Piemonte: pedalando fra le vigne

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Langhe, Roero e Monferrato sono ideali per una vacanza lenta. E la bicicletta, ecologica e rilassante, è il mezzo ideale per scoprire colline, castelli e cantine patrimonio dell’Unesco

In una chiesa in cima a una collina, poco fuori Clavesana (Cuneo), ho capito che cosa significa avere un legame profondo con la terra. Non è un discorso da contadini, non è retorica pascoliana. Il legame con la terra lo capisci quando vedi che un parroco concede la sua chiesa, S. Anna delle Surie, per ospitare un convegno sull’agricoltura in cui si parla di ritorno alla terra: progetti di riqualificazione di prodotti locali, affidati a giovani con meno di 30 anni (l’iniziativa, per chi volesse documentarsi, si chiama TerraOriginale). Sono figli, nipoti di piemontesi che tornano a casa. Alla loro terra. Questo è il legame.
Un legame che traspira dalle colline, dai vitigni, dalle brume della mattina, qui così fredda in inverno eppure così meravigliosamente accogliente in primavera. Langhe, Roero e Monferrato. Sembrano, a volte, Qui Quo e Qua, i tre nipotini di Paperino: non sai quando finisce uno e inizia l’altro, tanto sono legati, consequenziali. Eppure i confini sono nitidi, li delimitano fiumi e colline. È geografia naturale, non artificiale, politica. Qui però i confini non si sentono, incredibilmente e fortunatamente si lavora, a livello di promozione del territorio, insieme, scavalcando le tre province del Basso Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo) che ospitano Monferrato, Langhe e Roero. Terre del vino, ma non solo. Terre della tradizione, ma senza arroccarsi. Terre di castelli, ma mai sulla difensiva.

Da quando l’Unesco ha riconosciuto questo territorio Patrimonio dell’umanità (vedi approfondimento dedicato), Monferrato, Langhe e Roero vivono una seconda giovinezza. Il modo più bello di scoprirle, non ho dubbi, è il turismo slow. Procedere lenti, osservando il profilo dei colli, i colori delle vigne, i castelli. Per questo vi proponiamo un lungo itinerario ciclabile, che su sviluppa per quasi 200 km attraversando queste terre da nord-est a sud-ovest. Un itinerario che in realtà sono quattro, uniti. Non sono particolarmente impegnativi, ma naturalmente potete scegliere di percorrerne in sella anche solo una parte.

Da Casale Monferrato a Novi Ligure (63 km). Il primo tratto si sviluppa nel Monferrato alessandrino e va da Casale Monferrato a Novi Ligure, passando per Tortona. La descrizione dettagliata, manubrio alla mano, la trovate sul sito piemontebike.eu (dove trovate anche il Progetto Bike, ovvero l’elenco delle strutture che vi possono ospitare e supportare). Noi ci limitiamo a segnalare alcune tappe, o scorci, che hanno attirato la nostra attenzione.
A Casale Monferrato si trova una delle più belle e importanti sinagoghe di tutto il nord Italia. È qui dal 1595, al centro di quello che un tempo era il ghetto ebraico. È ricca, sontuosa. Ovunque spicca l’oro: foglie d’oro zecchino ricoprono gli stucchi, vernici dorate impreziosiscono gli arredi.
Il castello medievale di Pomaro Monferrato, elegante, imponente, è lì da 900 anni, eppure è quasi sconosciuto.
A Tortona si costeggiano gli imponenti resti archeologici delle antiche mura romane e si sale fino alla torre del castello, unica superstite della furia napoleonica. Ma il panorama consola.

Da Novi Ligure ad Acqui Terme (59 km). Qui parte il Tour del Basso Piemonte (lo trovate su piemontebike.eu diviso in tre parti). Questo tratto è il più impegnativo. In sella, si consiglia di percorrerlo in tre giornate, quattro se volete andare rilassati. Ma sarebbe uno sgarbo al Museo dei Campionissimi ospitato proprio a Novi, un omaggio a Fausto Coppi e Costante Girardengo che qui vissero e si allenarono. Senza sfidare le leggende, affrontiamo la salita verso il forte di Gavi, dall’inconfondibile pianta stellata. Si prosegue passando San Cristoforo dopo aver affrontato l’unica vera e propria salita della giornata. I successivi chilometri saranno tutti in leggera discesa, e pianeggianti una volta attraversato il torrente Orba.
La strada riprende a risalire sulle colline dell’Alto Monferrato. Dopo Mornasco, una discesa ci porta a Visone e in pochi minuti ad Acqui Terme. Nota fin dall’antichità per le sue acque termali, è apprezzata per i tartufi e i vini rossi. Qui meritano la visita l’acquedotto romano, il Duomo e la basilica di S. Pietro.

Da Acqui Terme a Canelli (37 km). Salutata Acqui, seguiamo le indicazioni per Nizza Monferrato: la strada sale leggermente, per diventare impegnativa nella parte finale, verso Quaranti e Mombaruzzo. Due soste-assaggio consigliate, nel primo borgo per il brachetto, caratteristico rosso frizzante, nel secondo per gli amaretti che qui sono vanto di casa. Se Nizza, fornisce il pretesto per assaggiare la bagna cauda (il cardo gobbo, compagno perfetto per questo intingolo, viene da qui), quella finale, Canelli, sede delle maggior case produttrici di Asti Spumante, non può che prevedere una degustazione in cantina.

Da Canelli ad Alba (39 km). Ci inoltriamo nelle Langhe: una strada ondulata e priva di traffico ci porta a Santo Stefano Belbo, paese natale di Cesare Pavese. Sulla strada per Alba, fra le soste da segnalare, la piccola Neive, Bandiera arancione Tci, e Barbaresco, tappa vinicola d’eccellenza. Ritornati sul percorso principale, dovremo scollinare ancora per raggiungere il traguardo finale: Alba, la città del tartufo bianco e di altri straordinari sapori piemontesi, protagonisti anche nel ristorante Piazza Duomo dello chef stellato Enrico Crippa. Nel centro storico, spiccano il Duomo, la chiesa gotica di S. Domenico e le case medievali.
Il nostro tour è finito. Ci auguriamo che abbiate rallentato adeguatamente da godervi al meglio il paesaggio, i sapori e i profumi di questi luoghi. Soprattutto il profumo della terra. Perché quello è il legame più forte.