di Luca Bonora | Fotografie di: Alessandro Belgiojoso
Le cascine agricole sono un patrimonio storico e culturale: riqualificate (complice il Tci) possono riportare i cittadini a contatto con la natura e l’agricoltura biologica. Partendo dal Borgo di Mustonate (Varese), sofisticato resort e centro ippico d’eccellenza, ecco alcuni esempi virtuosi. Da seguire e... da visitare
Una volta qui era tutta campagna. Oggi lo è ancora. Di nuovo. Una campagna viva e vitale, espressione più intensa e vera del territorio. Come era una volta. Magari con qualche piccola differenza di stile, ecco.
«Qui» è il Borgo di Mustonate, alle porte di Varese. Un complesso di cascine attive nel Settecento, poi abbandonate. Nel 2001 le acquista Francesco Aletti Montano, imprenditore e cavaliere della Repubblica italiana. Da bravo cavaliere, ha la passione per l’equitazione e in particolare per le esibizioni di stile ed eleganza, come il dressage e gli attacchi (ovvero addestrare i cavalli al traino di cocchi e carrozze). I lavori durano tre anni, poi, nel 2006, Aletti Montano rileva anche alcune serre adiacenti alla proprietà, e le trasforma in scuderie. Il sogno inizia a prendere forma. Nel 2008 il Borgo di Mustonate ha l’aspetto che ha oggi...
Nel 2008 il Borgo di Mustonate ha l’aspetto che ha oggi: un angolo di campagna inglese upper class a pochi minuti da Varese, con due ristoranti, una barricaia dove si degustano grappe, spazi foresteria, aree per banchetti e cerimonie, soprattutto un centro equestre che rappresenta l’eccellenza in Italia. «Siamo un centro d’allenamento multidisciplinare», racconta. «Facciamo il dressage, il galoppo, il completo (cioè dressage, ostacoli e cross), e gli attacchi. Ospitiamo cavalli che partecipano a gare internazionali, e spesso ospitiamo competizioni di livello.» Del resto l’area di Mustonate è il luogo ideale per praticare alcuni sport di nicchia outdoor: oltre all’equitazione, nel raggio di poche centinaia di metri è possibile praticare il volo a vela, il canottaggio e il golf. E aggiunge: «Stiamo lavorando per ampliare le foresterie in vista dell’Expo, e lavoriamo al progetto Orti condivisi, per riportare le famiglie a contatto con la natura. Ci tengo che i nostri ospiti vivano il borgo come un luogo accogliente in cui ci si sente a casa, non come un luogo esclusivo, d’élite.»
Il borgo di Mustonate è rinato, viva il borgo. Una rinascita che dimostra come si possa mantenere la vocazione del territorio, agreste, rurale, senza rinunciare a strutture anche ricettive di alto livello. La filosofia del cavalier Aletti Montano e del Borgo di Mustonate è la stessa dell’associazione 100 Cascine, nata nel maggio del 2011. «Siamo partiti da un presupposto fondamentale», spiega Giovanni Sala, agronomo ed esperto di paesaggio, già consigliere del comitato 100 Cascine, divenuto poi associazione. «Gli agricoltori lombardi rappresentano l’1,6 per cento della popolazione regionale, producono il 2 per cento del Pil e gestiscono il 75 per cento del territorio. Abbiamo il dovere di sostenerli nella loro attività, è interesse di tutti.»
Oggi infatti ci sono centinaia di edifici rurali abbandonati (circa l’80 per cento dei volumi, spiega Sala): rischiamo di perdere un patrimonio storico e culturale di grande valore. Per riqualificare servono fondamentalmente due cose: strumenti tecnici, il cosiddetto know how, e strumenti economici. L’associazione affianca i suoi iscritti su entrambi i fronti, mette in rete le esperienze comuni, crea progetti pilota, sviluppa corsi di aggiornamento, e supporta anche l’aspetto economico: grazie a un accordo con l’istituto bancario CariParma, sono stati snelliti tempi e procedure per i finanziamenti.
Con 118 affiliati, l’associazione ha superato la cifra tonda ideale delle origini, e anche i confini prima della provincia di Milano, poi della regione Lombardia. Giustamente, il concetto di cascina riaperta si può applicare su tutta Pianura padana e in generale laddove il territorio aveva una vocazione agricola oggi ridimensionata. Oltre 40 cascine sono aperte al pubblico (vedere box a lato). L’impegno dell’associazione è nel sostenere e valorizzare anche queste strutture, esempi virtuosi di riqualificazione degli spazi in luoghi dedicati all’ospitalità, alla scoperta del territorio e dell’alimentazione biologica, temi profondamente attuali.
Tra i promotori in prima fila dagli inizi c’è anche il Touring Club. Lo stesso presidente Tci Franco Iseppi è presidente del consiglio direttivo dell’associazione 100 Cascine. «Le cascine possono diventare un luogo di ospitalità distintiva», spiega Iseppi, «a diretto contatto con la ricchezza della natura e l’attrattività dei nostri paesaggi. Per le loro caratteristiche produttive, per l’ambiente in cui operano, si propongono come ideale proseguimento della visita agli spazi della Fiera di Rho. Le cascine rinascono prima dell’Expo, e dopo l’Expo manterranno questo loro ruolo di sentinelle del rapporto fra l’uomo e il territorio, fornendo spazi di confronto e di scoperta, diventando un forte motivo di interesse verso la campagna e la cultura rurale».
Sala si spinge anche oltre, pensando a un “Fuori Expo” nelle cascine lombarde. «Proprio come accade con il Fuori Salone, laddove gli eventi collaterali sono quelli più legati al tessuto urbano, alcuni Paesi ospiti potrebbero presentare le loro peculiarità e le loro attività fuori dalla fiera. E quale sede migliore di una cascina agricola?»
Una volta qui in Lombardia era tutta campagna. È bello sapere che c’è chi si impegna perché lo sia ancora.