Io sono il Po. Cinematografia

Una luce unica - Ma non solo. La drammaticità anonima del paesaggio, gli ampi spazi vuoti, il mondo contadino e i suoi abitanti portarono molti registi della metà del Novecento lungo il grande fiume. Dopo l’articolo “Per un film sul fiume Po” sulla rivista Cinema, nel 1943 Michelangelo Antonioni gira Gente del Po, seguito da Luchino Visconti con il suo Ossessione e, nel 1947, da Giuseppe De Santis che nelle risaie del Vercellese rende omaggio all’erotismo robusto della mondina Silvana Mangano. Nel 1949 Alberto Lattuada dirige Il mulino del Po, ispirato al romanzo di Riccardo Bacchelli, mentre nel 1955 Cesare Zavattini (nella foto), padre del Neorealismo, rievoca la sua Luzzara nel libro Un Paese, con le foto di Paul Strand. Antonioni torna sul Delta nel 1957 per girare Il grido e nel 1975 Bernardo Bertolucci celebra con il suo Novecento la sponda parmense e l’epopea del mondo contadino.