di Giorgio Cannì
Perfetta miscela tra tradizione e modernità, la “porta delle Dolomiti” è in vetta alle classifiche tra le città con la più elevata qualità della vita. Da non perdere in questo periodo il tradizionale Mercatino di Natale, che chiuderà il 6 gennaio 2016: un'occasione per visitare la città, i suoi dintorni e per fare shopping nelle sue botteghe storiche
Ha un fascino unico. Tanto da riuscire a conquistare subito anche chi la visita per la prima volta. Bolzano offre ai suoi ospiti un mix incredibile di tradizione e modernità. Con usi e costumi della Mitteleuropa che si fondono alla perfezione con le atmosfere più tipiche dell’area mediterranea. Più che motivato, dunque, il dubbio di chi, non conoscendola a fondo, si chiede se sia la più settentrionale delle città italiane o la più meridionale tra quelle tedesche. Connubio affascinante o contraddizione? «Credo siano vere entrambe le cose – risponde Luigi Spagnolli, sindaco di Bolzano al secondo mandato, fresco di dimissioni (lo scorso 24 settembre) – la città è infatti un punto di incontro di valle e montagna, di agricoltura e realtà urbana, passaggio obbligato di chi va dall’Italia alla Mitteleuropa e viceversa». Non per nulla Bolzano è stata battezzata la “Porta delle Dolomiti”. In senso metaforico, ma anche reale. Per rendersene conto basta andare all’ombra del Duomo, nella centrale piazza Walther, e allungare lo sguardo verso est dove si apre lo spettacolo sul Catinaccio, il Rosengarten in tedesco (la cui traduzione letterale, bellissima ed emblematica, è giardino delle rose). Da qui, al cospetto di uno dei Patrimoni dell’Umanità, come sono state definite e tutelate dall’Unesco le Dolomiti, si capisce l’opinione di Reinhold Messner, il re degli ottomila. Che vede la città sotto una luce diversa, ma assai suggestiva e ricca di significati. «Per me Bolzano è una città travestita da montagna – ci ha svelato tempo fa – come ti sposti cambia aspetto, ti allontani e il profilo è un altro, ci torni e la trovi di nuovo diversa. Parla lingue diverse. È un’attrice proprio come la montagna, affascinante e contraddittoria, altera e comunicativa, disponibile e fredda». Comunque la si veda, Bolzano è sempre ai vertici (o comunque ben piazzata) nelle classifiche sulla qualità della vita nei capoluoghi italiani. E non è certo un caso. Trento, Bolzano e Bologna sono per esempio ai primi tre posti in quanto ad “affari e lavoro” secondo l’ultima indagine di Italia Oggi. E noi aggiungiamo che difficilmente, nel nostro Paese, si trova una città di questa taglia la cui mobilità può far conto su una rete di piste ciclabili che sfiora i cinquanta chilometri.
L’anima verde è proprio nel dna di Bolzano e dei bolzanini. Lo si respira letteralmente nell’aria. Lo si avverte tanto forte da poterlo quasi palpare. E così se in molti altri centri urbani ci si fa giustamente un vanto dei propri parchi, i cosiddetti polmoni verdi, a Bolzano si conserva un’area incredibile come il Lungo Talvera: 2,5 chilometri di passeggiata (su entrambi i fronti del torrente) che portano da ponte S. Antonio a ponte Druso, dove il Talvera confluisce nel fiume Isarco. Un’area in cui si estendono prati rigogliosi, parchi giochi, campi sportivi e piste ciclabili all’avanguardia. Il tutto a un passo dall’area abitata e dal centro storico pedonale. Un punto di incontro irrinunciabile per chi vive in città e per chi ne è ospite solo per qualche giorno. E questa non è l’unica area dove residenti e turisti si trovano fianco a fianco. «Bolzano è una città che sa accogliere, che sa aprirsi – dice Roberta Agosti, direttrice reggente dell’Azienda di soggiorno e turismo della città – Me ne sono resa conto subito quando sono venuta ad abitare qui, io che non sono bolzanina di nascita. È una città che sprizza energie, tutta da scoprire. Basta fare una passeggiata fino allo storico quartiere di Gries per rendersene conto». Una delle zone più caratteristiche e ricche di storia e di cultura fuori dal pieno centro cittadino. Anche se ci si arriva in pochi minuti, partendo dall’area pedonale e raggiungendo il famoso Monumento (e piazza) della Vittoria. Comune autonomo fino al 1925, il quartiere di Gries fu in passato una rinomata stazione climatica, ricca di alberghi, ville, parchi, giardini e vigneti. Oggi fornisce un’incredibile serie di spunti turistici agli ospiti curiosi di scoprire gli angoli più suggestivi di Bolzano. Come l’abbazia dei Benedettini di Muri-Gries, con l’omonima e celebre cantina, e la vecchia Parrocchiale che conserva un Crocifisso ligneo romanico e un altare quattrocentesco di Michael Pacher
«Ma una delle caratteristiche di Bolzano che mi ha permesso di innamorarmene subito appena arrivata – continua Roberta Agosti – è la ricerca costante di novità da offrire a residenti e a ospiti, cercando così di amplificare e coniugare la sua doppia anima: quella più commerciale e quella più tradizionale e contadina». È nato da questo slancio il primo Mercatino di Natale d’Italia. Un’esperienza di grande successo, imitata nei lustri a seguire un po’ in tutte le regioni del nostro Paese, che nel 2015 compie il suo primo quarto di secolo di vita. Il Mercatino di Bolzano, costruito sull’esperienza secolare del Christkindlmarkt di Norimberga, in Germania, ha fatto scuola. È cresciuto e si è evoluto. È diventato un esempio. Ha dimostrato come l’aspetto più commerciale di una manifestazione può convivere con le tradizioni dell’Avvento, tipiche e caratteristiche del periodo. Per scoprirlo in prima persona si può approfittare dell’occasione per programmare un viaggio nel capoluogo altoatesino dal 26 novembre al 6 gennaio 2016: giorni in cui è in calendario l’edizione 2015 del Mercatino di Natale. Giorni in cui ogni famiglia accende le candele sulla tradizionale corona dell’Avvento, quasi sempre fatta in casa con rami di abete bianco oppure di vite intrecciati e decorati con fiocchi, nastri e bacche. Come dire: l’aspetto commerciale del Mercatino c’è, ma qui non occupa il primo posto.