di Elena Del Savio | Fotografie di: Peter Eve
Il Northern Territory è tutto un altro continente rispetto al classico stereotipo di un Paese desertico: praterie verdi, fiumi sinuosi, acquitrini, coccodrilli voraci. In questo grande parco nazionale primordiale si trovano le testimonianze millenarie delle civiltà aborigene: le pitture, i miti, le leggende, i luoghi sacri...
l litorale oceanico di Darwin è uno spettacolo. Con le spiagge bianche orlate di palme e i prati e i giardini che arrivano sino al limite dell’arenile, sarebbero l’ideale per il turismo balneare. Peccato che le acque limpide e turchesi siano infestate dai coccodrilli, quelli cattivi, i cosiddetti saltie (da saltwater crocodile), bestioni d’acqua salata chiamati anche estuarini e lunghi fin più di sei metri. Ma la capitale del Northern Territory, in Australia, ha trovato rimedio: riparando, con barriere multiple di reti d’acciaio, le sue spiagge più centrali e disseminando le altre di cartelli di divieto scoraggianti; e ricreando l’effetto mare con la Wave Lagoon, una grande piscina a onde proprio di fronte all’oceano. Ma questa piccola pecca nulla toglie alla piacevolezza della città, che nel nome, come in quello del vicino golfo di Beagle, ricorda l’avventura del grande naturalista britannico, che fece tappa in Australia pochi decenni prima della fondazione della capitale da parte degli inglesi nel 1869. Verde, ariosa, con ancora molte tracce del periodo coloniale, nonostante il violento bombardamento che subì, nel 1942, da parte dei giapponesi poco dopo l’attacco a Pearl Harbor (e da parte della stessa squadra aerea che aveva colpito la base americana), Darwin è la più vicina porta d’accesso al Top End, l’“estremità superiore” del Northern Territory. Sebbene probabilmente il “Top” di cui si parla possa avere ben più di una semplice connotazione geografica.
Questa zona di grandi praterie solcate da fiumi sinuosi, vastissime savane, foreste pluviali, terreni acquitrinosi da cui emergono affioramenti rocciosi – praticamente i tropici del continente, diametralmente opposta al cuore infuocato e deserto del Red Center, la parte meridionale del Northern Territory, con Alice Springs e la roccia sacra di Uluru (Ayers Rock) – si può considerare l’apice dell’esperienza australiana, l’approccio ideale alle infinite varietà naturali che offre questo immenso Paese.
Qui domina l’acqua, nel vero senso della parola: per sei mesi l’anno, durante la stagione umida, le piogge monsoniche gonfiano i fiumi che esondano, trasformando il territorio in una grande pianura alluvionale: poi, durante la stagione asciutta da maggio a ottobre, le acque si ritirano, la terra riemerge verde di nuove piante e la regione cambia completamente faccia, come rinnovata. Ma alla bellezza potente della vegetazione e alla varietà della fauna selvatica che la abita, protetta da numerosi parchi nazionali, si affianca una grande ricchezza di testimonianze storiche della civiltà aborigena, che per migliaia di anni ha lasciato sulle pareti delle grotte naturali fantastiche pitture che raccontano la storia, ma soprattutto i miti e le leggende, delle popolazioni indigene dell’Australia: luoghi sacri dove ancora oggi è necessario un permesso per accedere.
Arnhem Land è uno di questi. E da qui iniziamo la visita, accompagnati da Bridget Thomson, giovane e bionda guida del Davidson’s Safari Lodge che, in pantaloncini kaki, cappello australiano di pelle di canguro e clogs ci svelerà i segreti della savana. Bridget guida disinvolta una monumentale e vetusta Land Cruiser lungo le piste che intersecano la vastità selvaggia di Arnhem Land.
Il fuoristrada è un vero cimelio: tachimetro e indicatore del livello di carburante sono fuori uso da tempo, mentre al posto dell’inesistente parabrezza si incrociano elastici e resistenti fili di ragnatela che luccicano al sole. Sfiliamo attraverso l’erba alta, fra alberi di eucalipto e coni di termitai, prima di fermarci per proseguire a piedi. Il sole splende in un cielo blu intenso senza ombra di nuvole, ci sono 36 °C e l’umidità supera il 90 per cento mentre – zainetto in spalla con la scorta d’acqua e il repellente per le zanzare – ci apprestiamo a seguire Bridget addentrandoci nel bush. Lì apprenderemo le meraviglie di un territorio spettacolare e i segreti di una natura dove ogni foglia, ogni insetto, ogni radice può aiutare a sopravvivere, a nutrirsi e a curarsi; oppure, uccidere.
