1919. L'escursione Tci sui luoghi della guerra

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Cinquecento chilometri percorsi in sei giorni. In treno, piroscafo, su autocarri. Dalle pagine della rivista mensile il primo tour nazionale organizzato dal Touring nella Venezia tridentina del 14-19 luglio 1919

«Sotto la tettoia della stazione est il movimento si faceva più intenso e nei primi, timidi chiarori dell’alba si profilavano gruppi dai contorni strani, quasi fantastici... Poi la luce crebbe, le ombre assunsero aspetti umani, ed il brusio divenne un parlare sonoro ed allegro; un intrecciarsi di domande e risposte; uno scambiarsi di saluti. Quella espansività caratteristica che si rivela ogni qualvolta una massa di uomini si trova incamminata per lo stesso cammino, se per una meta lieta o triste non importa, non tardò ad impadronirsi degli escursionisti che il Touring Club aveva convocati in quella mattina del 14 luglio per iniziare quella che doveva riuscire la più grande manifestazione turistica italiana. La più grande per numero di partecipanti, per l'ampiezza del viaggio, per le finalità. Agli scopi consueti di istruzione e di educazione dello spirito al contatto delle inesauribili bellezze naturali altri se ne aggiungevano, di amoroso pellegrinaggio in terre e tra popolazioni di recente liberate, di pensoso omaggio a tutti i grandi e piccoli, diretti ed indiretti fattori della guerra e della vittoria.

Alle 6 la carovana aveva preso posto e il treno partiva mentre dai finestrini si incrociavano i saluti; sul marciapiede era qualcuno venuto a salutare parenti od amici. Cinquecento chilometri, oltre quelli che compiremo in treno, in sei giorni, a bordo di autocarri! Ecco Desenzano scintillante nel limpido sole mattutino. Sembra una perla d’oro nel punto di giuntura dei due padiglioni sollevati di una fantastica conchiglia azzurra: l’azzurro intenso e piano del Benaco e quello più evanescente e a volta del cielo. Tra le due tonalità, gettate come una ghirlanda di verde e di frescura da quella grande armonizzatrice di tinte che è la natura, le colline delle sponde bresciana e veronese, cosparse di meravigliose bellezze e di grandiose orme storiche di nostra gente... Ecco la verde Sirmio ove Catullo trasse ispirazione per quella poesia nostalgica e sensitiva che portò un elemento nuovo nell’arte romana, dominata dal senso della forza o dalla fredda lucidità classica. Di fronte, Garda col suo caratteristico aspetto medievale, la Rocca, l’eremo dei Camaldolesi e il promontorio di S. Vigilio, colle vestige venete, che si protende sulle acque. Alle nostre spalle, in fondo, Peschiera coi ricordi e i fasti recenti. A sinistra l’isola di Garda testimone di ieratici francescani soggiorni; più a nord, sotto il dosso del Baldo, Malcesine col castello che rievoca lo splendore e la grandezza degli Scaligeri... I due piroscafi che trasportano gli escursionisti sembrano ora due grandi piramidi umane naviganti in apoteosi sotto lo sventolìo multicolore dei gran pavesi..

A Riva ci attendono oltre cento autocarri che ci hanno preceduto da Verona, ove ha sede il primo autoparco, messi a disposizione dal comando della prima armata. La imponente colonna, tutta in pieno assetto, dovrà condurci per cinquecento chilometri attraverso passi altissimi e difficili... Mentre una parte della carovana procedeva la sera stessa del 14 per Trento, il resto lasciava Riva il giorno dopo, raggiungendo la valle dell’Adige per la strada di Loppio, dopo aver dato un saluto alla bella Arco, patria di Segantini... Camminiamo in piena zona devastata. Loppio dei conti Castelbarco è un ammasso di rovine; Mori non ha più case abitabili tra i settecento e più edifici che lo componevano. La metà sono rasi al suolo; gli altri sono inservibili. La popolazione tornata dopo quattro anni di internamento vive nelle baracche in attesa che la ricostruzione sia compiuta. Marco, sulla sinistra dell’Adige, che si raggiunge attraverso un ponte di chiatte, non ha più letteralmente una casa in piedi. Anche la campagna intorno, tutta sconvolta dai crateri formati dallo scoppio delle granate, non ha quasi più segni di vegetazione. E la visione di queste rovine ci accompagna fino a Rovereto pure gravemente danneggiata e messa a sacco...

La mèta di questa seconda giornata è Bolzano, e nel pomeriggio da piazza Venezia, ove sono allineati i cento autocarri, l’imponente carovana si snoda di nuovo lungo la valle dell’Adige... Nel suo insieme Bolzano è quanto di meglio possa offrire un soggiorno incantevole. Tutta linda e lucida, sembra fabbricata ieri... Sul nostro passaggio svegliamo nei paesetti ancora assopiti lo sciame allegro dei nostri soldati che salutano questo interminabile convoglio con evviva. Arriviamo a Merano che il sole è già alto; all’ingresso della cittadina un grande arco verde porta una dicitura bilingue di saluto. Una folla di soldati e di ufficiali ci attende con la fanfara. Numerosa assiste pure la popolazione colle sue rappresentanze e i bimbi delle scuole. Il cordiale saluto ai turisti è ricambiato dagli autocarri con lo sventolio dei fazzoletti e coll’agitar dei cappelli...

Venerdi, partenza per Misurina e Cortina. La escursione accelera il suo ritmo. Entriamo in quel paesaggio incantato che non ha confronti. Non si può pensare alle Dolomiti senza rievocare un mondo di sensazioni delle più profonde. Siamo fuori dell’umano; ci accostiamo al divino, all’inafferrabile, all’indefinibile. Col sole già alto lasciamo Toblaco e risaliamo verso la valle d’Ampezzo lungo la Rienza... L’escursione ha un crescendo che stordisce. Non si ha quasi più la sensazione della realtà. Abbiamo passato quattro giorni in una incalzante successione di emozioni che hanno dello straordinario... La visione della guerra ci accompagna per oltre la metà del percorso, attraverso il passo di Falzarego fino a quello del Pordoi. Le strade sono tutte riattivate, i ponti ricostruiti, ma il terreno sembra ancora quello dell’indomani della battaglia: chilometri e chilometri di reticolati, di trinceramenti, di camminamenti, materiale abbandonato di ogni genere, baracche abbattute e bruciate, villaggi interamente distrutti. L’alta valle del Cordevole è una sola rovina...

Alla sera la capitale del Trentino ha coronato la nostra escursione con una festa alla quale ha preso parte tutta la città. In piazza Dante trasformata in una fantasia di colori, è stato tenuto un concerto, mentre nel vicino grande albergo Trento il Comando della 1a armata offriva un sontuoso ricevimento agli escursionisti... il Direttore Generale, gr. uff. L. V. Bertarelli ... chiuse le sue parole svolgendo e leggendo un messaggio che uno dei nostri aeroplani aveva lasciato cadere, ravvolto in una fascia tricolore, sui gitanti radunati intorno al Lago di Prags: bellissimo messaggio in cui era consacrata la fratellanza dell’Esercito col Touring nell’amore alle nuove regioni italiane.»

Fotografie di: Archivio Tci
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