Alla larga dal Parco

L'isola di Gorgona è all'interno di un'area marina protetta di valore unico. Ma è (quasi) inaccessibile

L’isola è chiusa. Non ci sono navi di linea che effettuino il trasporto. Il martedì, giorno di colloquio, i parenti dei detenuti possono usufruire della motonave diretta all’isola di Capraia, che si ferma davanti a Gorgona e con la navetta della polizia penitenziaria effettuare il trasbordo per raggiungere il piccolo porto. La traversata è di 3 o 5 ore con la fermata a Gorgona.
Una vedetta della polizia penitenziaria fa anche da navetta per e da Livorno due o tre volte al giorno (tempo permettendo), ma il servizio è riservato ai dipendenti dell’amministrazione penitenziaria e alle persone autorizzate. Sull’isola le strade, tranne quella che collega il porto con il paese e gli uffici della direzione, sono quasi tutte sterrate e percorribili solo con i fuoristrada.

Il Parco
Gorgona è situata davanti alle Secche della Meloria. L’isola, insieme con altre sei, rientra nel parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, il più grande parco marino d’Europa, istituito nel 1996. L’area protetta rientra nel Santuario dei cetacei e vanta una zona dove sono vietate la pesca, la navigazione, la sosta e l'immersione e una seconda dove sono regolamentate dalla direzione del penitenziario stesso.
Di carattere roccioso, l’isola di Gorgona raggiunge i 255 metri di altitudine. Abitata da conigli selvatici, gabbiani, rondini di mare e uccelli di passaggio, è coperta per il 90% da boschi e macchia mediterranea, con oltre 400 specie floristiche.
Abitata dai Romani e in seguito da Benedettini e Cistercensi, nel 1283 l’isola passò a Pisa e nel 1406 ai Medici. La prima colonia agricola penale fu creata dal Granduca Leopoldo di Toscana nel 1777.