di Marta Calcagno Baldini
La spettacolare installazione dell’artista sulle acque del lago è un’occasione unica anche per riscoprire questo territorio del Bresciano ricco di storia, arte, archeologia e... bollicine docg della Franciacorta
Per scoprire di più su The Floating Piers, scopri il nostro speciale sul sito www.touringclub.it: come arrivare, cosa fare, cosa vedere e molto altro!
«Mi raccomando: mettete la crema per non scottarvi. Tutto il sentiero si bagnerà – dice l’artista con un tono di reale apprensione e affettuosa cura verso i suoi ospiti sulla riva del lago d’Iseo – quindi il riflesso dell’acqua sarà forte». È qui che Christo ha pensato di fermarsi e di camminare sulle acque. Cioè di realizzare il suo nuovo lavoro, Floating Piers: una passerella galleggiante larga 16 metri e lunga oltre tre chilometri (da Sulzano fino a Monte Isola, l’isola lacustre più alta d’Europa con la vetta a 600 m, passando per l’isoletta di S. Paolo, ex monastero cluniacense ora di proprietà della famiglia Gussalli Beretta). Ricoperta di un brillante tessuto arancione, la passerella sarà aperta e percorribile gratuitamente dal 18 giugno fino al 3 luglio, 24 ore al giorno (la notte illuminata da lampade a led, ricaricate dal sole) da tutti coloro (si prevede una presenza contemporanea di 15mila persone e un afflusso di 50mila al giorno) che vorranno provare l’esperienza di attraversare letteralmente a piedi («meglio ancora se scalzi», consiglia l’artista) il lago sul pelo dell’acqua. Christo – nome d’arte di Vladimirov Yavachev, artista di origine bulgara da anni residente a New York – è famoso in tutto il mondo per le opere di land art che realizzava con la moglie Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009) e noto in particolare per i suoi “impacchettamenti” di monumenti celebri o di interi paesaggi, dalle Montagne Rocciose in Colorado al Pont Neuf a Parigi, da Porta Pinciana a Roma al Parlamento di Berlino. Per la prima volta senza Jeanne-Claude, è qui, sul lago d’Iseo, piccola perla lacustre ignorata anche dagli stessi bresciani che le preferiscono il Garda come destinazione vacanziera che Christo ha scelto di realizzare una nuova opera. Ha lavorato in segreto per mesi sulle sponde del lago tra Iseo e Sulzano. È qui che insieme alla sua squadra di assistenti e di subacquei, in gran parte bulgari, ma anche francesi e americani, Christo ha costruito oltre 300mila cubi da mezzo metro di lato che uniti formano la passerella.
Il quartier generale dell’artista, protetto dalla riservatezza, è il vicino storico hotel l’Araba Fenice. Qui è coccolato, a base di pasta aglio e olio (ottantunenne, adora i cibi semplici e in particolare l’aglio che mangia in continuazione) e di sinfonie di pesci di lago, dalla giovane chef Debora, una cuoca di origine calabrese. L’albergo sorto a metà Ottocento, è un quattro stelle anch’esso affacciato sull’acqua, palcoscenico di numerosi episodi storici garibaldini e avvolto da leggende come quella che avrebbe visto il salone dell’hotel testimone del ventilato incontro tra Benito Mussolini e Winston Churchill ai tempi della Repubblica sociale di Salò. Il sentiero galleggiante è stato realizzato con cubi di polietilene da una squadra di 500 persone tra volontari e assunti (tutti a spese dell’artista, che per l’intero progetto ha investito dieci milioni di euro e non ha accettato le numerose proposte di sponsorizzazione). Durante le settimane di presenza nel lago del Floating Piers, la stessa squadra di persone si occupa anche di sorvegliare la sicurezza. Dopo aver escluso il porto di Tokyo e Rio de la Plata, la scelta dell’artista è caduta sul lago d’Iseo, segnalatogli dall’amica Umberta Gnutti Gussalli Beretta e anche grazie al buon lavoro di Paola Pezzotti, la giovane sindaco di Sulzano che ha colto al volo le potenzialità turistiche dell’evento e che ha garantito l’accoglienza totale su questo territorio fin dal primo incontro con Christo nell’agosto 2014. Che l’occasione fosse ghiotta per il lago d’Iseo lo hanno capito subito in molti, tanto che hanno steso ponti d’oro all’artista che li ha ripagati incontrando spesso le diverse comunità del lago, spiegando con semplicità il senso dell’operazione artistica. Tutta la vicina Franciacorta e la città di Brescia si sono mossi all’unisono e con poche contrarietà per andare incontro alla complessa organizzazione e agli inevitabili disagi provocati dalla costruzione e realizzazione della ingombrante installazione.
