Lazio: Cassino e dintorni

È noto per l’abbazia benedettina. Ma Cassino, che in passato ha ospitato grandi personaggi storici, ha oggi molto altro da offrire. Il poeta e scrittore Valerio Magrelli lo ha visitato per noi. E ha scoperto che...

Sulla facciata di una casa di Broadstairs, in Gran Bretagna, spicca una perentoria lapide che recita: “Dickens non ha vissuto qui”. Una frase del genere dovrebbe fare da monito a chiunque volesse mettersi sulle tracce dei grandi viaggiatori. Se questo vale ormai per ogni Paese, figuriamoci poi per l’Italia: in quasi ogni città della penisola, sarebbe più facile indicare l’assenza di nomi illustri, piuttosto che il loro prevedibile passaggio.
Ma se l’imponenza di certe mete rischia di cancellare la grandezza dei loro celeberrimi visitatori, in provincia succede l’opposto. Molti siti sperduti ci appaiono in una nuova luce davanti all’irruzione di una grande personalità che vi ha soggiornato. Che meraviglia, ad esempio, immaginare l’arrivo di Montaigne a Bagnaia (Viterbo), la spedizione di George Berkeley in Calabria, l’esilio di Stendhal a Civitavecchia, l’incontro di D. H. Lawrence con Picinisco (Frosinone) o quello di Ernst Jünger con Villasimius (Cagliari)! E – sebbene l’ipotesi rimanga controversa –, che dire di H. P. Lovecraft in giro per le terre del Polesine?
Questa lunga premessa serve a rendere lo stupore che provai arrivando la prima volta a Cassino…

Questa lunga premessa serve a rendere lo stupore che provai arrivando la prima volta a Cassino. «Capoluogo storico del Lazio meridionale, nodo geografico, economico e culturale tra Lazio, Campania, Molise e Abruzzo, la città sorge sulle propaggini del monte omonimo. È bagnata dai fiumi Rapido e Gari; su quest’ultimo, le cui sorgenti occupano il cuore antico della città, Marco Terenzio Varrone costruì la sua famosa villa». Ecco che dicono le guide turistiche, passando poi al 519, quando Benedetto da Norcia anticipò di qualche secolo l’arrivo di San Benedetto e la fondazione dell’abbazia. Fu nella cattedrale che l’imperatore Federico II firmò il trattato di pace con Gregorio IX nel 1230. Capitale del piccolo ma importante Stato di S. Germano sottoposto all’autorità degli abati di Montecassino, il centro spirituale subì però spaventose devastazioni.
Raggiungiamo così il 1944, con i bombardamenti in una località che era divenuta il caposaldo della Linea Gustav: «La distruzione fu totale, le perdite umane gravissime; per questo Cassino meritò l’appellativo di Città Martire per la Pace e fu decorata con Medaglia d’Oro al valor Militare».  Ma un equivoco atroce si nasconde dietro questa epopea! Nel saggio storico With Alex at War, uscito una quindicina di anni fa, Rupert Clarke rivela infatti che il raid aereo sull’abbazia di Montecassino avvenne per un errore di traduzione. Secondo il racconto di un colonnello inglese, l’ufficiale dei servizi interpretò male un’intercettazione radio del comando nazista, intendendo la parola Abt, “abate”, come abbreviazione di Abteilung, ossia “battaglione”. In tal modo la risposta affermativa al messaggio captato (“Ist der Abt im Kloster?”, ossia: “L’abate è nel monastero?”) fu interpretata come la conferma che un battaglione tedesco si fosse insediato all’interno dell’edificio. Quando si dice di tradurre con cura… Forse fu appunto per rimediare a simili svarioni, che la città accoglie oggi un’Università dove si insegnano ingegneria e diritto, lettere antiche e lingue moderne.

Certo, Cassino conosce molte altre storie, a cominciare da quella di San Tommaso, che a cinque anni fu mandato nell’abbazia «perché vi fosse istruito nei santi costumi e si preparasse alla infusione della luce divina». Ma per molti, ammettiamolo, la sua fama non si spinge oltre, cedendo il passo alla sacrosanta nomea del ricchissimo regno culinario, mozzarelle in primis. E invece… Qui arriviamo al motivo del mio sbalordimento.
Sette secoli dopo, un altro grande filosofo finì per risiedere in loco, anche se controvoglia. Nel 1917, con la controffensiva italiana dopo Caporetto, il soldato austriaco Ludwig Wittgenstein fu catturato e recluso per quasi un anno in un campo militare vicino alla città, dove pare scoprisse gli scritti di Sant’Agostino e gettasse le basi del suo Tractatus Logicus-Philosophicus (1921). Bisogna riconoscerlo: che uno fra i massimi pensatori del Novecento mitteleuropeo abbia vissuto nel cuore della Ciociaria, continua a fare effetto!
E non è tutto: la storia di questa cittadina riserva altre sorprese. Paese natale di Antonio Labriola (1843-1904), che Trockij amava leggere «con entusiasmo», ospitò anche un poeta quale Angelo Maria Ripellino, docente di liceo e massimo slavista italiano. A ciò si aggiunga la nascita del CaMusAc (Cassino Museo Arte Contemporanea), sorto nel 2013 con la riqualificazione degli edifici industriali della Longo Spa. Tra gli artisti presenti, basti ricordare Nobuyoshi Araki, Louise Bourgeois, Michel Haas, Rebecca Horn, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Mario Merz, Mimmo Palladino, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto. Da segnalare infine che sulla Rocca Janula, una fortificazione del IX secolo, si eleva una statua alla pace di Umberto Mastroianni (fratello di Marcello), mentre nell’abitato spiccano ben due opere del grande Sol Lewitt.

A proposito di scultura, vale la pena ricordare che, nel cuore di Edimburgo, ci si imbatte in un monumento intitolato The Manuscript of Monte Cassino (detto anche The Big Foot, “il piedone”), testimonianza della forte emigrazione dalla Ciociaria alla Scozia. L’autore, Eduardo Paolozzi (1924-2005), era di Viticuso. Nominato membro della Royal Academy, nel 1986 divenne addirittura scultore ufficiale di Sua Maestà la Regina. Parlando di architettura, infine, oltre all’abbazia (con una serie di cortili da togliere il fiato) e alla sua biblioteca (tesoro inestimabile), occorre citare almeno tre opere purtroppo mai realizzate. Se il piazzale della stazione venne pensato da uno dei massimi architetti italiani, il compianto Sandro Anselmi (l’esecuzione, però, si discosta troppo dall’idea originale), al concorso per il Museo della Pace partecipò l’archistar Steven Holl, che vinse il premio Progressive Architecture. Inoltre, su iniziativa dell’allora cardinale di Milano, monsignor Montini (il futuro papa Paolo VI), tra le proposte per la ricostruzione dell’abbazia, ne fu presentata una del leggendario Le Corbusier. Più di così! Pertanto, da adesso in poi, se qualcuno dovesse nominarvi Cassino, evitate quell’atteggiamento di sufficienza che io stesso avevo prima di aver conosciuto la sua storia, la sua arte – e la sua cucina.

 

Fotografie di Giacomo Fé