Il viaggiatore. I miei giri del mondo

È l’esperienza di viaggio più emozionante e completa, tanto bella che l’ho fatta tre volte. Ecco come è andata e che cosa ho imparato

Alla domanda «cosa faresti se vincessi alla lotteria?», la risposta più comune è «fare il giro del mondo». Non ho mai vinto alla lotteria, ma ho avuto la fortuna di circumnavigare il globo tre volte. La prima volta durante l’anno sabbatico post laurea, il famoso e sanissimo gap year. Alla domanda dei miei genitori «vuoi il motorino o i soldi?» ho optato di investire in un’esperienza. Sono convinto infatti che le esperienze siano la nostra unica vera ricchezza, perché non possono essere rubate, non arrugginiscono e vivono per sempre dentro di noi. Con il mio miglior amico norvegese, abbiamo viaggiato on the road attraverso i cinque continenti, facendo spettacoli di magia nei bar, vivendo zaino in spalla e lavandoci in mare.
 
Il secondo giro del mondo – nato da un sogno fatto in Nuova Zelanda e ispirato da un quadro, il girotondo di Matisse – è stato «il primo giro del mondo senza soldi e senza bagagli», in 109 giorni. Lasciati lavoro, compagna e appartamento per realizzare un sogno, ho sottoposto l’impresa al Guinness dei primati e ho vinto la sfida di girare il mondo con, come unico bagaglio, la mia personalità. Con me solo un marsupio contenente spazzolino, dentifricio, passaporto, rassegna stampa e una lettera di mio zio, prete gesuita che garantiva preghiere a chi mi avesse aiutato. È stata una grande scuola di vita e una sfida con cui ho potuto testimoniare la fratellanza tra la gente. Ne è scaturito un libro, pubblicato in diverse lingue (in Italia, Il grande sogno, Piemme). Per compensare, il terzo giro del mondo è stato realizzato con centinaia di migliaia di euro, con sponsor come National Geographic, Benetton e Vodafone.

Ho infatti ideato e realizzato il primo giro del mondo interattivo, in cui da casa decidevano – tramite il sito nomadcommunity.com – dove farmi andare e quali azioni farmi fare, nelle più disparate situazioni in giro per il globo. Le iniziative spaziavano dall’ambito umanitario in Etiopia a quello culturale in Sud Africa, dall’ecologia in Indonesia allo sport in Patagonia. Tramite l’interazione tra decisioni prese sul web e azioni realizzate in giro per il mondo, si era creata una carovana virtuale in giro per il pianeta.

La differenza tra un viaggio e il giro del mondo sta nell’articolo grammaticale, che rende la circumnavigazione della Terra un’esperienza di vita unica e completa. Con sette miliardi di persone, 197 Paesi, oltre seimila lingue diverse, c’è solo l’imbarazzo di cosa vedere. Il mondo è la più imponente e meravigliosa opera d’arte. Lo conferma anche la corsa ai viaggi nello spazio, il cui scopo principale è quello di vedere la Terra dal di fuori. Gli astronauti di rientro da viaggi spaziali concordano nel dire che vedere il nostro pianeta blu dallo scuro spazio è una delle più belle sensazioni che l’essere umano possa provare; perché ci rende consapevoli della bellezza che abitiamo. In effetti anche nella circumnavigazione della Terra esiste una strana magia. Non solo: avendo fatto tre volte il giro verso est, ho anche guadagnato tre giorni di vita.

Tutti questi viaggi attraverso continenti e culture mi hanno portato a crescere, ad allargare le vedute e ad abbracciare i valori profondi propri dei viaggiatori: la tolleranza, la curiosità, la generosità e il rispetto. Più mi addentravo in culture diverse dalla mia, più imparavo ad accettare le differenze e a considerarle ricchezze. Il mondo è ricco per le diversità che possiede (povero per le ingiustizie) e occorre lottare contro l’omologazione e la standardizzazione. Il capitalismo estremo non dovrà soppiantare il ritmo dell’Africa, la spiritualità dell’Asia, i colori del Sud America. Tutto ha un senso, un posto, un significato. Un grande insegnamento del viaggio è che le uniche vere risposte comuni si trovano nella natura e nel suo ciclo vitale, uguale per tutti gli uomini e tutte le società. Va detto però che tra il primo e il terzo giro del mondo, cioè negli ultimi 15 anni, il viaggiare è profondamente cambiato grazie, o per colpa, dei mezzi di comunicazione. Mail, Skype, cellulare: è diventato praticamente impossibile scollegarsi dalla propria vita quotidiana. Il vero lusso è diventato potersi permettere di sparire in un altro mondo almeno per un po’.

Maggiori info su come fare il giro del mondo sul sito www.aroundtheworldtours.com/it/

Matteo Pennacchi è country manager per Kuoni Dmc