Photofinish. Seguendo Chatwin

Massimo Spinosa

L’autore di questa foto è il socio Massimo Spinosa, 37 anni, napoletano.
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Era il sogno di una vita, l’Argentina. E non pensiate sia perché da napoletano volessi rendere omaggio alla patria di Maradona, perché sono juventino. Piuttosto il sogno è sbocciato perché da ragazzo ho letto Bruce Chatwin, e da allora ho sempre avuto un chiodo fisso: andare in Patagonia. Così nell’autunno del 2007 sono riuscito a racimolare tre settimane di ferie e sono partito, da solo, per girare l’Argentina da Nord a Sud, in pullman. Sono rimasto sorpreso da quanto fossero comodi i bus, niente a che vedere con i nostri. Puoi viaggiare per ore e non sei compresso in un sedile stretto e scomodo, puoi stare largo, vedere il panorama, e su quelli a lunga percorrenza ti danno anche colazione e pranzo, e poi le aree di servizio dove si sosta sono moderne ed efficienti. Uno non se l’aspetta, davvero: certe cose credi si trovino solo in Germania, non nel Sud del mondo. Ma l’Argentina, la mia Argentina, è stata una sorpresa continua. Immaginavo che la gente fosse cordiale e aperta, ma non così tanto come si è dimostrata. Sarà che la metà di loro ha antenati italiani, ma tutti avevano voglia di parlare, facevano domande. Sono davvero persone simpatiche, con cui parlare di tutto, tranne che della guerra delle Falkland e del vegetarianesimo. Una volta, durante una visita guidata, ero con una coppia di austriaci e un autista argentino. A pranzo salta fuori che i due sono vegetariani. L’autista, sconcertato, tace tutto il giorno. La sera, dopo averli lasciati in albergo, mi guarda e fa: «Ma quei due non mangiano carne! Io non ci posso credere. Va bene lei, donna, ma lui è uomo: come è possibile?». 

È in questa occasione che ho scattato questa foto. Andavamo nel parco nazionale di Ischigualasto, un nome di origine quechua che significa il luogo dove tramonta la luna. Sulle prime quando in ostello mi proposero una gita alla valle della Luna – nei dépliant lo chiamano così ­– ricordo che rimasi interdetto. Sembrava un posto new age e non è proprio il mio genere. Però dopo aver letto la guida mi sono precipitato: è uno dei parchi più famosi del Paese per via delle strane formazioni rocciose che si incontrano al suo interno, ma soprattutto perché qui sono stati trovati i fossili del più antico dinosauro della terra. Sembrava di stare sulla luna, davvero: con queste pietre che sembrano lumacone fossili. Chissà se erano vegetariane?

Fotografie di: Massimo Spinosa
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