di Enrico Violi
La combinazione di motore termico e propulsore elettrico consente consumi di carburante davvero ridotti
Linee tese, spigoli vivi tagliati come un diamante: la nuova Lexus Nx Hybrid non fa fatica a esprimere la sua personalità stilistica. Su tutto però domina la calandra a clessidra che, se da un lato suggerisce dinamicità, dall’altro porta a riflettere su quanto sia ancora poco il tempo trascorso per questo brand di lusso di Toyota. Lexus infatti è un marchio giovane, nato nel 1989, che nel 2005 fa una svolta storica applicando per primo la tecnologia ibrida nel segmento delle sport utility con la Rx 400h: un passo importante per “allontanare” i suv dall’immagine di veicoli poco amici dell’ambiente. Adesso la Nx Hybrid è il primo suv compatto premium a beneficiare dell’ibrido, in un mercato dominato, in Italia, dai 2 litri diesel della triade tedesca (Audi, Bmw e Mercedes) ma anche di Range Rover e Volvo.
La prima presa di contatto avviene nella regione a sud di Vienna, ideale per saggiare le doti dinamiche. Sono al volante della versione a trazione integrale e le strade sinuose ne fanno apprezzare la tenuta di strada, la precisione dello sterzo e l’ottimo lavoro delle sospensioni adattive. Ma al piacere di guida dà un contributo fondamentale appunto il sistema ibrido che al classico motore termico 2.5 a 4 cilindri affianca un generatore, un motore, una batteria specifica e l’unità di controllo Hv, grande direttore d’orchestra.
La musica eseguita? Una sorta di Pastorale tecnologica, a giudicare dalle emissioni di CO2 molto basse (soli 117 g/km) e dai consumi davvero contenuti per un suv dalla potenza totale di 197 cavalli e dal peso di 18 quintali. Tutto senza rinunciare a un discreto brio, fruibile disponendo il selettore delle modalità d’uso su Sport. Quanto alla musica vera, a bordo della Nx la si può apprezzare appieno grazie all’impianto Pioneer o, in opzione, all’ancor più raffinato Mark Levinson. Un’ibrida come la Nx, che funziona mediamente per il 50 per cento in modalità elettrica, quindi silenziosa, si trasforma così in un piccolo auditorium. Ben presidiata anche la sicurezza attiva di assistenza alla guida e prevenzione incidenti, con una serie di dispositivi tra cui il Pcs (Pre-Crash Safety) e l’Lka (Lane Keep Assists), in un festival di acronimi comprendenti anche Bsm, Rcta e Hud.
Il museo Mauto accelera
Torino, la storica capitale dell’auto italiana, ospita il Museo nazionale dell’automobile, da tre anni e mezzo completamente ristrutturato. Così come l’evoluzione tecnologica dell’auto è continua, anche il Mauto, questo l’acronimo del museo, è una realtà in progress. Da metà settembre i visitatori beneficiano di un nuovo sistema multimediale e interattivo con iPad e QRcode: un itinerario di visita anche con tanti nuovi film, notizie, scenografie. Il design è protagonista di un’articolata sezione mentre l'Open Garage accoglie, oltre a splendide vetture del passato, anche l’officina e la scuola di restauro. Info: www.museoauto.it
Una supercar tra i grandi vini
Tecnologia e storia, la strana coppia. A proporla è stata la McLaren che ha organizzato il test della sua nuova 650S nell'entroterra di Bordeaux, tra vigneti doc e castelli come il Cos d’Estournel, il Montrose, lo Château Blanc, l’Yquem. La vettura inglese ha mostrato un'insospettata docilità a trotterellare sulle strade di campagna, rivelandosi anche confortevole. Va dunque riconosciuto che oggi, grazie alla tecnologia e all’elettronica in particolare, guidabilità e comfort possono benissimo coesistere con alte prestazioni e sportività.