di Luca Bonora | Fotografia di Francesco Pucci
Il belvedere sopra Sant’Agata sui due Golfi, in Campania, si chiama così, Deserto. Da quassù il socio Francesco Pucci, 52 anni, di Angri (Sa), ha scattato questa immagine. Se volete vedere i vostri scatti su Touring inviatene un massimo di cinque in formato jpeg a photofinish@touringclub.it.
«Quanti sono i punti panoramici della Costiera amalfitana? Tantissimi e da ciascuno di essi avrò scattato decine di foto. Ho scelto questa, scattata dal complesso monumentale del Deserto di Sant’Agata sui due Golfi. Il perché del nome dato al paese diventa ben chiaro già salendo verso di esso dalla Costiera amalfitana o da quella sorrentina: a un certo punto, il mare che vedi dai finestrini dell’auto non sai più bene a quale, fra il golfo di Napoli e quello di Salerno, appartenga. Scorci fantastici si susseguono uno dopo l’altro fino ad arrivare a Sant’Agata dove sembra che la vista del mare scompaia: in realtà bastano pochi passi per riaffacciarsi su una delle due costiere.
È sufficiente una passeggiata di pochi minuti per uscire dall’abitato e salire su al Deserto: un monastero fondato nel Seicento dai Carmelitani e che nell’Ottocento è stato meta fissa per i viaggiatori del Grand Tour. Ha conosciuto diverse vicissitudini – tra cui la soppressione, la trasformazione in ospizio per orfani, persino l’abbandono – per essere alla fine abitato dalle suore benedettine che si sono spostate qui, da Sorrento, a inizio anni Ottanta.»
Così Francesco Pucci, di Angri (Salerno), racconta il luogo protagonista della foto pubblicata in questa pagina. Socio Tci da oltre 20 anni, del nostro giornale Pucci apprezza «la partnership con la National Geographic Society e le tante occasioni che ci dà di apprezzare posti altrimenti sconosciuti, o quasi».
Poi Francesco ci spiega come è nato il suo scatto: «Era ottobre, la giornata si presentava nuvolosa ma l’aria era sufficientemente limpida e fortuna ha voluto che il cielo si illuminasse proprio mentre con mia moglie eravamo lì sulla torre panoramica. L’immagine rende abbastanza onore a questo sito che da un mare di verde fa spaziare l’occhio sui due golfi e oltre, sino a punta Campanella e all’isola di Capri. Per chi non c’è stato è una meta imperdibile: il silenzio del monastero esalta la bellezza del sito e del paesaggio e perché, come è scritto su uno dei muri della torre, tempus breve est!»