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Una nuova spa a Venezia e la riapertura dell'area archeologica del porto romano di Ravenna, ma anche le connessioni tra l'Expo di Milano e Shanghai, fino al MuSa di Salò, un nuovo museo allestito all'interno dell'antica struttura del convento di S. Giustina

Venezia, metti i Caraibi in laguna - Quando è stata creata, nel 1870, la Sacca Sessola, un’isola artificiale della laguna veneta non era che un deposito di materiali di scavo. Dopo 145 anni la Sacca, oggi nota come Isola delle Rose per via degli orti e dei vigneti che negli anni l’hanno occupata, è stata trasformata nel Jw Marriott di Venezia. L’ex ospedale per malattie respiratorie, in stile razionalista, è ora diventato un resort cinque stelle deluxe che porta il lusso dei paradisi tropicali a un passo dal palazzo dei Dogi. Un progetto ambizioso firmato da Matteo Thun; tutto immerso nel verde, tra uliveti, giardini, alberi ad alto fusto, opere di land art e vista laguna. E poi tre ristoranti fra i quali il Dopolavoro curato dallo chef stellato Giancarlo Perbellini, quattro caffè e una spa aperta a tutti (ingresso 30 €) che combina benessere e relax con due piscine, coperta e scoperta. Il tutto a soli 15 minuti da piazza S. Marco, con cui è collegata con un servizio di motoscafi 24 ore su 24. Il Jw Marriott ha creato anche l’Accademia Sapori, per imparare a cucinare alla veneta dopo aver fatto la spesa al mercato di Rialto in compagnia dello chef.
Jw Marriot Venezia. Isola delle Rose, laguna di S. Marco. Info: www.jwvenice.com.

Ravenna, parchi di classe - Bisogna uscire da Ravenna per trovare l’area archeologica dell’antico porto romano di Classe. Ai tempi era il più importante dell’Adriatico, poi è stato interrato per secoli, oggi rivive grazie a un nuovo museo multimediale che rappresenta solo la prima tappa di una valorizzazione dell’area romana intorno a Ravenna. Aperto fino al 9 ottobre.
Info: www.anticoportoravenna.it.

Turismo accessibile - Pecora verde è una start up che opera nel mondo del turismo e offre passeggiate e visite a basso costo, specie nelle città più visitate dai crocieristi italiani. Adesso, assieme alla onlus Oltrelimite, ha realizzato il progetto #viaggiosenzalimiti: nove itinerari ad hoc (da Atene a Roma) pensati per le persone con mobilità ridotta cui associa un servizio di consulenza su percorsi e strutture ricettive.
Info: www.pecoraverde.com.

In Romagna il manoscritto più grande d'Europa - Misura 210 x 140 cm, pesa più di 200 chili ed è stato scritto a mano da 2.500 cittadini di Cesena, soprattutto studenti, rispettando stili e canoni degli antichi testi. È l’Eroico Manoscritto, che narra la storia della Biblioteca Malatestiana, fondata nel 1465 da Novello Malatesta. Il progetto, da Guinness dei Primati, è stato organizzato e promosso da Artexplora.
Info: www.artexplora.it.

Expo, i cinesi sbarcano anche in città - Una casa per due culture. Ecco cosa rappresenta il City Pavillion cinese che è stato allestito in piazza Duca d’Aosta a Milano, davanti alla rinnovata stazione Centrale. Si tratta del quarto padiglione cinese realizzato in occasione di Expo dopo quello ufficiale della Repubblica Popolare che si trova sul decumano, all’interno della fiera a Rho-Pero, e i due “aziendali”: quello del costruttore Vanke e il China Corporate United Pavilion, messo in piedi da un pool di imprese cinesi. Uno spazio questo realizzato con il supporto del Comune di Milano e della città di Shanghai per sottolineare la collaborazione tra le due città, soprattutto nel settore della moda e del design. E infatti nell’agile struttura di vetro e legno si stanno alternando aziende del settore per presentare sfilate, mostre ed eventi che costituiscono un ponte tra i due Paesi. Ma il City Pavillion è anche il luogo dove conoscere meglio le più dinamiche città cinesi come Shanghai, Nanchino e Shenzen che hanno allestito delle mostre per raccontarsi al pubblico italiano. A settembre spazio alle aziende italiane che si alterneranno per parlare di cibo, artigianato e moda.
Info: www.expo2015fof.org.

