di Donatella Percivale
Tradurre in sardo il Macbeth di Shakespeare e farlo recitare quasi tutto da soli uomini. Su Macbettu è il progetto del regista Alessandro Serra
Viaggiare per i paesi della Sardegna, in cerca della materia viva per poter tradurre in sardo il Macbeth di Shakespeare e, in pura tradizione elisabettiana, farlo recitare quasi tutto da soli uomini. Questo il progetto di Alessandro Serra, regista e fondatore del Teatropersona. Un’idea nata durante una settimana sull’isola: «Quegli uomini che mi impressionarono per la potenza dei gesti e della voce, per la confidenza che parevano avere con Dioniso e per l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti, erano gli stessi che cercavo per mettere in scena Su Macbettu». Il Carnevale è l’unica festa non collegata alla liturgia cristiana, che utilizza la tecnica teatrale del mondo rovesciato per ribaltare ruoli, gerarchie e forme della vita quotidiana attraverso maschere e travestimenti.
Sorprendenti le analogie che Serra ha trovato tra Macbeth e i riti del “Carrasecare”: «I suoni cupi prodotti da campanacci, le pelli, le corna, il sughero, le maschere fosche, e poi il sangue, il vino, le forze della natura domate dall’uomo. Ricordo quando a Mamoiada sfilarono i “Mamuthones”, sentii in lontananza quel ritmo antico, un’incombente forza della natura che stava per abbattersi inesorabile: era la foresta che avanzava. Un bambino mascherato da “Issohadore” mi apparve come il fanciullo coronato che dichiara Macbeth invincibile fino a quando non vedrà muoversi la foresta di Birnam» racconta Serra.