di Isabella Brega | Fotografie di Aldo Pavan
Partono nel mese di giugno le visite guidate nelle stanze ristrutturate e arredate negli anni Trenta da Gio Ponti all'interno di Palazzo del Bo, una delle prestigiose sedi della storica Università di Padova
Tutto merito di un macellaio. La sede storica dell’Università di Padova, dopo Bologna la più antica d’Italia (fu fondata nel 1222), è infatti ospitata all’Albergo, poi Palazzo, del Bo. Edificio donato nel 1405 dal signore della città Francesco da Carrara a un macellaio come ricompensa per la carne fornita durante un lungo assedio.
Dal 1539 di proprietà dell’Università, è oggi sede del rettorato e della facoltà di Giurisprudenza. È il 1932 quando viene eletto rettore l’archeologo Carlo Anti, che dà il via alla costruzione di nuove sedi universitarie e alla ristrutturazione di quelle esistenti, chiamando per le decorazioni i maggiori artisti italiani dell’epoca: Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Gino Severini, Achille Funi, Arturo Martini. Ai lavori partecipa l’architetto e designer Gio Ponti, autore nel 1935 di arredi, affreschi e ornamenti del nuovo appartamento accademico situato al primo piano secondo una visione unitaria che integra architettura, pittura e scultura. In totale 25 ambienti distribuiti intorno al cortile antico e al cortile del Littorio: le stanze del rettorato, la sala delle commissioni, il Senato accademico...
L’intervento di Ponti è minuzioso e si occupa di ogni dettaglio, dai materiali ai serramenti, dagli arredamenti ai colori. Progetta tavoli, sedie, scrivanie, pratiche e funzionali, realizzate da ditte di Padova e Milano, mischiando pezzi artigianali e di serie, elementi antichi e moderni, oggetti d’uso comune e opere d’arte. Sceglie personalmente stoffe per le tappezzerie e tendaggi, mentre per l’illuminazione si serve di Fontana, Artem, Venini, Arteluce e Lumen. L’attenzione per i materiali lo porta a sperimentare nuovi prodotti come il linoleum, il cristallo Securit, il vetro termolux. Gli ambienti presentano così un’immagine organica e coordinata legata alla teoria di Ponti che «l’architettura dentro è fatta per percorrerla: deve essere un seguito di spettacoli». Ed è in base a questa visione che nel 1939 affresca il nuovo scalone del rettorato. Una parete curva che raffigura la nascita dell’umanità e della cultura e lo sviluppo delle scienze.
Dal primo finesettimana di giugno le visite guidate, condotte dall’associazione guide Cornaro Piscopia nei weekend, oltre al cortile antico, al Teatro anatomico, alla Sala dei 40 e all’Aula magna si estenderanno alla parte novecentesca e si concluderanno nel cortile del Littorio, con opere di Giò Pomodoro e di Jannis Kounellis. Prenotazioni: tel. 340.3473772; www.padovaguide.com.