Un MuSa per Salò - Si chiama come una divinità greca il nuovo museo che racconta la ricca storia della cittadina bresciana di Salò. Nella struttura dell’antico convento di S. Giustina è stato aperto da qualche settimana il MuSa, acrononimo che sta per museo
di Salò. Con un allestimento moderno che lascia ampio spazio all’esperienza multimediale, il MuSa offre una cavalcata nei sette secoli di storia della cittadina sul lago di Garda: dall’epoca veneziana, quando Salò era capoluogo della Comunità di Riviera, fino alla seconda guerra mondiale quando divenne la capitale della Repubblica Sociale Italiana. Da non perdere la Civica raccolta del disegno, eccezionala mostra di illustrazioni contemporanea.
Musa. via Brunati 9, Salò (Bs) Info: www.museodisalo.it.

Punti di vista
Il primo requisito necessario e fondamentale di ogni legge o divieto è la sua certa e realistica applicabilità. Quando non è così, l’editto diventa una “grida spagnola” che lascia il tempo che trova e discredita chi lo emette. Succede spesso, purtroppo, e non è bene. Il Parlamento Europeo si sta occupando delle “libertà di panorama” e intende introdurre una sorta di copyright per chi fotografa, anche come sfondo riconoscibile, un’opera d’autore. Insomma, se durante un weekend a Parigi ti scappa di fotografare tua figlia sulle scale del Centre Pompidou, Renzo Piano può in qualche modo eccepire. Dio ce ne scampi e liberi: se fosse davvero così e se qualcuno fosse davvero e sempre in grado di controllare e vietare, si scaverebbe un solco incolmabile tra le opere attribuibili a un autore o ai suoi eredi e quelle, di fatto, fuori diritti. Perché si dovrà pure, come per le opere letterarie, fissare una scadenza. Arduo stabilire in modo giuridicamente sostenibile chi detiene i diritti sul Colosseo, mentre il dito di Cattelan davanti al Palazzo della Borsa di Milano, no. Proibito. Questo non è un periodo di grande popolarità della “eurocrazia” e non vogliamo infierire. Abbiamo capito che per far lavorare insieme gruppi portatori di lingua, storia, origini, tradizioni, culture così diverse ci vuole impegno e pazienza. Non denunciamo scandalizzati il fatto che per concordare una spina elettrica comune siano occorsi anni. Ma questa ipotesi che viene a limitare “la libertà di panorama” non è rigore giuridico, ma oscurantismo. Scommettiamo che Renzo Piano è contento se si fotografa la sua opera: l’ha progettata per noi, ha realizzato un edificio destinato al pubblico, perché dovrebbe adombrarsi se si porta a casa un’inquadratura che risponde al modo come lui l’ha percepita? Certo, c’è anche un risvolto della medaglia. Diciamolo francamente. È irritante assistere alla sempre più esasperata “foto-mania” di certi turisti. Osservateli: non guardano, fotografano.
Non ascoltano, scattano. E come prova di autenticità piazzano in primo piano moglie, figli e amici. Come a dire: ci siamo stati davvero! Ma il problema è diverso. Bisogna insegnare a viaggiare più che impedire di fotografare. Il viaggio è il modo più autentico ed efficace per crescere socialmente e culturalmente e quindi per stabilire rapporti pacifici e positivi tra i popoli. Impedire di fotografare è utopia. Con gli strumenti tecnologici di oggi sarebbe paradossalmente più facile (ma odioso) impedire di guardare.