Quello che già viene definito l’evento artistico dell’estate richiama nella zona un turismo internazionale fatto di critici d’arte da tutto il mondo, collezionisti, giornalisti e televisioni. Un’occasione unica per mostrare e far ammirare il fascino e le bellezze nascoste di quest’area lombarda ingiustamente poco conosciuta e poco frequentata dal turismo. Oltre all’aumento di prenotazioni negli hotel, nei b&b e nei ristoranti di tutta la zona compresa tra Brescia, la Franciacorta, il lago d’Iseo e fino alla val Camonica, al Tonale e a Ponte di Legno, si è persino registrato un boom di cerimonie nuziali: molte coppie vogliano unirsi in matrimonio nella chiesa di Monte Isola proprio in quei magici 15 giorni. Vediamo allora di capire come l’intera zona si è preparata e che cosa offre al visitatore curioso che si avventuri in quest’area nell’estate del 2016. La città, nota per le sue imprese nell’industria siderurgica, si è già da tempo votata anche alla missione di attrarre turisti in nome dell’arte, della storia e dell’archeologia. Prima con le grandi mostre sugli impressionisti organizzate dal mago dell’art-turismo Marco Goldin, poi risistemando il suo centro storico, il quartiere off del Carmine, costruendo una delle metropolitane più moderne d’Italia. Infine il complesso di S. Giulia, l’enorme costruzione, ex convento longobardo, costruita sopra le antiche rovine romane, oggi museo, che ospita la mostra dedicata all’artista bulgaro, Christo and Jeanne-Claude. Water Projects (aperta fino al 18 settembre). A cura del noto critico Germano Celant, riunisce i progetti legati all’acqua della coppia di artisti: oltre 150 documenti, tra studi, disegni e collage originali, modelli in scala, fotografie e video, che permettono di capire meglio il loro lavoro. Una volta in città, e in particolare lungo la via dei musei, merita una visita il parco archeologico della città romana, che, dopo un lavoro di due anni, è stato completamente restaurato: dal Capitolium (arricchito da una suggestiva installazione interattiva realizzata da Studio Azzurro) fino al Teatro romano e al Santuario repubblicano dedicato a Zeus. Oltre ai restauri, tutti questi luoghi archeologici sono oggi visitabili anche in realtà aumentata, con speciali occhiali in 3d che permettono di percorrerli come se il viaggiatore fosse nell’età impe
Resti degli antichi fasti di Roma fanno capolino anche in Franciacorta, territorio collinare coltivato in gran parte a vite diventato, da una trentina d’anni, patria del cosiddetto “champagne italiano” il Franciacorta, vino con le bollicine al top della qualità nelle classifiche enologiche e sempre più diffuso sulle tavole nazionali e di tutto il mondo. Il territorio racchiude tra le vigne innumerevoli tesori d’arte, conserva tradizioni gastronomiche e propone ricche testimonianze di storia, laiche e religiose. Delimitata dai fiumi Mella e Oglio, la Franciacorta è chiusa tra le colline di Brione, Polaveno, Monticelli Brusati e il