L’isola felice (Santo Domingo)

La “Madre di tutte le terre”, che Cristoforo Colombo chiamò Hispaniola, consente di sperimentare una vacanza a tutta natura. A cominciare dalle sue spiagge

“La madre di tutte le terre”. È il nome che i Tainos, gli abitanti originari dell’isola, avevano dato a questo approdo caraibico. Non sorprende quindi che chi giunge a queste latitudini si senta un po’ a casa. Questo clima familiare, ospitale, conciliante, ti accompagna per tutto il viaggio, esattamente come capitò a Cristoforo Colombo, che qui mise l’ancora il 5 dicembre del 1492. Il navigatore genovese è stato il primo italiano a innamorarsi di questa terra e dopo di lui molti altri, attratti dall’energia contagiosa del luogo. Percorrendo la Repubblica Dominicana in ogni direzione si percepisce in modo chiaro il vigore dell’isola. Non è solo il fatto di trovarsi in vacanza, di avere il favore del sole e il piacere delle brezze marine, c’è di più. Qui ci si sente felici. Per noi è una sensazione gratificante ma effimera, che dura il tempo del soggiorno, ma per gli abitanti dell’isola Hispaniola (così l’aveva chiamata Colombo) è una benedizione quotidiana. I dominicani sono genuinamente contenti di quello che hanno e di dove si trovano. Difficile dar loro torto. È per questo che si respira costantemente un’aria di festa e ovunque ci si trovi due cose non mancano mai: la musica e il rum. In questo modo il calore della gente si manifesta con maggiore profondità e i dominicani sanno capitalizzare bene la loro capacità di creare empatia. Relax, divertimento e armonia con la natura diventano quindi i capisaldi di un viaggio in questa porzione di Antille.

Ovviamente sono le spiagge e il mare a spingerci fin qui e non c’è motivo per sentirsi in difetto. La Repubblica Dominicana può fare affidamento su un patrimonio invidiabile di 1.600 chilometri di costa di cui oltre 600 sono spiagge di rena bianca. Scegliere dove stendere il telo per dorarsi la pelle può diventare una piacevole partita a scacchi vista l’opulenza a disposizione. Le mete più blasonate si trovano sulla costa bagnata dal Mar dei Caraibi. Da Punta Cana a Santa Cruz di Barahona si può passare in rassegna ogni tipo di esperienza dai luoghi di ritrovo popolari come La Romana, Bayahibe, Boca Chica, a occasioni per sfuggire dalla folla. Le due piccole isole di Catalina e Soana sono già delle valide alternative, ma il consiglio è di spingersi fino alla Bahía de las Águilas situata nel Parque Nacional Jaragua a sudovest, uno dei pochi luoghi ancora pressoché incontaminati dell’isola. Tranne che per i punti vicini ai parcheggi dove si trovano un paio di bar, il resto è pura natura, dominio di acque davvero cristalline e passeggiate di sabbia finissima. Se il paradiso esiste potrebbe avere simili sembianze. Un’esperienza che merita di essere messa nel taccuino di un viaggio in Repubblica Dominicana è un giro tra Cayo Arena e le mangrovie di Punta Rucia. In questo caso ci spostiamo a nord in direzione di Puerto Plata, quindi sull’oceano Atlantico, ma non per questo con un mare meno invitante. Cayo Arena è un fazzoletto di sabbia emerso in mezzo al mare, circondato da un anello di acqua smeraldo, raggiungibile solo con le lance dei pescatori. Se si azzecca l’orario giusto per godersi un po’ di solitudine sembra di trovarsi nella canzone di Edoardo Bennato L’Isola che non c’è, praticamente in una dimensione oniric

Per gli amanti delle immersioni questo è il posto giusto per incontrare i lamantini, i curiosi mammiferi marini che si lasciano avvicinare piuttosto volentieri a patto di essere sufficientemente delicati. Il tutto può essere concluso con un’aragosta alla brace sulla spiaggia di La Ensanada, meritata ricompensa per le fatiche fisiche. Fatiche che possono diventare veri e proprie vezzi sportivi indirizzandosi a Cabarete una delle capitali mondiali per gli appassionati di surf e kyte. Qui i fisici palestrati danno l’impressione di trovarsi in California, ma la sera, quando si accende la movida, tutto viene ripristinato dai party a ritmo di merengue e bachata. Impossibile andare a letto a orari continentali soprattutto se si rimane svegli grazie al vigore generato dal mamajuana, il liquore tipico dell’isola.

Se non si consumano totalmente le energie facendo le ore piccole, si può scoprire il Paese scegliendo attività adrenaliniche, come le ripide discese alle cascate del Damajagua, a pochi chilometri da Puerto Plata. A scorrere veloce non è solo l’acqua che salta in ben 27 punti, ma anche chi decide di sfidarla facendo canyoning tra i labirinti di roccia scavata dal fiume, inanellando una sequenza di scivoli, grotte e piscine naturali che non si può dimenticare. Oltre alle avventure all’Indiana Jones esistono alternative naturalistiche ugualmente intriganti come l’articolato sistema di rutas. La ruta del Cacao e quella del Café sono forse gli itinerari più conosciuti, ma ci sono anche quelli dello zenzero, della canna da zucchero e del mango. Le rutas che attraversavano semplici piantagioni, oggi sono itinerari in aree di sperimentazione agricola che mirano da un lato a valorizzare la tradizione locale, dall’altro a promuovere la cultura della sostenibilità turistica e alimentare.

Queste attenzioni verso la generosa madre terra, insieme all’ospitalità sincera delle gente e a un mare cristallino, fanno della Repubblica Domenicana davvero una Isla feliz.

Foto di Ente del Turismo Repubblica Dominicana