di Barbara Gallucci
L’efficacia di un logo si vede sulla lunga distanza. Da 120 anni quello del Touring Club Italiano racconta storie, simboli, valori e identità. Da mantenere
A volerlo inventare oggi sarebbe forse un’impresa impossibile. Perché la semplicità e l’efficacia del logo o simbolo del Touring Club Italiano sono la sintesi perfetta di valori complessi, ma universali e senza tempo. Per questo in 120 anni ha sì subito alcuni piccoli ritocchi, o restyling come si dice oggi, anche a opera di maestri del design del calibro di Bob Noorda, ma non ha mai perso la sua identità e la sua efficacia. La bandiera e la ruota sottintendono territorio e movimento. Da sempre il Touring racconta l’Italia e il mondo e ne difende e preserva le peculiarità. E il suo simbolo è la porta d’ingresso per condividere tutto questo.
Intervista ad Annamaria Testa
Un logo epocale
«Alcuni loghi che sono entrati nell'immaginario collettivo vanno ben oltre il prodotto. Rappresentano una visione del mondo. Gli esempi potrebbero essere tanti: dalla Nike, che indica riscatto, sudore, fatica, competizione, alla Coca-Cola che non ha mai cambiato stile e ci parla di un’epoca più candida e pulita, fino alla Apple di qualche anno fa, quando puntava sull’anticonformismo. Ecco, il logo del Touring Club Italiano appartiene a questa ristretta élite di loghi che vanno oltre». Inizia così l’analisi di Annamaria Testa, esperta di comunicazione e creatività che, da alcuni anni, ha messo la sua esperienza e conoscenza proprio al servizio del Tci. «Il logo del Touring ha una storia più lunga persino di quello della Coca-Cola e ha avuto anche un restyling firmato da uno dei più importanti designer del mondo: Bob Noorda», prosegue Testa: «Nella mente degli italiani questo simbolo si porta dietro tutta una serie di connotati: da una parte la visione intrepida del turismo ma, allo stesso tempo, il rigore e la serietà scientifica nella conoscenza del territorio. Ogni guida edita dal Touring era ed è un passaporto per qualsiasi luogo, o quasi. Competenza, rispetto e un modo per scoprire il paesaggio in maniera consapevole. Temi ora molto in voga, ma che sono alla base della filosofia dell’Associazione fin dagli inizi».
Un elemento che rende il logo Touring molto ben identificabile è la bandiera: «In Italia ci si è a lungo vergognati di esporla e usarla, al contrario di altri Paesi, invece sarebbe da valorizzare, a maggior ragione durante l’Expo 2015», prosegue Annamaria Testa. «Il Touring, ricordiamolo, nato poco dopo l’unità del Paese, ama e difende l’Italia talmente tanto che vuole la sua bandiera bene in vista. Per questo nelle ultime campagne associative abbiamo messo il tricolore ovunque. È molto di più di quello che nel settore si chiama marker identificativo. È un insieme complesso che comprende anche la bici, il mezzo più moderno», conclude Testa. L’avevano capito 120 anni fa i fondatori del Touring. La loro visione del mondo ha fatto davvero molta strada.