Arnhem land, a est di darwin, è ancora oggi di proprietà aborigena: e nella zona in cui ci troviamo, alla sua estremità occidentale affacciata sul golfo di Van Diemen, alla navigazione sul Cooper Creek e fra i billabong (anse secondarie che si formano lungo il corso dei fiumi) alla ricerca di anatre, aironi, pellicani, coccodrilli, della grande aquila di mare dal ventre bianco e del magnifico jabiru – un trampoliere simile alla cicogna, simbolo dello Stato – che spuntano fra le piante acquatiche, alterniamo le escursioni nella vegetazione fitta fino al monte Borradaile, o al complesso di catacombe Major Art, per ammirare le creature fantastiche dipinte in ocra e bianco che coprono le pareti di centinaia di caverne, luoghi di abitazione, di culto e di sepoltura per le popolazioni aborigene.
Anche Kakadu, con i suoi 19mila chilometri quadrati di superficie il più grande parco nazionale australiano, ci offre un simile spettacolare mix di interesse storico e naturalistico. Non per nulla, nella motivazione con cui l’Unesco lo ha inserito, più di 30 anni fa, nella lista del Patrimonio dell’umanità, oltre all’importanza archeologica ed etnologica della riserva, abitata ininterrottamente dalle popolazioni locali per oltre 40mila anni, si citano anche la ricchezza dei suoi ecosistemi e le numerose specie endemiche animali e vegetali che la abitano.
Raggiungiamo il Kakadu national park da Jabiru, circa 250 km a sud di Darwin, dove siamo arrivati con un piccolo aereo da turismo da Arnhem Land: è una cittadina graziosa, nata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare il personale delle vicine miniere di uranio. Per loro fu realizzata anche un’area ricreativa, con un laghetto; oggi lo specchio d’acqua è infestato dai coccodrilli, che non si limitano a frequentarne le sponde... come dimostrano le basse e robuste recinzioni d’acciaio che circondano i giardinetti delle case. Questi rettili nuotano anche nelle acque del grande billabong di Yellow Water, dove partecipiamo a una crociera all’alba per osservarne la fauna spettacolare, soprattutto alcune fra le 280 specie di uccelli che vivono nel parco e, naturalmente, i coccodrilli. Che però, pigri e diffidenti come sono, difficilmente si lasciano avvistare. Ci consoliamo contemplando la magnificenza di questo ambiente naturale arrampicandoci in cima alla roccia di Nourlangie, una specie di altopiano circolare dalle pareti precipiti sulla savana circostante che sorge al confine della scarpata di Arnhem Land: l’altura è costellata di caverne e ripari coperti di pitture, come anche la vicina Ubirr Rock, e la vista è veramente vertiginosa.
Infine, visitiamo un’altra famosa area protetta, il Nitmiluk National Park: sorge al confine meridionale del parco di Kakadu, nell’area di Katherine, una delle principali città del Northern Territory, non lontano dal centro minerario di Pine Creek che ai primi dell’Ottocento fu teatro di una vera caccia all’oro (e oggi è un museo all’aperto). Di proprietà della popolazione aborigena Jawoyn, che l’amministra insieme all’ente statale che gestisce i parchi e le aree naturali, Nitmiluk è famoso soprattutto per la spettacolare serie di 13 gole separate da rapide, le Katherine Gorge, scavate dal fiume omonimo per una lunghezza di 12 chilometri, fra pareti di roccia alte decine di metri.
Le Katherine Gorge si possono percorrere in canoa, in battello, compiendo alcuni tratti a piedi, o ancora sorvolare in elicottero. Nella stagione secca i pericolosi saltie vengono catturati, rimossi dalle acque del fiume e trasportati più a valle, presso la foce, per evitare che assaltino i turisti che pagaiano sulle acque del corso d’acqua. Ma non lasceremo il Northern Territory senza averli avvistati: a Darwin, nel Crocosaurus cove, un grande acquario e rettilario, ne incontreremo a decine, di tutte le dimensioni, e potremo anche provare il brivido di nutrirli, con brani di carne di cruda appesi a una sorta di canna da pesca. Qui, gli ospiti d’onore sono il vecchio Houdini (con molti tentativi di fuga alle spalle, nei suoi 80 anni di vita...) e la sua giovane compagna, la diciottenne Bess. Una bella coppia, molto popolare tra i turisti e il personale dell’acquario, che di recente è stata ribattezzata William e Kate.
Il Northern Territory è tutto un altro continente rispetto al classico stereotipo di un Paese desertico: praterie verdi, fiumi sinuosi, acquitrini, coccodrilli voraci.
In questo grande parco nazionale primordiale si trovano le testimonianze millenarie delle civiltà aborigene: le pitture, i miti, le leggende, i luoghi sacri...