di Claudia Cantelli | Fotografie di: Claudia Cantelli
L’autrice di questa foto è la socia Claudia Cantelli, 19 anni, studentessa. Se volete vedere i vostri scatti pubblicati su Touring inviatene un massimo di cinque in formato jpeg a photofinish@ touringclub.it, o caricate le vostre gallery e i vostri racconti di viaggio su www.touringmagazine.it.
A molti che l'hanno visitata, Atene non è piaciuta. O ci si innamora, o la si odia. Io me ne sono innamorata. Il segreto è non avere preconcetti, addentrarsi nella vita vera della città, accettare le imperfezioni, osservare le persone, non accontentarsi di una prima occhiata ma sempre cercare, lasciandosi affascinare dalle stranezze, facendosi avvolgere dai misteri e dai miti. Perché Atene è una città mitologica, il cui passato è stato così possente che ora il presente fatica a trovare un’identità. Città affollata da rovine, cani e mendicanti. Ma le rovine nascondono l’anima di una città gloriosa, e i cani e i mendicanti riportano alla realtà il turista che spera ancora di trovare ad Atene Ercole, Achille e gli altri miti letti nelle antologie.
Bisogna accettare anche una realtà che non è dorata; i greci sanno che i turisti si aspettano qualcosa che la città non può offrire, ma sono cordiali, ospitali, simpatici, chiacchieroni. Appena arrivata sono stata accolta con la frase di benvenuto «una faccia una razza», che mi ha subito fatto sentire un legame con questo popolo semplice e forte. Grecia di luci e ombre. Ma la cosa bella è che anche nelle ombre si trovano delle sorprese. Con questa foto ho voluto trasmettere questo concetto. Io e i miei amici stavamo visitando i dintorni della città, e per caso siamo capitati in un quartiere al quale l’epiteto “malfamato” calza a pennello: case, o per meglio dire catapecchie, con finestre sprangate e porte serrate; panni luridi stesi a marcire al sole; puzza di olio e cipolle fritte; cani randagi e spelacchiati... Insomma, un posto lercio, da scappare via subito a gambe levate. Tuttavia io l’ho osservato, l’ho vissuto, e soffermandomi a guardarlo meglio ho scoperto il suo tesoro. Un murale bellissimo ricopriva un’intera parete di una casa abbandonata. In mezzo alla desolazione, vidi la speranza. Vi lessi la speranza di un popolo di rialzarsi dalle ceneri come una grande, maestosa fenice dai mille colori. Quel giorno è stato più significativo e vero di tutti gli altri.