di Stefano Brambilla
La storia di Manaus, la capitale dello stato brasiliano dell’Amazonas, ha dell’incredibile. Esplosa ai tempi del boom del caucciù, tra Ottocento e Novecento, quando nella città si riversarono migliaia di europei contagiati dalla “febbre della gomma”, ebbe una crescita tale da essere soprannominata “la piccola Parigi”: furono costruiti palazzi monumentali, arrivò l’elettricità, fu persino fondata l’università. Pensate all’alta società europea che arrivava, dopo settimane di viaggio, nel bel mezzo della foresta amazzonica: perché intorno a Manaus, per centinaia e centinaia di chilometri, ci sono ancora oggi solo acqua e alberi. Di quegli anni rimane lo splendido teatro dell’opera Amazonas (nella foto), costruito nel 1896 con materiali inglesi, francesi e italiani (marmo
di Carrara e vetri di Murano): all’epoca aveva 1.600 posti, in una città di 30mila abitanti! Oltre al teatro, fate un salto al mercato del pesce, vicino al porto, per vedere le strane creature pescate nel Rio delle Amazzoni.