Il caso. Praiano, in Campania

Rino MangieriRino MangieriRino MangieriRino MangieriRino MangieriOlivier Goujon/MarkaRino Mangieri

Una storia di turismo virtuoso che arriva da Priano, sulla costiera amalfitana, dove un gruppo di cittadini attivi ha creato AgendaComune per investire nel proprio paese
 

Questo è un invito alla visita a Praiano, borgo poco noto rispetto ai più famosi centri della Costiera amalfitana, nonostante vanti una tradizione turistica che risale all’epoca della Repubblica marinara di Amalfi, quando i dogi lo elessero a residenza estiva. Un invito non solo a godere di bellezze naturali come la cala della Gavitella, e a salire le scalinate che portano all’antica Plagianum dove ammirare un «paese giardino e museo a cielo aperto» frutto di un esperimento di ingegneria civica e di un piano strategico che ne rafforza l’identità. L’invito è rivolto a chi ha voglia di cambiare una situazione intollerabile di perdita di fondi europei che si aggrava di anno in anno. La Corte dei Conti ricorda che «nel 2014 il disavanzo per l’Italia fra soldi dati e ricevuti dalla Ue è salito a 5,4 miliardi, a fronte dei 4,9 miliardi del 2013». Al contempo i magistrati puntano il dito su «irregolarità e frodi» sull’uso dei fondi: nel 2014 «la spesa irregolare» riguarda per il 65,8% i fondi strutturali). Proprio partendo da questi dati alcuni residenti di Praiano (cito, per tutti, Claudio Gatti, giornalista e inviato del Sole24Ore dagli Stati Uniti), hanno voluto reagire. «Abbiamo creato un piano per obiettivi locali ma con metodi e strumenti replicabili su scala nazionale» racconta Gatti. È nato così AgendaComune: un progetto di riscossa civica nato con l’intenzione di favorire senso di appartenenza e responsabilità verso la comunità di cui si è parte, “capitale civico” fondamentale per realizzare progetti esemplari.

Progetti esemplari che si sviluppano grazie ai quattro pilastri di AgendaComune: dal fondamentale nucleo di cittadini attivi al gruppo dei garanti esterni che fungono da competenti controllori; passando per chi detiene le competenze professionali necessarie ed è disposto a partecipare a una banca «di capitale civico» che raccolga un monteore di prestazioni professionali volontarie a supporto dei progetti, il tutto in un contesto dove necessariamente l’amministrazione (e l’opposizione locale) hanno a cuore il bene della comunità. Con questi presupposti nell’estate 2013 viene costituita la onlus AgendaPraiano. La prima decisione è finanziare la creazione di una cassa dei contributi locali per avere una quota di co-finanziamento a disposizione di qualsiasi progetto su cui lavorare e chiedere fondi esterni (regionali, statali o dell’Unione Europea). Il concetto è semplice: i praianesi devono essere i primi a investire sul proprio paese. E i membri di AgendaPraiano riescono a raccogliere oltre 20mila euro. Raccolti i soldi, decise le linee guida, bisogna elaborare un progetto pilota. Si parte dalla considerazione che Praiano vive di riflesso del turismo dei centri vicini come Positano e Amalfi. L’idea è allora creare un’identità forte, legando il nome del paese all’arte diffusa: l’immagine di giardino e museo a cielo aperto dovrebbe favorire la permanenza dei turisti e ridurre le visite mordi e fuggi. Per promuovere il progetto si utilizzeranno tutte le nuove tecnologie introducendo elementi di attrazione che permettano di destagionalizzare la domanda, andando oltre l’estate.

Per farlo si è chiesto aiuto a otto artisti della zona con cui portare avanti il progetto NaturArte che ruota attorno alle edicole votive, le piccole cappelle su mattonelle maiolicate sparse per le strade del paese. Agli artisti è stato chiesto di rinforzare il concetto di arte diffusa ispirandosi alle tradizioni locali e al paesaggio. I cittadini, che hanno messo a disposizione i muri per le edicole, diventeranno proprietari dell’opera in cambio di una corretta manutenzione. Così sette itinerari disegneranno una grande mostra d’arte sempre accessibile: sculture in pietra accompagneranno il viaggiatore nell’ottavo itinerario, che dal paese porta con 1.300 gradini alla chiesa di S. Maria a Castro, i cui affreschi torneranno a risplendere dopo i lavori di restauro.

Arrivano i fondi, un primo bilancio. Il Progetto è stato fatto proprio e approvato dal Comune che ha avviato la ricerca di fondi europei per finanziarlo. Ricerca fruttuosa: è stato uno dei 31 progetti vincitori di un bando per i fondi europei Por Fesr della Regione Campania. A dimostrazione che un’idea nata dal basso, con una comunità che si unisce con proprie idee, energie e capitali può produrre progetti non solo innovativi ma anche in grado di affermarsi in competizioni spesso influenzate da favoritismi e clientelismi. Sabato 21 maggio la cerimonia che porterà a svelare le nuove installazioni realizzate dagli artisti ceramisti, le edicole votive e gli affreschi restaurati: la fine di un progetto, l’inizio di un percorso.