di Silvestro Serra
Nella stanza 110 del Grand Hotel Trieste e Victoria di Abano Terme, Armando Diaz firmò il “bollettino” che sancì la fine italiana della prima Guerra mondiale
A parte il tv color al plasma, la stanza numero 110 (prima era la numero 15) è tutta come allora, in quel fatidico 4 novembre del 1918. Tra camera da letto e studio, 45 metri quadrati al primo piano. Fuori, un’ampia terrazza affacciata su uno degli incroci centrali di Abano (ora isola pedonale) di fronte alla boscaglia che nasconde quel che resta dell’elegante Hotel Orologio. Dentro, un pavimento di parquet a listelli molto vissuti, maniglie con pomelli dorati, una poltrona dagli ampi braccioli, una vasta specchiera incorniciata di legno scuro, un tavolino basso color noce, e qualche tappeto. E contro il muro una piccola scrivania. Questa stanza fu per quasi un anno l’ufficio e la residenza del comandante supremo dell’esercito italiano Armando Diaz (nella vicina 111 si stabilì il suo collaboratore, l’allora tenente generale Pietro Badoglio). Fu da questa scrivania che coordinò le trattative per la resa nemica di Villa Giusti, e quel giorno scrisse e firmò il bollettino della vittoria contro l’Austria e quindi la fine delle ostilità italiane nella I guerra mondiale.
Il bollettino, scolpito sulle lapidi di ogni caserma del regno e poi della repubblica, si concludeva con la celeberrima (e quasi poetica) frase: «... i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza». In calce, quel “Firmato Diaz” che provocò un curioso malinteso. Convinti che Firmato fosse il nome di battesimo del generale vittorioso, molti reduci vollero chiamare i loro figli con quel nome fortunato.
Ma torniamo a quel 4 novembre. La scena si svolge in quelle due stanzette al primo piano del Grand Hotel Trieste e Victoria, (durante il fascismo italianizzato in Vittoria) costruito solo quattro anni prima, nel 1914 e dotato già allora dei più moderni impianti, nel cuore di una Abano che stava rilanciando le sue storiche terme note già ai tempi dell’imperatore Tiberio.
Il proprietario, Quinto Mazzuccato, lo volle da subito come «albergo di prim’ordine», con strutture termali di avanguardia, e tale si è conservato per un secolo, anche quando è stato acquistato dalla famiglia Borile. Diaz lo scelse trovandolo «il più bello, il più moderno ma anche il più funzionale di tutte le terme euganee» e decise di spostare qui il comando da Padova per evitare il continuare dei bombardamenti e delle incursioni aeree austriache che avevano già provocato vittime tra le persone e gli edifici storici della città del Santo. Così da questo defilato hotel, protetto da un discreto cordone di carabinieri, dopo la vergognosa (per l’incapacità e l’insipienza degli alti comandi, non per il comportamento delle truppe) ritirata di Caporetto dell’ottobre 1917 e la cacciata di Cadorna, per quasi un anno Diaz diresse la controffensiva vincente mentre nell’Hotel Orologio era acquartierata la mensa ufficiali e a villa Bembo era allestito l’ufficio stampa.
Le glorie del Trieste e Victoria non finiscono qui. Appena qualche mese prima, esattamente il 9 agosto del 1918 sempre dalla stanza 110 fu emanato un altro bollettino straordinario che annunciava il successo dell’impresa di Gabriele D’Annunzio sui cieli di Vienna. Storica trasvolata con otto velivoli SVA, sette monoposto e un biposto (per far spazio al Vate) della squadriglia 87, la Serenissima, decisa e pianificata da Diaz e dal poeta proprio nel salone del piano terra del Trieste che ha conservato la stessa atmosfera del primo Novecento. Il raid, del tutto pacifico poiché consisteva nel gettare sulla capitale dell’impero austroungarico volantini tricolori, partì dal vicino campo di volo di San Pelagio.
Altri personaggi storici (dal cardinale Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, al presidente della Repubblica Antonio Segni, da Alcide De Gasperi ad Aldo Moro...) hanno attraversato la hall e le stanze del Trieste e Victoria, che oggi fa parte di un impero alberghiero e termale di prima grandezza, ma che mantiene intatto quell’alone di mistero che trasforma un semplice albergo in un luogo dell’anima.
L'hotel
Oggi il Grand Hotel Trieste e Victoria è uno spa hotel a 5 stelle, con un grande parco.
Si trova in via Pietro d’Abano 1 ad Abano Terme (Padova), tel. 049.8665100; www.hoteltriestevictoria.it