di Tino Mantarro e Barbara Gallucci
Le parole che rappresentano i valori del Touring club Italiano sono tante: conoscenza e sapere; racconto e ricerca; storia e memoria; accoglienza e sostenibilità. Parole che incarnano il lavoro di chi, al Touring, si impegna per tramutarle in realtà.
Le parole che rappresentano i valori del Touring club italiano sono tante. La missione che l’Associazione persegue da 120 anni è però sempre la stessa: valorizzare la conoscenza e la scoperta dell’Italia da parte degli italiani e degli stranieri. Sono cambiate le modalità, si sono aggiornate le iniziative, forse anche il linguaggio ha mutato declinazioni e formalismi. Eppure rimangono intatte le esigenze di tutela e promozione del territorio e il viaggio del Touring e dei suoi soci continua. Anche grazie a chi, in prima persona e quotidianamente, si impegna per farlo. Sentiamoli.
Conoscenza e sapere. Il bello di crescere insieme
di Adriano Agnati, consulente della Presidenza
Per far crescere un paese la conoscenza e il sapere sono essenziali. Ne erano convinti i soci fondatori del Touring Club Italiano e ne siamo convinti ancora oggi. Fin da subito, e stiamo parlando di pochi anni dopo la nascita dello Stato italiano, far conoscere il Belpaese ai suoi abitanti è stato un obiettivo primario con la convinzione che istruire alle bellezze del mondo, e molte di queste bellezze si trovano proprio qui, sia un elemento di crescita civile e culturale. Per questo il touring ha sempre immaginato il viaggiare autonomo, come scelta personale, fornendo, allo stesso tempo, tutti gli elementi essenziali per farlo, come carte, guide e riviste. Il desiderio di vedere l’altro da sé di un uomo come Luigi Bertarelli e condividerlo con i soci è affiancato all’emancipazione del viaggiare stesso. Dal Grand Tour si è passati alle esperienze personali, di famiglia, e il Touring è sempre stato ed è ancora un ottimo compagno di viaggio. Sempre attento a scoprire ancora il piacere della conoscenza.
Racconto e ricerca. Il viaggio è una fonte primaria
di Silvestro Serra, direttore mensile Touring
Ricercare e raccontare è il nostro mestiere e la nostra missione. Raccontare quel che si è visto andando in viaggio non è solo un vezzo per dire «io ci sono stato», ma è un modo per condividere sapere e creare cultura. Nell’ideare le sue riviste il Touring Club Italiano ha sempre pensato che il viaggio fosse una fonte primaria per comprendere il mondo e le sue diversità, per creare cambiamento e generare innovazione. Usciamo da casa per fare esperienza dell’altro e dell’altrove, che sia lontanissimo o sotto i nostri occhi non fa differenza. Andiamo alla ricerca di quel che non sappiamo, di quel che è diverso e ignoto. Torniamo e mettiamo in comune con gli altri quel che abbiamo visto e quel che abbiamo capito. Proprio per questo il racconto e la ricerca, che sta alla base di ogni viaggio informato, diventano un valore fondamentale per il Touring: nulla si inventa dal nulla, tutto si contamina e rinasce per ibridazione. Raccontare è allora un seme di conoscenza, un modo per far circolare e creare idee. Andare e raccontare è il nostro modo di viaggiare
Territorio e identità. La rete della condivisione
di Nicolò Pozzetto, reti e attività territoriali
Agli inizi della sua attività il Touring ha scoperto e raccontato il territorio italiano per valorizzarlo e farlo conoscere. L’evoluzione di questa attività, il Club di territorio appunto, nasce dalla volontà dell’Associazione e dei suoi soci di essere punto di riferimento per la valorizzazione in prima persona di identità e patrimoni locali. La condivisione dei valori del Touring e la volontà di contribuire a diffonderli attraverso un impegno concreto che si radica da città a città, da provincia a provincia per dare vita a una nuova connessione territoriale. Il territorio italiano è ancora poco conosciuto. Ci sono contesti ancora difficili da scoprire e visitare e, spesso, grazie al Touring si possono cogliere opportunità uniche. L’autorevolezza e la saggezza non prevaricatrice dell’Associazione sono le chiavi per il suo radicamento a livello locale. Una presenza discreta, ma effettiva ed efficiente, che la rende unica a livello nazionale. Della quale fare parte per valorizzare il territorio.
Accoglienza e sostenibilità. Le buone pratiche iniziano qui
di Laura Agretti, Bandiere arancioni
Sostenibilità per il Touring significa molto più che risparmio energetico e un ambiente pulito. È un valore umano e storico. Solo se mi prendo cura di un luogo a 360 gradi, pensando e lavorando per accrescere il benessere quotidiano di chi ci abita, riesco a costruire un ambiente equilibrato e sereno. E se un ambiente è sereno per chi lo vive, allora diventerà accogliente anche per chi arriva in visita. Il programma territoriale Bandiere arancioni incarna questi valori e li traduce in concreto. Promuovendo le buone pratiche, definendo in maniera articolata un modello virtuoso per tutelare e rendere fruibile l’Italia minore. Valorizzare, contestualizzandole, le identità plurali del nostro Paese è un impegno che il Touring persegue da 120 anni. Ma è nei piccoli Comuni dell’Italia che queste identità sono esaltate. È qui che il visitatore percepisce maggiormente il valore dell’accoglienza, è qui che riesce a far più facilmente parte di un’esperienza di vita che ha al suo centro la sostenibilità.
