di Sergio Loppel | Fotografie di: Sergio Loppel
L’autore di questa foto è il socio Sergio Loppel, viaggiatore ed esperto di immersioni. Se volete vedere i vostri scatti pubblicati su Touring inviatene un massimo di cinque in formato jpeg a photofinish@touringclub.it, o caricate le vostre gallery e i vostri racconti di viaggio su www.touringmagazine.it.
Sono ritornato a Ponza dopo molti anni da quando fotografai un relitto della Seconda Guerra Mondiale che giace sul fondale dell’isola. Mi parve allora uno scenario severo, greve. La vita rigogliosa a ridosso del fondale non mi parve degna di essere immortalata dall’obiettivo. Allora mi interessavano soltanto i relitti e, come fotografo, erano quelli i soggetti da immortalare. È strano come cambino gli interessi nel corso della vita. In qualità di fotografo li ho cambiati moltissime volte: per necessità e per educazione ambientale. Ma mai come questa volta mi è sembrato esaltante capire come la vita riesca sempre a vincere su avversità e su errori del nostro passato.
Intorno a me, quasi a mascherare un ricordo che il mare aveva cancellato, forse per pietà degli uomini, la vita ingioiellava ogni anfratto delle pareti sommerse dell’isola di Ponza. Per quarant’anni mi sono occupato di immersioni. Le prime dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando era tutto agli inizi e sperimentale.
Ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie come Jacques-Yves Cousteau e studiare con loro fisica ottica, biologia marina... Fondamentali anche le battaglie per la tutela del mare in generale e di quello di fronte a Portofino in particolare. E poi l’impegno per ridurre la pesca subacquea stimolando la caccia sì, ma con scatti fotografici. In tanti anni di attività ho conosciuto i mari di tutto il mondo, ma come il Mediterraneo non c’è nessuno. Non ci sono altri luoghi dove si trovano relitti di 2mila anni fa, intatti e in grado di raccontare così tante storie. Nel profondo blu.