4zampe. Sul Lungarno

Il capoluogo toscano è stato il primo Comune italiano ad adottare un regolamento che tutela gli animali: peccato che non sia sempre rispettato...

La voglia di un weekend a Firenze ci è venuta dalla deliziosa biografia di Flush, il cocker della poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning, scritta nel 1933 da Virginia Woolf. È stata la nostra lettura preferita nei pomeriggi invernali: sul divano accanto alla mia bipede ho sognato – proprio come il mio eroe vittoriano – di «correre libero in mezzo ai prati verde smeraldo di Cascina dove i fagiani svolazzavano rossi e oro» e di «giacere con una spaniel pezzata al fianco, in riva alle acque increspate dell’Arno». Inutile dire che in città non ho ritrovato la stessa idilliaca libertà dei tempi di Flush, anche se ci siamo regalati belle passeggiate per le sue strade cariche di storia (e di odori interessanti). A noi 4zampe molti luoghi sono vietati, nonostante Firenze – prima in Italia nel 1999 – abbia adottato un illuminato Regolamento sulla tutela degli animali. Quindi meglio dimenticare i Giardini di Boboli e prepararsi ad affrontare il rifiuto in molti negozi e locali, senza spazi dove aspettare fuori (a dispetto delle norme). Per il rispetto dei diritti di noi pelosi e delle esigenze dei nostri bipedi forse c’è ancora da fare, ma i fiorentini con me sono stati molto amichevoli e ho scoperto che al nuovo Museo Gucci (tel. 055.75923300) siamo i benvenuti. C’è addirittura chi, come Mila, propone visite guidate a sei zampe, in orari adatti e con la possibilità di un dogsitter tutto per noi mentre i bipedi visitano i musei (circa 2 ore da 90 euro, tel. 347.3425096; www. guideonflorence.com). Chi visiterà il Lungarno questa primavera, «La porti un bacione a Firenze» e alla cockerina che mi ha rubato il cuore.

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