Verso Expo. Manca solo un mese

Ormai manca pochissimo al primo maggio, data nella quale è prevista l'inaugurazione ufficiale dell'Expo 2015 di Milano. Per capire che cos'è l'Expo, cosa sono i Cluster, scoprire cosa succede già a Milano, chi sono gli ambasciatori dell'evento e tante curiosità sui Paesi ospiti ecco una rubrica pensata per rispondere a tutte queste domande.

L’idea nasce nel 2011: realizzare una mostra in concomitanza con Expo dedicata al cibo nell’arte. Da un’idea del curatore Germano Celant prende vita Arts & Foods, l’evento artistico che, dal 9 aprile al 1° novembre trasforma la Triennale di Milano (www.triennale.org) in un grande, originale percorso alla scoperta di quanto l’alimentazione sia protagonista di installazioni, sculture e dipinti nella storia, prendendo come data di partenza il 1851, anno della prima Esposizione universale di Londra. Nell’arte il cibo diventa rito e simbolo, ma anche testimonianza di un mondo che cambia e visione prospettica della società.
Nell’allestimento di Italo Rota e nei settemila metri quadrati della Triennale, compresi i giardini, si attraversano epoche e mode, stili e provocazioni. «Mostreremo il mondo del cibo in modo virtuale e creativo; un mondo ideato e realizzato da artisti ed espresso con tutti i linguaggi possibili dall’arte alla letteratura, dal cinema alla fotografia, dall’architettura al design e così via con una prospettiva globale includendo molte manifestazioni culturali e antropologiche legate al cibo, al convivio e all’alimentazione», racconta Celant presentando la mostra: «Sarà un grande magma di oltre 1.500 pezzi con ambientazioni arredate dell’epoca – per esempio la sala borghese, il bar, la cucina contadina – mentre una quarantina di vetrine raccoglieranno utensili e macchine». E conclude, «un altro punto di forza della mostra è l’itinerario dedicato ai bambini e ai ragazzi che potranno sperimentare un percorso “vietato agli adulti”». Una scelta interessante che propone anche circa cento disegni di Andy Warhol per i più piccoli.  Perché il buon gusto nell’arte ha un sapore ancora più buono.

Sul sentiero della biodiversità
C’è un sentiero naturale che corre in un angolo dell’Expo, è il sentiero verde che attraversa gli 8.500 metri quadrati di parco del Biodiversity Park, l’area tematica dedicata all’agrobiodiversità italiana realizzata da Bologna Fiere. Un padiglione (con un teatro per gli eventi e un parco) in cui attraversare i paesaggi agrari italiani con il loro carico di storia e di diversità biologica dovuta a secoli di lavoro dell’uomo che ha scelto le colture migliori per ogni specifico fazzoletto di terra. Un sapere enorme, che l’agricoltura industriale cerca di azzerare, ma che resiste grazie al moltiplicarsi delle aziende biologiche che cercano di salvaguardare questo patrimonio. Un sentiero da percorrere.

Nutrire il pianeta: di idee
Intervista a Michele De Lucchi architetto, designer e Ambassador Expo

«Ho sempre creduto all’Expo. Questa milanese in particolare ha un grande tema che è un messaggio che parte da Milano per arrivare al mondo». L’architetto Michele De Lucchi non ha dubbi sulla positività dell’evento che sta per iniziare. Suo il progetto del Padiglione Zero all’interno dell’area espositiva e anche dell’Agorà, lo spazio dedicato ai più giovani che, dall’estate scorsa, è diventato punto di riferimento all’interno del cortile principale del Castello Sforzesco di Milano. «Per questo grande evento sono intervenuti molti miei colleghi che hanno lavorato benissimo, progettando alcune cose molto belle e assolutamente da vedere. In questo senso il tema Nutrire il pianeta, energia per la vita è inteso non solo dal punto di vista alimentare, ma dalla prospettiva che stimola l’umanità ad alimentare il pianeta stesso attraverso le sue opere e le sue idee migliori».

«Con il mio amico Ermanno Olmi abbiamo condiviso a lungo considerazioni e riflessioni su Expo, sulle sue eredità e siamo convinti che sarà importantissimo per la reputazione dell’Italia. Uno stimolo positivo al fare ragionando anche sul futuro del ruolo di noi progettisti». E proprio il tema delle nuove frontiere dell’architettura appassiona De Lucchi, convinto che sia necessario capire con maggiore precisione cosa costruire di temporaneo e cosa per l’eternità. «L’indagine deve essere al centro della nostra riflessione di architetti contemporanei». Expo a Milano può essere un punto di partenza per questi ragionamenti e De Lucchi davvero non vede l’ora che tutto abbia inizio. Un po’ come tutti ormai.

Un padiglione tira l'altro

Più veloce: Bahrein
Sono stati i più veloci di tutti: a metà Gennaio il padiglione del Bahrein era già pronto. In oltre duemila metri quadrati il comitato organizzatore del piccolo regno ha voluto rappresentare poeticamente il patrimonio agricolo del Paese che risale all’antica civiltà di Dilmun. Un’archeologia del verde costruita intorno a dieci giardini con alberi da frutta, che a Expo concluso verranno ripiantati in Bahrein.

Più grande: Germania
Con 4.933 metri quadrati il padiglione della Germania sarà il più esteso di Expo. Si ispira al paesaggio tedesco: campi arati e prati verdi verrano tradotti in linguaggio architettonico. Un edificio concepito come un pianoro in lieve salita, la cui superficie è liberamente accessibile. Al centro dell’esposizione le nuove stupefacenti soluzioni tedesche volte a garantire l’alimentazione del futuro, di contorno tre aree per assaggiare i prodotti tedeschi, provare la cucina gourmand e la Gemütlichkeit, l’ospitalità tedesca.

Più verde: Austria
C’è un intero boschetto alpino nel sito Expo: è il padiglione dell’Austria che ruota intorno a una mini foresta di 560 metri quadrati, che donerà aria pura e fresca alla struttura senza alcun bisogno di condizionamento. Per riflettere su tema dell’esposizione gli austriaci hanno deciso di puntare in concreto sul prodotto di punta del loro ambiente naturale: l’aria buona.