lago d’Iseo, e la pianura padana. È estesa sul territorio di 19 Comuni (da Adrio a Corte Franca, da Erbusco a Passirano e Rovato), e vanta oggi oltre 80 chilometri di percorsi tra itinerari pedonali, piste ciclabili e passeggiate a cavallo. Sparse qua e là testimonianze di antichi conventi e di chiese rupestri, ma anche di insediamenti romani, sorti in seguito all’assegnazione di appezzamenti di terra a centurioni distintisi in guerra. «Quando abbiamo posto qui la nostra sede nel 2014, abbiamo scoperto la base di una torre che serviva come fornace» ci dice il norcino Silvano Palazzi, che con il fratello Ivan ha aperto a Corte Franca, in via Quattrovie, Polastri Maceler («dalla canzone di Francesco De Gregori Bandito e Campione, dedicata a Sante Pollastri, anarchico che passò 32 anni in carcere e uscì solo nel 1959 graziato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi») uno spaccio di prodotti doc del territorio, dai formaggi ai salumi (tra cui la ret – o la magiola –, salame molto particolare impastato con erbe aromatiche) e vini di Franciacorta. Sul retro del negozio, infatti, è ben visibile la base circolare di una torre antica, con intatta una parte di muro dell’antica fornace: «E se si dovesse scavare qui certamente si troverebbe un insediamento vero e proprio».
Da qui , sulla strada verso Iseo, l’antica Roma torna a mostrare i suoi resti. Basta percorrere via Quattrovie, antica strada romana, per trovarsi alla chiesa di S. Pietro in Lamosa, che nel 1083 i proprietari originari donarono all’ordine monastico allora più influente, quello cluniacense, sorto a Cluny, in Francia, in seguito alla riforma dell’ordine benedettino. La chiesetta apparteneva a uno dei 1.300 monasteri sparsi per l’Europa, e tale rimase per quattro secoli. Attorno al 1550 la navata centrale della chiesa fu ampliata e oggi è visitabile e sede di mostre e convegni. Il monastero si erge in vista delle Torbiere del Sebino, oggi riserva naturale, formatesi con i detriti portati dai ghiacciai. Tutta la Franciacorta per la verità è caratterizzata da terreni morenici, ma in quest’area quando, 10mila anni fa, l’ultimo ghiacciaio si ritirò, si formò una prateria acquitrinosa diventata poi area torbosa. Ancora nel 1700 si pensava che quella sorta di palude fosse del tutto inutile: Cristoforo Pilati, studioso bresciano del tempo, scriveva che «le erbe miserabili che si trovano là sono buone a rendere gli animali magri anziché grassi». Solo a partire dall’Ottocento ci si rese conto che quella palude era un “magazzino di energia proprio sotto il sole” e si cominciò infatti a estrarre la torba come combustibile. Fino al 1940 infatti, la torba fu usata per alimentare i forni delle industrie siderurgiche della zona. Oggi invece le Torbiere del Sebino sono una splendida area naturale protetta in cui si possono compiere passeggiate su apposite passerelle, e visite guidate alla scoperta delle innumerevoli specie animali e vegetali che qui proliferano in libertà.
