di Luca Bonora | Fotografie di: Studio Impagina
Un parco nazionale e un villaggio turistico, quello del Tci, alleati nella tutela dell’ambiente: succede, ad esempio, sull’arcipelago della Maddalena. Ma non solo... (nel video, la presentazione di Luca Bonora, autore del reportage)
Vogliamo sorprendervi. E magari, scalfire un po’ di certezze. Prima: un ente come un parco nazionale è qualcosa di conservativo, al limite dello statico. Falso.«I parchi devono essere comunicativi e dinamici. Dalla loro hanno un grande vantaggio: hanno imparato a lavorare con pochissimi soldi già da tempo. In un parco non c’è nulla di ordinario, se qualcuno telefona per dire che c’è un delfino in difficoltà non possiamo pensare di avere un orario di lavoro. Se ti occupi del parco lo fai 24 ore su 24.» Passione, entusiasmo e concretezza: è un bel mix quello che ci arriva dalle parole di Giuseppe Bonanno, dal 2007 presidente del Parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena, nel Nordest della Sardegna. Istituito nel 1994, il parco comprende in toto l’arcipelago: l’area marina (circa 15mila ettari) e quella terrestre (5mila ettari), un fronte di 180 chilometri di coste. Le isole principali sono appunto La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli, Spargi e Budelli.
Già, Budelli. L’isola è stata al centro delle cronache all’inizio dell’anno, quando lo Stato italiano ha deciso...
Già, Budelli. L’isola è stata al centro delle cronache all’inizio dell’anno, quando lo Stato italiano ha deciso di riacquistarla per quasi tre milioni di euro per evitare che restasse privata passando da una multinazionale svizzera all’imprenditore neozelandese Michael Harte. Harte aveva assicurato di voler tutelare l’ecosistema dell’isola istituendo un osservatorio della vita marina, ma è prevalso il principio, sostenuto con forza dal parco e condiviso anche dal Tci, che l’intero parco fosse di proprietà pubblica.
Spiega Bonanno: «Noi non vogliamo arrenderci all’idea che lo Stato fatica a gestire i suoi beni, e quindi debba rinunciarvi. Noi dobbiamo batterci perché lo Stato migliori, valorizzi i propri beni e li difenda. Ben venga la collaborazione dei privati: ma lo Stato non può essere attore fra gli attori, deve essere regista. Questa a mio avviso è la strada da percorrere.» Fra ricorsi e appelli, la vicenda Budelli non si è ancora definitivamente conclusa. Del resto, comprendiamo l’infatuazione di Harte per l’isola e per questo tratto di mare, fra i più belli e puliti della Sardegna.
Non è la prima volta che un magnate cerca di acquistare un angolo di paradiso: accadde già alcuni anni fa con l’isola di Santo Stefano, sullo stesso arcipelago.
E prima ancora, nel 1856, fu un certo Giuseppe Garibaldi a comprare metà dell’isola di Caprera, dove avrebbe poi vissuto per oltre vent’anni, fino alla morte, e dove è sepolto. A Caprera sono rimasti la sua abitazione, la celebre Casa bianca, le sue barche e i suoi oggetti, diventati cimeli di un museo storico fra i più importanti d’Italia, il Compendio Garibaldino. E qui siamo alla seconda certezza scardinata: nei parchi naturali c’è poco da vedere per chi è appassionato di storia. Nella tenuta, Garibaldi piantò alberi e cominciò a fare la vita del contadino, coltivando i campi e allevando animali. «Si era iscritto all’anagrafe locale come agricoltore», rivela Bonanno «ed è straordinario come nei quaderni che ha lasciato possiamo leggere appunti sui lavori nell’orto accanto a principi politici e idee filosofiche sull’Unità d’Italia. Noi stiamo lavorando per recuperare gli orti di Garibaldi. Questo territorio deve ritrovare la sua vocazione agricola. Non c’è solo il mare, qui.»
Terza sorpresa: siamo in Sardegna, su un gruppo di isole, e ci invitano a scoprire l’entroterra. Giustamente. L’arcipelago ha scorci fantastici, cale meravigliose, acque splendide. Uno degli spettacoli più frequenti è quello dei marangoni dal ciuffo, uccelli qui molto diffusi, che si tuffano in cerca di pesci. E ci sono una trentina di delfini stanziali, avvistabili con facilità soprattutto in autunno. Ma c’è anche una rete di sentieri, venti chilometri solo a Caprera, recuperati e resi fruibili ai visitatori. «Vivete il nostro territorio in maniera completa. Siate curiosi!» è l’invito del presidente del parco.
Noi del Tci abbiamo una fortuna: eravamo alla Maddalena prima che nascesse il parco e ne conosciamo e apprezziamo le bellezze naturali da quasi cinquant’anni. Il Villaggio Touring di Punta Cannone risale infatti agli anni Sessanta, ed è una delle rare strutture turistiche sull’isola, oltre che quella in assoluto che più rispetta e condivide regole e principi del parco. I bungalow hanno un impatto anche visivo minimo, nascosti come sono da oltre cinque ettari di macchia mediterranea. «È il luogo ideale per praticare vela e windsurf, e per chi ama lo snorkeling» racconta il direttore dei Villaggi Tci Agostino Moretti, «ma è anche un luogo di relax garantito dagli ampi spazi e dall’assenza di folla. A villaggio completo, abbiamo meno di 200 ospiti. Rispettare il parco significa anche rispettarne tempi e silenzi.»
Aperto dal 9 giugno al 22 settembre, il Villaggio propone ai suoi ospiti escursioni in barca su tutto l’arcipelago, fino alle bocche di Bonifacio, e naturalmente al museo di Garibaldi. Inoltre, gratuitamente, gli istruttori del vicino Centro Velico Caprera danno lezioni a chiunque voglia provare l’emozione di farsi condurre dal vento, e un biologo naturalista accompagna gli ospiti in escursioni alla scoperta di flora e fauna locali.
«Lo scorso anno,» aggiunge Moretti, «abbiamo avviato una serie di iniziative assieme al parco. In più occasioni, i nostri ospiti hanno contribuito attivamente e con entusiasmo alla tutela del territorio, pulendo le spiagge assieme ai guardaparco. È stata un’iniziativa che ha riscosso molto successo e la riproporremo anche questa estate.» E come già lo scorso anno, ci sarà modo di degustare alcuni prodotti del territorio, come vino e olio. «Fanno un ottimo olio, qui,» aggiunge Bonanno. «A Caprera c’è un oliveto bellissimo, non lo sapevate?». No, alla fine ci sono state sorprese anche per noi.