Toscana: effetto Oriente

A Leccio di Reggello (Fi), in Toscana, va all’asta Sammezzano, uno fra i più clamorosi esempi italiani di tesori negati. Un complesso che il nostro Paese non dovrebbe permettersi di perdere

La bellezza va all’asta. In Toscana, a Leccio di Reggello (Fi), questo mese sarà messo all’incanto il castello di Sammezzano, uno dei maggiori esempi italiani di arte orientalista. L’edificio e il suo parco storico furono realizzati nella seconda metà dell’Ottocento dal volitivo e poliedrico marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona (1813-1897), politico, architetto, ingegnere, botanico e generoso mecenate delle maggiori istituzioni culturali fiorentine, dagli Uffizi all’Accademia dei Georgofili, al Museo del Bargello, alla Biblioteca Nazionale. Uomo tutto d’un pezzo, sognatore ma anche appassionato combattente durante i moti del ’48 oltre che Deputato del Regno con Firenze capitale d’Italia, il marchese si dimise dalla prestigiosa carica dopo l’approvazione di una legge che favoriva il clero testimoniando la sua amarezza nella Sala delle stalattiti di Sammezzano con una scritta in latino: «Mi vergogno a dirlo, ma è vero, l’Italia è in mano a ladri, “meretrici” e sensali, ma non di questo mi dolgo, ma del fatto che ce lo siamo meritati». Frase quanto mai attuale così come il messaggio ecumenico che il magico castello, l’edificio chiuso più desiderato dai turisti, ci lascia. Tutte le sale ideate e realizzate in quarant’anni da un uomo che non uscì mai dalla vecchia Europa, sono ispirate ad altrettanti esempi orientali e mischiano influenze arabe, mogul, indiane, moresche. Un viaggio che si conclude nella cappella del complesso, dove si ritrovano accomunati simboli di religioni diverse. Messaggio di tolleranza e di pace fra i popoli nel nome della bellezza e della cultura.

Foto di Martino Zegwaard