di Elena Parasiliti
Al museo del cinema di Torino e al museo Alinari di Firenze fotografie e pellicole si tramutano in un'esperienza sensoriale per non vedenti, ipovedenti e persone afasiche. Così l'arte diventa davvero di tutti
Per una volta la magia del grande schermo non finisce quando le luci in sala si accendono. Prosegue all’ombra della Mole Antonelliana, nel Museo nazionale del cinema di Torino, dove Luisa, Franco, Graziano ed Emilio ci accompagnano con la loro guida. Poche parole, tante emozioni e oggetti: manifesti, costumi, scenografie. Il lavoro di un anno, perché per loro, persone afasiche, la comunicazione è lo scoglio più grande. Ma dalle immagini, è davvero il caso di dirlo, possono nascere le parole. Merito della Fondazione Carlo Molo onlus e del Museo del cinema che in occasione della Giornata dell’afasia hanno presentato questo agile libretto (20 pagine, distribuzione gratuita). Una delle tante iniziative proposte da una realtà che ha come motto: «Oltre la visione: il museo da toccare, il cinema da ascoltare». «Il nostro tentativo è di essere sempre più accessibili, a tutti i pubblici», spiega Paola Traversi, responsabile dei servizi educativi. Uno sforzo che culminerà nell’autunno 2013 con il completo restyling della sezione espositiva dedicata all’archeologia del cinema. «Abbiamo studiato un nuovo percorso di visita, con didascalie digitali, facilmente ingrandibili per ipovedenti e persone anziane, ma anche guide multimediali con testi audio-descritti per i ciechi e video in lingua dei segni per i sordi». Nel frattempo si possono prenotare visite guidate con interpreti in lingua Lis, mentre ipo e non vedenti hanno a disposizione un percorso tattile con modelli tridimensionali e pannelli informativi che li portano a scoprire le proprietà della luce e i segreti degli strumenti ottici. In attesa che riprenda, a breve, il servizio che permette di assistere alle proiezioni muniti di auricolari e audio-descrizioni che consentono ai ciechi di seguire i film con meno dialoghi (tel. 011.8138560, www.museocinema.it).
Ben organizzato anche il Museo nazionale Alinari della fotografia di Firenze (tel. 055.216310, www.mnaf.it), che nelle sue sette sezioni accompagna i visitatori all’incontro con i grandi maestri, dalle origini fino alla fotografia contemporanea, italiana e no. Oltre alla possibilità di richiedere una visita guidata con un’esperta di storia della fotografia e lingua Lis, è stato creato un percorso per il pubblico non vedente che grazie alla trasposizione a rilievo di una ventina di foto esposte, realizzate dalla stamperia Braille della Regione Toscana, può finalmente conoscere quest’arte. Sperimentando l’emozione di vedere, per esempio, i faraglioni di Capri, nello scatto di Giacomo Brogi. Nella versione tattile, per rendere l’imponenza della roccia erosa dal mare è bastato utilizzare la scorza di pino, in contrasto con il freddo e liscio dell’alluminio, che ricorda l’acqua. «Si tratta di vere opere d’arte», spiega Gabriella De Polo, coordinatrice della sezione didattica. «Ed è per questo che le abbiamo poste accanto alle immagini originali: hanno molto da mostrare anche a noi».