Itinerario. In bici tra i vulcani

Pedalare tra spiaggie e vulcani, scegliendo se faticare cimentandosi in salite mozzafiato, o rilassarsi saltando da una spiaggia alla successiva sotto un cielo che promette sempre e solo sole. Benvenuti a Lanzarote, cuore ciclablile delle Canarie.

La scelse il regista Stanley Kubrick per alcune scene del suo 2001 Odissea nello spazio. La volle Pedro Almodóvar per il finale de Gli abbracci spezzati, rocce nere che fan da cornice a un destino distrutto. Un’isola surreale, Lanzarote. Nel 1730 una serie di eruzioni portò in superficie cinquanta milioni di metri cubi di magma incandescente. Oggi la perla nera delle Canarie è riserva della biosfera Unesco proprio per le sue caratteristiche ambientali. Ed è quasi interamente ciclabile.

Ci si muove in bicicletta lungo la costa, dove i tracciati sono pianeggianti, tra un villaggio marinaro e l’altro, tra spiagge bianche e nere: Puerto Calero, Puerto del Carmen, Costa Teguise. E nell’entroterra, su e giù per dune e colline appena al di sopra del livello del mare. Chi ama la sfida invece pedala intorno al vulcano, favorito dal clima secco e temperato – le temperature medie oscillano tra i 14 e i 30 °C – e dagli alisei che soffiano costanti.

Il tratto più suggestivo è la Ruta de los Vulcanes, quattordici chilometri nel parco nazionale di Timanfaya. Ospitato all’interno di un’altra area protetta, il parco naturale dei Vulcani, è stato realizzato da César Manrique. A questo artista poliedrico, il “giardiniere di Lanzarote”, si deve la politica di tutela ambientale che ha salvato l’isola dagli scempi urbanistici che hanno devastato diverse zone costiere di Spagna. Il paesaggio qui è aspro, a tratti lunare. Le innumerevoli formazioni geologiche d’ogni forma e dimensione, l’assenza di vegetazione, i geyser che soffiano improvvisi creano un’atmosfera primordiale dal fascino struggente.

Usciti da Timanfaya si attraversa Geria, zona vinicola dove si produce dell’ottimo malvasia (sosta e degustazione alla Bodega de la Geria, la cantina più antica). Vicino ad Arrecife si incontra invece la Fondazione Manrique: costruita su una colata lavica e cinque bolle vulcaniche, è il cuore culturale dell’isola, con annesso jardin de cactus (ma qui la bici va lasciata fuori).

Da visitare sull’isola – e raggiungibili sempre a pedali – anche il complesso di piccole grotte vulcaniche Jameos del Agua, un ecosistema unico reso visitabile proprio da Manrique; e il Mirador del Río, spettacolare punto panoramico.

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