Dalle torbiere la strada per il lago d’Iseo è breve: dopo aver visitato Iseo, con i suoi negozietti alla moda e i ristoranti di tradizione, è da raccomandare una sosta all’hotel Araba Fenice, l’albergo di Sulzano in cui Christo ha soggiornato per tutti i mesi necessari alla realizzazione della sua opera. Il suo cantiere, infatti, è proprio affacciato sul lago a poche decine di metri dall’hotel, negli spazi dell’ex stabilimento Caproni: «Era abbandonato da 30 anni» ci dice Alessandro Ropelato, general manager dell’hotel. «Grazie a Christo tutta l’area sta beneficiando di questa improvvisa notorietà. Per la prima volta, per esempio, stiamo unendo e facendo dialogare tutti gli hotel quattro stelle che si affacciano sul lago. Per il futuro vorremmo organizzare altre occasioni di incontro e trasformare il lago d’Iseo nel “lago dell’arte”». Arte che andrebbe ad affiancare la lunga tradizione di alto artigianato della zona. Monte Isola è nota in tutto il mondo per la produzione sia di reti da pesca sia di quelle che si trovano negli stadi, nelle porte dei campi di calcio. Nella vicina Sarnico, sulla riva bergamasca del lago, c’è il cantiere navale Riva, la Rolls Royce delle imbarcazioni, forse il cantiere italiano che ha prodotto i motoscafi di lusso più famosi al mondo. Anche i segnali del risveglio turistico della zona sono evidenti, grazie soprattutto agli arrivi dal Nordeuropa. «Al momento vengono molti norvegesi spinti fin quaggiù da una serie tv ambientata lungo il lago. Ma speriamo anche nell’effetto del cineturismo» continua Ropelato. «Sta per uscire nelle sale il film My father Jack, pellicola italiana di azione con tanto di inseguimenti alla 007»
La cultura del vino in Franciacorta inizia a svilupparsi solo dal 1967, grazie a un piccolo gruppo d’imprenditori, anche se fin dal medioevo qui si otteneva un vino “mordace” solo per il consumo locale. Come testimonia il catasto napoleonico del 1809 già allora si contavano circa mille ettari di vigneti, promiscui con altre colture: dalla fine dell’Ottocento in poi nascono diversi cenacoli mondano-culturali nelle ville sui colli. Dopo il decisivo intervento negli anni Sessanta di Franco Zuliani, all’inizio degli anni Settanta imprenditori e manager cominciano ad acquistare terreni in Franciacorta, arricchendo le terre con vigneti trasformati in “laboratori enologici”. Le bollicine della Franciacorta presto raggiungono i maggiori livelli di qualità dello spumante italiano. Finalmente nel 1995 il nome Franciacorta designa il primo brut italiano ottenuto con il metodo classico ad avere il riconoscimento docg. Nei 2.800 ettari di vite Franciacorta docg si contano 109 cantine, molte delle quali sono visitabili. Una delle più interessanti e spettacolari è sicuramente la Ca’ del Bosco di Erbusco: una grande cancellata firmata da Arnaldo Pomodoro (il Cancello solare), introduce a un percorso artistico punteggiato di viti e di sculture di arte contemporanea firmate dal polacco Igor Mitoraj e dal bresciano Bruno Romeda, gatti colorati della craking art e molti altri. L’azienda organizza visite guidate, mette in vendita sul posto i propri vini, e si propone come location per feste e matrimoni.
Ma non è l’unica formula adottata in Franciacorta. «Loro rappresentano la modernità, noi la tradizione», ci dice Pia Donata Berlucchi, presidente della Fratelli Berlucchi, azienda che da più di 30 anni tiene alto il nome del Franciacorta. Siamo a Corte Franca, in mezzo alle colline: «La scoperta del vino ha preservato questa zona dalla rovina dell’ambiente, che è rimasto naturale fino a oggi proprio grazie ai vigneti». In contemporanea con l’installazione di Christo anche la Berlucchi sarà aperta per visite guidate (in azienda vengono anche conservati interessanti affreschi medievali e rinascimentali) con degustazione finale, previa prenotazione (info@fratelliberlucchi.it, o tel. 030.984451). Tra la Fratelli Berlucchi, La Montina di Monticelli Brusati (aperta tutti i giorni per visite guidate con degustazione e sede del museo Remo Bianco, Museo d’arte contemporanea con 180 opere esposte), la Cavalleri di Erbusco, la Barone Pizzini di Provaglio d’Iseo (prima azienda agricola di vini Franciacorta a produrre solo vino biologico), le cantine della Franciacorta sono davvero un variopinto bouquet di offerta di enoturismo.