Svizzera. Nella Valle degli orologi

La Confederazione elvetica è la patria dei grandi meccanismi di precisione. Ma è fra Ginevra e Neuchätel, nell’area del Giura, che si trovano i musei più belli e i più noti maestri delle ore

Antico mestiere compreso tra arte, scienza e tecnologia, la misurazione del tempo di tipo meccanico prende piede intorno all’anno Mille in Italia per poi svilupparsi in Germania, Francia e Inghilterra fino a quando, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, diventa vera e propria industria in Svizzera. Dove, tra le altre cose, venne compiuto il delicato ed epocale passaggio dall’orologeria da persona e da tasca a quella da polso, quella che ancora oggi – nonostante le produzioni giapponesi, americane e cinesi – detiene il primato sul mercato mondiale. Sebbene l’orologeria non sia dunque nata tra le montagne e le città dei Quattro Cantoni, è lì che ha conosciuto la modernità, il massimo sviluppo e la fama. È questo il motivo per cui la Svizzera è un museo a cielo aperto per l’industria del tempo.
In particolare è su Ginevra che gravita la parte più consistente della Jura Watch Valley, la valle degli orologi, diramandosi poi per le valli adiacenti (Vallée du Joux e La Chaux-de-Fonds) e per tutto il cantone francese, fino a lambire parte di quello tedesco (Biel e Sciaffusa). È molto facile dunque trovare piccole collezioni municipali o private, visitabili.

L’opportunità più ricca si trova proprio a Ginevra, dove c’è il museo privato d’orologeria Patek Philippe, il più importante di tutta la Confederazione, inaugurato nel 2001 e disposto sui tre piani di una palazzina d’archeologia industriale nel centro della città (www.patekmuseum.com): organizza visite guidate attraverso le collezioni di utensili e una raccolta di strumenti del tempo divisa in due sezioni: quelli antichi dal XVI al XIX secolo di varia provenienza e quelli prodotti invece da Patek Philippe dal 1839, anno di fondazione, ai giorni nostri.

Altrettanto ricchi sono gli spazi espositivi pubblici, tra i quali eccelle il Museo dell’orologeria Le Locle, nel Canton Neuchâtel (Château des Monts, Route des Monts 65; www.mhl-monts.ch), che ospita anche pezzi della prestigiosa collezione Sandoz restaurata da Michel Parmigiani. Il più noto e visitato è poi il Museo internazionale dell’orologeria di La Chaux-de-Fonds (Rue du Musée 29; www.ville-de-la-chaux-de-fonds.ch/en/musees/), cui è collegata la fondazione Institut l’Homme et le Temps, che si occupa di ricerche, convegni e pubblicazioni sui temi dell’orologeria.
Praticamente tutte le più blasonate realtà dell’orologeria possiedono una raccolta dei propri pezzi storici, solitamente visitabile su appuntamento e collocata nei piani alti dei fabbricati, dove un tempo lavoravano i cabinotiers, orologiai indipendenti con atelier in soffitte o in mansarde, per poter godere della massima luce. È il caso di Audemars Piguet a Le Brassus, del Longines Museum a St-Imier o, ancora a Ginevra, della maison Vacheron Constantin, che è solita anche allestire presso la sede storica di Quai de l’Ile mostre tematiche.
Se verso sud la “capitale” della valle degli orologi è Ginevra, non v’è dubbio che a nord sia Neuchâtel, sulle rive del lago omonimo. Con una cattedrale romanico-gotica e un castello che attirano migliaia di turisti, la città vanta poi due fiori all’occhiello: la casa di Friedrich Dürrenmatt, riprogettata da Mario Botta nel 2000 in uno spazio riservato alla parola scritta e alle arti visive (lo scrittore fu anche pittore) e soprattutto il Museo d’Arte e di Storia di Neuchâtel (www.mahn.ch), con i tre automi realizzati nel Settecento da Pierre Jaquet-Droz e il figlio Henri-Louis, mastri orologiai. Uno scrive con penna d’oca e inchiostro, l’altro disegna, il terzo si esibisce suonando l’organo, suscitando genuino stupore.

Per visitare la Jura Watch Valley: Svizzera Turismo, Numero Verde 00800.10020029; www.myswitzerland.com; oppure www.region-du-leman.ch e www.neuchateltourisme.ch (entrambi anche in italiano)

Fotografie di Susy Mezzanotte