di Alberto Gerosa
In vetta a tutte le graduatorie mondiali per la qualità della vita, in questo momento la capitale austriaca ha buon gioco nell’attrarre visitatori in cerca di bellezza e tranquillità
Vienna è una tra le poche città al mondo per descrivere le quali si può fare abbondante uso dei superlativi senza timore di essere smentiti. Le statistiche, d’altronde, parlano chiaro: la capitale austriaca è ormai da anni abbonata ai primi posti nelle classifiche delle metropoli più a misura d’uomo, prospere, pulite. E sicure, in un periodo dove la sicurezza è diventata merce quantomai rara...
Mix perfetto di natura e cultura. Sono ben poche le capitali al mondo dove è possibile recarsi in metropolitana o in tram ai piedi di una montagna, fare un’escursione sul Wilhelminenberg o sul Kahlenberg (quest’ultimo ricco di memorie legate all’assedio ottomano del 1683), consumare un picnic sui prati che dominano la città e poi concludere la giornata passeggiando tra le sale di musei d’importanza planetaria. Senza la necessità di guardare troppo l’orologio, visto che in alcuni giorni le raccolte del Kunsthistorisches Museum, dell’Albertina e del museo d’Arte applicata sono accessibili fino a tarda sera.
E poi, a Vienna la stessa città è un gigantesco museo a cielo aperto, dai palazzi degli Asburgo e di Eugenio di Savoia alle strutture moderniste di Otto Wagner e Adolf Loos; dall’edilizia popolare della Vienna rossa degli anni Trenta con il suo indiscusso e colossale decano, il Karl-Marx-Hof, alle Flaktürme, le sei torri in cemento armato della contraerea nazista (una delle quali ospita oggi il più grande acquario austriaco, noto come Haus des Meeres) e ai grattacieli che si affacciano sul Danubio, tra i quali svettano il parallelepipedo “tagliato” del Sofitel firmato da Jean Nouvel nel 2010 e la più recente DC Tower 1 di Dominique Perrault che coi suoi 250 metri contende alla Donauturm il titolo di edificio più alto dell’intera Austria.
Persino le fogne hanno interesse storico-culturale, come dimostrano i 3. Mann Tour, visite guidate che da maggio a ottobre ripercorrono le tracce di Orson Welles alias Harry Lime nel classico del cinema Il terzo uomo, ambientato nella Vienna dei contrabbandieri del secondo dopoguerra. Presso gli innumerevoli antiquari e robivecchi, sparsi un po’ dappertutto negli oltre 20 distretti cittadini (consigliato Nostalgicum, in Schönbrunnerstrasse 83), è inoltre possibile fare proprio un pezzo di storia – un vecchio libro, una stampa antica, una porcellana Augarten o una cartolina d’epoca –, con un esborso minimale. Molto interessanti anche i mercatini delle pulci, tra i quali va citato quello allestito ogni sabato mattina presso il Naschmarkt. Da non perdere il negozio di dischi d’epoca Teuchtler (Windmühlgasse 10), stipato fino al soffitto di antiche e rare incisioni su gommalacca a 78 giri di Caruso, Schipa, Gigli e Murolo.
Melodie senza confini. La musica è d’altronde l’incontestabile genius loci di Vienna, circostanza che oltre al Concerto di Capodanno presso il Musikverein e a quello – aperto al grande pubblico – di una Notte d’Estate nel parco di Schönbrunn si manifesta nel fitto calendario di rappresentazioni operistiche e brani sinfonici messi in cartellone dal Konzerthaus, dalla Volksoper, dal Theater an der Wien e, naturalmente, dalla Staatsoper.
E se i prezzi dei biglietti per uno spettacolo all’Opera di Stato incidono troppo sul proprio budget (si spazia da 14 a 205 euro, ma è arduo per i turisti spendere meno di 100 euro) si può sempre optare – come fanno molti viennesi – per un fine settimana musicale nelle confinanti e meno care Bratislava e Brno. Quest’ultima è un autentico gioiello tutto da scoprire, con il suo centro storico realizzato in buona parte dagli stessi architetti che hanno dato a Vienna il suo volto inconfondibile. In tema di gite fuori porta, gli amanti della bicicletta possono qui approfittare della vicinanza dell’Ungheria, destinazione sempre più apprezzata dagli appassionati. Senza contare che la stessa Vienna ha da offrire, all’interno dei suoi confini, 1.270 chilometri di piste ciclabili (dati 2014; a Milano sono 182...) e 120 stazioni per le 1.500 biciclette del servizio di bike sharing Citybike Wien.
La qualità della vita ha il suo prezzo. E, a proposito di budget, il costo della vita nella capitale austriaca è fondamentalmente analogo a quello di una grande città italiana. I prezzi degli immobili sono più bassi: con 800 euro non è troppo difficile riuscire ad affittare 50 metri quadrati in pieno centro, cosa che a Roma e Milano avviene raramente al di sotto dei 1.200 euro. Il risparmio è circa di un terzo. In compenso i servizi sono piuttosto cari: i mezzi di trasporto pubblico, per esempio, dove un viaggio costa 2,20 euro (il biglietto urbano a Milano e Roma è pari a 1,50 euro).
Pure i generi di prima necessità tendono a esser costosi: ciò è particolarmente vero per le verdure e soprattutto per la frutta, dove sia la scelta sia il rapporto qualità/prezzo nei supermercati lasciano talora a desiderare. Discorso analogo per le carni (soprattutto quelle rosse); spesso si dimostra quindi più conveniente consumare il proprio pasto presso una delle filiali di Radatz o Trünkel, catene che a mezzogiorno offrono menu di tavola calda (dove è la Wiener Schnitzel, la “nostra” cotoletta alla milanese, a farla da padrona) a prezzi sui 5-7 euro.
Caffè e Bacco: vite parallele. Le Kaffeehäuser ovvero i caratteristici caffé viennesi, dai centralissimi Bräunerhof e Landtmann agli iconici Sperl ed Eiles, sono una componente inalienabile dell’immagine della capitale austriaca e costituiscono per la stessa popolazione una risorsa insostituibile: con i circa due euro necessari per un Kleiner Brauner (il nostro caffé macchiato) ci si acquista il diritto di occupare un tavolo a oltranza, anche per tutta la giornata, facendo così del locale una sorta di succursale della propria abitazione o dell’ufficio, dove è possibile leggere, lavorare oppure incontrare amici e colleghi.
Diffidate dei camerieri troppo servizievoli: l’autentico Herr Ober viennese deve mostrarsi sempre un po’ altezzoso e non dare mai seguito immediato alle richieste degli avventori. E non si commetta l’errore di dimenticare la mancia: arrotondare gli importi del 10 per cento circa è consuetudine tanto in taxi o dal parrucchiere quanto a maggior ragione nei caffé, nei ristoranti e negli Heuriger, ovvero le osterie del vino novello, dove fa un po’ le veci del coperto che qui non viene calcolato.
Ben noti sono gli Heuriger di Grinzing, tuttavia sono da considerare meno turistici quelli di Neustift am Walde, primo fra tutti il Weinhof Zimmermann (Mitterwurzergasse 20). È un’osteria immersa tra filari di vite, a ricordarci che Vienna è l’unica metropoli al mondo a vantare oltre 700 ettari di vigneti all’interno del territorio urbano. Circostanza quantomai simbolica, in una città che ogni giorno, in pressoché ogni sua espressione pare voler celebrare con un simbolico brindisi la gioia di vivere.