Mobilità. L’auto ecologica

Consumi ed emissioni ridottissimi per la Gte, versione ibrida plug-in della popolare Volkswagen Golf. Come guidare una vettura a basso impatto ambientale, consumando 1,7 litri di benzina ogni 100 chilometri, senza rinunciare a prestazioni e piacere di guida.

Chi ha stabilito che le auto a basso impatto ambientale debbano essere delle noiose scatole di lamiera? Per sfidare Toyota nel campo dell’ibrido – ovvero motore a benzina più motore elettrico con batteria ricaricabile in marcia – i tecnici Volkswagen puntano sulle prestazioni.
La nuova Golf Gte già nella sigla che richiama le icone sportive Gti e Gtd a benzina e a gasolio, è una vettura a basso impatto ambientale senza inibizioni. Scatta da zero a 100 orari in 7,6 secondi e non ha problemi a liberare i 204 cv nascosti sotto il cofano (150 cv del motore 1.4 a benzina combinati con 102 cv elettrici) pur con consumi certificati di 1,7 litri per 100 chilometri ed emissioni di 39 g/km di CO2, che scendono a zero nei 50 chilometri di autonomia in marcia full electric garantiti dalla batteria del sistema ibrido plug-in. Il piacere di guida è esaltato dal cambio automatico sportivo Dsg e dalle qualità dinamiche che da 40 anni garantiscono il successo alla Volkswagen Golf. Unico requisito per mettere in garage la Golf Gte è disporre di una presa elettrica per ricaricare completamente (in 3 ore e mezza) la batteria. Prezzo da 37.900 euro.

Ma per il Giappone il futuro è già nell’idrogeno

Si chiama Mirai: è la prima auto a idrogeno di serie al mondo e a produrla è il colosso giapponese Toyota che, con questo passo, vuole scavalcare di slancio i problemi di autonomia e affidabilità delle vetture elettriche. In vendita in Europa dai primi del mese di settembre – ma solo in Germania, Danimarca e Gran Bretagna dove sono disponibili erogatori di idrogeno – la Mirai costa 66mila euro più Iva (in Germania).
Design futuristico a parte, si tratta di una confortevole berlina mossa da un motore elettrico da 154 cv alimentato da un pacco di celle a combustibile a elettrolita polimerico che attingono a due serbatoi di idrogeno ad alta pressione (700 bar) con un volume di 122 litri, realizzati in plastica rinforzate da fibra di carbonio per garantire la massima sicurezza in ogni situazione.

SHOPPING
Orologi. Qui mi oriento

Si chiama Orienteering BP ed è dedicato ai grandi esploratori che, nella pratica dell’outdoor, possono disporre di un vero e proprio strumento d’orientamento da polso. Con cassa in titanio, design di tipo militare, cinturino in pelle e movimento automatico con datario, è la logica espressione di un marchio come Tcm (la sigla sta per Terra/Cielo/Mare) che ha nel proprio spirito l’adesione alle grandi imprese di aviatori, marinai ed esploratori. Il quadrante del nuovo Orienteering BP ha una ghiera girevole e orientabile in base all’ora per indicare il Nord; sul fondello è incisa una mappa stellare utile per riconoscere la Stella Polare o la Croce del Sud.
È interessante anche notare come l’Orienteering BP nasca come bussola solare: permette infatti di determinare la posizione senza l’ausilio di magneti o strumenti elettronici, ma semplicemente affidandosi alla posizione del sole o a quella delle stelle, sia nell’emisfero boreale sia in quello australe.
Prezzo: 2.450 euro.
Info: www.terracielomare.it.

Paolo De Vecchi