tra il fiume e la collina del castello dei Malaspina.

SCARICA IL PDF dalla Nuova Guida Verde Sardegna - Algherese

Per comprare la Nuova Guida Verde Sardegna (240 pagine + 72 di informazioni pratiche), visita www.touringclubstore.com