Storia e memoria. La condivisione è il futuro
di Massimiliano Vavassori, Direttore Centro Studi e Cedoc
Fin dall’inizio della nostra attività una delle missioni del touring era far conoscere l’Italia agli italiani, il tutto aveva un risvolto molto concreto: esplicitato in guide, mappe, atlanti. Materiali di conoscenza targati Touring che dagli albori hanno sempre avuto la caratteristica di essere condivisi: non solo perché migliaia di soci li ricevevano, ma anche perché – grazie all’intuizione di Bertarelli – erano loro stessi a diventare protagonisti del processo di creazione e aggiornamento inviando segnalazioni, correzioni e immagini. Questo patrimonio di conoscenza storica e geografica rappresenta un valore che il Touring, con il suo Centro di documentazione, tutela, custodisce e diffonde. Il Tci rappresenta la memoria storica del turismo in Italia: il viaggio moderno è iniziato con il Touring, la condivisione del nostro passato diventa allora un tassello fondamentale per comprendere il presente e costruire il futuro del turismo.
Completezza e qualità. L'innovazione in tasca
di Laura Comini, Consigliere delegato Tci
La qualità a tutto tondo, non solo editoriale, caratterizza, da sempre, guide e carte del Touring Club Italiano. La scelta delle mete, la tipologia delle segnalazioni, la varietà portano ovviamente alla corrispettiva completezza. Su tutta la produzione, sia cartografica, con chiarezza grafica, leggibilità e affidabilità, sia libraria, compresa quella per bambini e ragazzi con una cura editoriale pensata per dare gli strumenti conoscitivi utili a scoprire il mondo fin da piccoli. Le guide touring accompagnano il viaggiatore in un percorso personale e, allo stesso tempo, lo aiutano anche a identificare percorsi di valorizzazione del territorio da un punto di vista non solo culturale, ma globale. Dalla gastronomia alle abitudini locali, dall’artigianato all’arte, la visione è totale. Ma il Touring su questo è sempre stato molto all’avanguardia. Basti pensare alle celebri guide gastronomiche pubblicate nel 1931 che sono un esempio di innovazione, oppure alle Guide Verdi che, dal 1964, aiutano a non fare viaggi banali.
Volontariato e partecipazione. Il servizio civile continuo
di Erika Iotta, Aperti per Voi
In italia si respira nuovamente un diffuso senso di partecipazione, una rinnovata voglia di far qualcosa per gli altri e per il proprio Paese. Un’esigenza che per molti si concretizza nel bisogno di prendersi cura delle proprie città, riscoprendo la bellezza diffusa del nostro territorio, rendendo decine di beni culturali finalmente fruibili a tutti. Interpretando questa esigenza, il touring club italiano in questi anni ha promosso il volontariato culturale. Riappropriarsi di un patrimonio negato a cittadini e turisti è stata la molla che ha portato migliaia di persone a partecipare al programma Aperti per Voi. Un forte senso di appartenenza alla propria comunità ha generato partecipazione e desiderio di rendere disponibile agli altri quel che non sempre lo era. Con il medesimo spirito di servizio civile con cui agli albori della storia del Tci i soci accompagnavano i connazionali che visitavano le proprie città; oggi i volontari per il Patrimonio culturale donano il loro tempo per metterlo a disposizione di tutti.
Bici e scoperta. Pedalando si impara
di Jacopo Zurlo, Centro Studi
La connotazione ciclistica dell’associazione nasce dalla precisa volontà dei fondatori Johnson e Bertarelli di trasformarne l’utilizzo da sportivo a universale. La bici da fine doveva diventare mezzo. Era il primo strumento in grado di dare libertà e autonomia al viaggiatore, democraticamente. Oggi magari la pedalata è meno faticosa, ma rimane fondamentalmente la stessa. Grazie alla bici è possibile ricondurre tutti allo stesso livello smussando anche le differenze economiche, eliminando quello che è in eccesso e superfluo. Per ritornare a scoprire il paesaggio, entrandoci, riscoprendone l’orografia, la complessità e la bellezza. Le sensazioni e percezioni che hai pedalando non le puoi provare con altri mezzi di trasporto e i dettagli rimangono decisamente più impressi. Si nota di più come cambia il territorio nelle diverse stagioni e momenti dell’anno. Bertarelli e Johnson capirono fin da subito il potenziale della bicicletta. Capirono che era ed è il migliore mezzo per scoprire l’Italia. Adesso tutti dicono di fare lo stesso nel nome del turismo slow, il Touring lo fa da 120 anni.