Tangeri. Attrazione fatale per artisti e scrittori

La camera n. 35 dell’Hotel Grand Villa de France, è quella che Henri Matisse ha dipinto nei quadri Vue de la fenetre, Zohra sur la terrasse o La porte de la Casbah. Nel suo Diario del ladro Jean Genet (1910–1986) consegna un ritratto dei suoi anni giovanili in cui il male e la bellezza lo seducono. Il suo errare per l’Europa lo porta aTangeri, che definisce città equivoca.Nato nel 1850, Pierre Loti sceglie la marina per soddisfare la sua sete di viaggi. Nel 1889 soggiorna in Marocco nel quadro di una missione diplomatica e stila una relazione di viaggio. William Borroughs fu autore de Il pasto nudo, mordace satira della moderna mentalità americana. Soggiornò a Tangeri nel 1957. Le note di Roland Barthes su Tangeri appaiono postume nel 1987 con il titolo Incidents. Allen Ginsberg (1926-1997) va una prima volta a Tangeri nel ’57. Il poeta vi trascorre qualche mese di sesso e droga. Sono gli stessi paradisi che ritrova nel corso del suo secondo soggiorno, nel 1961, e che trasferisce nel suo Diario. Nel 1832, Eugène Delacroix (1798-1863) va in Africa del Nord con il conte Mornay per una missione diplomatica presso il sultano del Marocco. Truman Capote (1924-1984) scopre Tangeri nel 1949. È accanto a Paul e Jane Bowles e svela la città nelle sue Impressioni di viaggio (1949). David Herbert, figlio del conte di Pembroke, arriva a Tangeri nel 1938 in compagnia di Cecil Beaton. Ian Fleming soggiornava a Tangeri per scrivere il suo ennesimo James Bond. Dove? Al famoso Caid’s Bar dell’hotel El Minzah.