di Clelia Arduini
La ferrovia Porrettana compie 150 anni. Resterà in vita o seguirà il destino di tante linee minori condannate all’oblio in tempi di spending review? Solo per il tracciato ardito, le gallerie e i viadotti attraverso l’Appennino meriterebbe per lo meno un utilizzo turistico. Meglio ancora con le locomotive a vapore! Un convegno a Pistoia il 14 novembre ne discuterà le problematiche e le prospettive future. Con il Touring in prima fila
Doveva essere l’anniversario più bello quello dei 150 anni della ferrovia porrettana inaugurata il 2 novembre 1864 da Vittorio Emanuele II, invece si è rivelato l’annus horribilis. All’inizio del 2014 una frana ha paralizzato la tratta Pistoia-Porretta interrompendo il servizio sostituito da autobus e al momento in cui scriviamo non si è certi della riapertura per novembre.
Non si fermano comunque le celebrazioni per questo storico collegamento ferroviario – il primo tra nord e sud d’Italia attraverso l’Appennino – che prevedono mostre e convegni organizzati da Gruppo di Studi Alta Valle del Reno di Porretta Terme e Associazione Storia e città di Pistoia (in collaborazione con vari enti locali, biblioteche, cooperative, banche e associazioni del territorio). Detta anche Strada ferrata dell’Italia Centrale si trattò per l’epoca di un’opera di enorme portata ingegneristica, con 47 gallerie e 35 tra ponti e viadotti, per una lunghezza di 99 km. Il tratto più complesso fu quello tra Pracchia e Pistoia, dove in 26 km si doveva superare un dislivello di 550 metri. Un’impresa ardua risolta dall’ingegnere francese Jean Louis Protche che progettò una galleria a doppio tornante nel tratto Piteccio-Corbezzi. Negli ultimi anni la ferrovia ha subito una lenta decadenza per una politica di dismissione comune ad altre realtà nel Paese. «L’assenza di manutenzione porterà inevitabilmente a fenomeni analoghi a quello della frana» dice Paolo Brunetti, presidente del Comitato Viva la Porrettana Viva «altro che festeggiamenti, qui si dovrebbero iniziare le onoranze funebri». Più ottimista il vicesindaco di Porretta Terme Nicolò Savigni che vede per la ferrovia un altro futuro: «Stiamo progettando un “treno turistico” che colleghi attraverso le stazioni cultura, storia e gastronomia del territorio».