Hotel leggendari. Borgo Scopeto

In provincia di Siena Borgo Scopeto, che ha ospitato scene del film Lettere a Giulietta, è espressione della grande tradizione toscana dell’ospitalità. E del buon vino

In pochi luoghi come in Toscana il monito “Dalla terra siamo venuti e alla terra dobbiamo tornare” del celebre libro di Pearl S. Buck, premio Pulitzer del 1931, La buona terra, ha un senso. Ma oltre ai saldi valori tradizionali di cui è origine ed emblema, questa terra sapiente e antica di ulivi e vigneti, di colline trapunte di pievi e poderi solitari, di lecci e cipressi che scandiscono la sequenza dei piani nella vastità dell’orizzonte, è frutto della storia e dell’uomo ma, libera dalle leggi del tempo, salda passato e presente in una bellezza senza tempo. Questo lembo d’Italia è espressione di un’armonia asciutta e potente che si esprime nel gusto di vivere. Di quel raro equilibrio fatto di arte, cultura, gusto, natura, cibo che il mondo ci invidia, di quell’eleganza misurata e sincera che si respira anche a Borgo Scopeto, nel Comune di Castelnuovo Berardenga (Si), affacciato su un panorama in cui spiccano le bellicose torri di Siena. Noto fin dal 1079 come insediamento fortificato, il complesso appartenne dal XIV secolo alla nobile famiglia senese dei Sozzini, che lo trasformò in residenza di campagna. Qui trascorse parte della sua gioventù il teologo e riformatore religioso Fausto Sozzini (1539-1604), fondatore insieme allo zio Lelio della Chiesa anti-trinitaria polacca

Oggi Borgo Scopeto, dominato da una robusta torre d’avvistamento del Duecento, è il cuore di un’azienda agricola di oltre 500 ettari, di cui 70 destinati a vigneti e 50 a oliveti. Il relais, restaurato con gusto, rispetto e attenzione per i particolari, offre 58 camere, tutte diverse, elegantemente arredate, un ristorante che abbina piatti della tradizione, materie prime d’eccellenza e fantasia moderna, una spa, due piscine e una cantina che profuma di rovere. Quello delle grandi botti dove matura il Chianti Classico Docg Borgo Scopeto, ma anche il Riserva Vigna Misciano, il Borgonero Igt e il Vin Santo Chianti Classico Doc. Perché, grazie alla sua proprietaria Elisabetta Gnudi Angelini, energica, elegante ma schietta come i suoi vini, il complesso è anche espressione della grande tradizione vitivinicola toscana. Tre sono i fiori tenuti da una mano che campeggiano nello stemma di famiglia e tre sono le altre aziende agricole e cantine Gnudi. Oltre a Borgo Scopeto, Caparzo (www.caparzo.com) e Altesino (www.altesino.it), con l’antico palazzo Altesi, entrambe nel Comune di Montalcino e votate alla produzione del celebre Brunello di Montalcino Docg, e Doga delle Clavule (www.dogadelleclavule.com), in Maremma, dedicata alla creazione di Morellino di Scansano Docg, Vermentino Igt e Rosato Igt.
Info, tel. 0577.320001; www.borgoscopetorelais.it.