BIcitouring. Pedalando verso il Nobel

La bicicletta le ha cambiato la vita, dopo aver fatto il giro del mondo in sella, Paola Gianotti è diventata testimonial del Touring Club Italiano

Quasi quasi cambio vita. Cambio vita e mi metto a pedalare seriamente, dove quel seriamente significa percorrere 29.430 chilometri in 144 giorni, quel che basta per entrare nel Guinness dei primati. A vederla, minuta e asciutta, sorridente e disponibile non lo diresti: davvero lei ha fatto tutta quella strada in sella? E invece sì: Paola Gianotti da Ivrea (guai a non dirlo che ci tiene) ha fatto tutta quella strada e molta di più. Consulente aziendale pentita, da allora non si è più fermata. Allora aveva 32 anni e un’idea strana in testa: fare il giro del mondo in bici.

Missione compiuta. Dopo ha partecipato, unica donna, alla Transiberiana su due ruote. Anche per questo il Touring Club Italiano, che non per nulla è nato 122 anni fa come associazione di ciclisti, l’ha scelta come testimonial. «Con il Touring – spiega – condividiamo gli stessi valori: tutto quello che è conoscenza, viaggio, scoperta». Scoperta soprattutto di se stessi «perché quando pedali per così tante ore al giorno di fila, da sola, quel che conta non è più solo il fisico, ma la testa. E allora viaggiare diventa un modo per capirsi, per confrontarsi con le proprie aspettative e i propri limiti», aggiunge. «Il viaggio come lo intendo io non è solo muoversi e basta: è incontro, consapevolezza di sé e degli altri». E il vero viaggio per lei è soprattutto in bicicletta. Così Paola è stata scelta per portare a Oslo le firme raccolte da Caterpillar di Radio2 Rai e dal Tci per candidare la bici al Nobel per la pace. Non male come prima pedalata insieme.