di Piero Carlesi
Barbados, nelle Piccole Antille, un mito del turismo tropicale invernale , è anche una destinazione ideale per la (nostra) estate. E addirittura ci si può sentire come Robinson Crusoe
Per noi in Italia luglio e agosto sono i mesi dell’alta stagione e dei prezzi più elevati, sia per soggiorni al mare sia in montagna. Ma a Barbados, nelle Piccole Antille, nel mar Caribico, è tutto il contrario. Luglio e agosto sono mesi di bassa stagione (i costi sono ridotti del 50 per cento rispetto all’inverno). Qui il pieno dei turisti si fa in dicembre e gennaio: americani e inglesi arrivano a frotte per cercare il sole e il tepore delle spiagge. Ecco allora che i mesi estivi, per chi ama invece il silenzio e vuole fuggire dalla folla, sono il periodo ideale per un soggiorno in quest’isola, anche perché gli acquazzoni improvvisi non spaventano e sono solo il preludio a un tripudio di arcobaleni. Sembra incredibile, ma qui in pieno agosto può capitare di trovarsi da soli in una spiaggia incantevole. Novelli Robinson Crusoe... Si può chiudere gli occhi e sognare. Poi i tramonti ogni sera regalano uno spettacolo diverso.
Su una spiaggia semideserta troviamo Mara, milanese, frequentatrice proprio dell’isola in estate perché poco affollata e relativamente a buon mercato. Lei come tanti turisti preferisce la costa ovest dell’isola, quella verso il mar Caribico, assolutamente dolce, protetta dalla barriera corallina. «Questo è il paradiso di chi ama fare snorkeling in tutta tranquillità. Il mare è calmo, liscio come una tavola, quando non soffia il vento, la sabbia delle spiagge è bianca e le mangrovie rigogliose. Spesso si scorgono le tartarughe marine che sembrano volare nell’acqua. Consiglio di andare a Palm Beach, Carlisle bay o Paynes beach; in ogni angolo si possono noleggiare motoscooter e motoscafi per fare anche sci acquatico. L’altra costa, quella orientale, è completamente diversa: è affacciata sull’oceano, il mare è impetuoso e infatti è frequentata prevalentemente dai surfisti». Troviamo altri italiani a un campo da golf. Alternano surf e golf e trovano l’isola perfetta per entrambi gli sport. «Qualcuno si lamenta dei costi, non certo “popolari”, ma l’ambiente, il clima, il mito di Barbados paga. Anche al ristorante: la cucina è quella tipica caribica, speziata e saporita, ma non si può non consumare l’aragosta, anche se occorrono più di 60-70 euro a testa». Per girare l’isola da una costa all’altra e per andare alla scoperta delle spiagge più belle è necessario noleggiare un’auto già all’aeroporto, appena arrivati (attenzione però alla guida a sinistra all’inglese...). Poi si è pronti per andare alla scoperta dell’isola, che proprio piccola non è (è estesa come due volte l’isola d’Elba), ma attenzione a non perdersi, la segnaletica è scarsa...
Il rum è il prodotto nazionale. Lo si capisce soprattutto se si abbandona la costa e ci si addentra all’interno. Piantagioni di canna da zucchero a non finire! Anche intorno all’abbazia di S. Nicola, che produce e vende rum invecchiato 10 e 15 anni nelle botti. Rum, surf e musica caribica – non dimentichiamo che Rihanna è nativa di Barbados – sono gli ingredienti forti del luogo, ma i panorami sono indimenticabili.