di Clelia Arduini
Pierluigi Sacco, docente di economia della cultura allo Iulm di Milano.
Beni culturali in crisi, quale strada per uscirne?
In Italia facciamo fatica a comprendere il ruolo economico e sociale della cultura e per questo gli dedichiamo una percentuale del Pil modesta.
Allora largo ai privati?
Un’invocazione paradossale: da un lato perché per quanto elevato possa essere questo intervento è impensabile che possano assicurare con continuità le risorse necessarie; dall’altro perché è attraverso una spesa pubblica in cultura adeguata ed efficace che si possono incoraggiare i privati a fornire risorse.
Quanto costa mantenere il sistema museale italiano?
Al momento non lo sappiamo, è già un miracolo se lo Stato sa davvero cosa c’è nei suoi musei.
Lla metà degli italiani nel 2012 non È stata in nessun museo, che fare?
La priorità è aumentare il livello di partecipazione degli italiani alle esperienze culturali, paganti o meno. Il fatto che si paghi è importante non tanto per le entrate che si producono, quanto perché stabilisce simbolicamente che la cultura ha un valore e che vale la pena di pagare per essa.
Niente cultura gratis?
Se proprio si deve pensare a esenzioni totali sarebbe meglio indirizzarle verso i giovani.
Gestioni estere da imitare?
Non credo che sia un problema di modelli: se si disponesse di risorse appropriate, anche in Italia sarebbe più facile proporre esempi positivi.