Io sono il Po

Massimo Di NonnoMassimo Di NonnoMassimo Di NonnoMassimo Di Nonno

L’importante iniziativa del Touring Club per lo studio, la tutela e la valorizzazione del grande fiume nell’ambito di Expo 2015

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Lungo il fiume e sull’acqua. Qui dove la vita corre in un tempo sospeso nel mormorio incerto e pigro della corrente. Qui dove non succede mai nulla e ogni gesto ha il senso dell’infinito. Qui dove il cielo scappa all’orizzonte perdendosi nelle pieghe delle nuvole e nelle linee pure e nette degli argini. La luce dorata e fragile corre attraverso le fronde tremanti dei pioppi e la terra antica respira la dolce monotonia di sponde che appartengono a tutti e a nessuno. Il Po laborioso di Cesare Zavattini, il Po sacro di Ermanno Olmi, il Po gastronomico di Mario Soldati, il Po sanguigno di Giovanni Guareschi. Fin dai suoi inizi il Tci si è impegnato per la conoscenza dell’Italia come sistema Paese e il Po e la sua memoria sono l’espressione di quella civiltà dei fiumi così legata ai territori italiani. Con il suo progetto Io sono il Po, il più importante dell’anno, il Touring ha visto premiare dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali l’originalità della sua visione unitaria che vede coinvolte in un manifesto di educazione ambientale, la Carta del Po, le istituzioni locali nello sforzo di far percepire il percorso del grande fiume italiano come un valore. Una chiave di lettura unitaria e coerente che offre una visione d’insieme di un’area, esaltando le potenzialità di un fiume che viene letto nei suoi elementi di unione piuttosto che di divisione.

Nastro liquido che lega luoghi ed esistenze, presenza forte in un paesaggio sempre uguale e sempre diverso, il Po diviso delle Regioni ha infatti dato agli uomini che vivono sulle sue sponde un senso di continuità, appartenenza e identità, ancorandoli con le sue radici d’acqua al territorio. Un territorio di acqua e ponti che raccordano e tessono un paesaggio che ha consapevolezza di sé e la forza di reggere il vuoto del nulla. Perché qui non c’è niente di eclatante. Queste geografie dimenticate di piccole storie senza storia, sapori e saperi senza tempo, sono aree di una bellezza struggente e dimessa ma dalla grande personalità. Sulle sue acque e dalle sue acque è nata la vita: il cibo, gli incontri, i commerci, la storia di un Paese. Perché il grande fiume è la nostra identità. Il viaggio reale e ideale del Tci, diviso in quattro tappe, parte dal Delta, summa delle caratteristiche del fiume, di cui si approfondiscono tutte le problematiche, dal tema dell’uso dell’acqua a quello dell’educazione. Il titolo dell’iniziativa, Io sono il Po, vuole invece sottolineare l’individualità di un elemento geografico che rivendica tutta la nostra attenzione, sia per gli elementi positivi sia per quelli negativi. La sua tenace orizzontalità ha attraversato epoche, usi e costumi diversi e, nonostante le molte ferite causate da inquinamento e incuria, il suo cuore libero e generoso è ancora disposto a rinnovare l’antico patto con l’uomo. Non siamo innocenti, ma possiamo rimediare. Dipenderà dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti se il Po potrà ancora essere il nostro futuro.