di Fabrizio Ardito | Foto di Fabrizio Ardito
Una pista ciclabile sul tracciato di una ferrovia in disuso: la bella storia (in continua evoluzione) della Spoleto-Norcia
In fondo al buio pesto e sgocciolante della galleria caprareccia una piccola luce che si avvicina a ogni pedalata indica il termine del percorso sotterraneo. Con questi due chilometri nel buio, rischiarati solo dal faro della bici, la pista ciclabile che collega Spoleto a Sant’Anatolia di Narco, entrambe in provincia di Perugia, ci ha permesso di superare lo spartiacque tra la Valle Umbra e la Valnerina. Oramai la salita che ci ha portato da Spoleto all’imbocco del tunnel è alle nostre spalle e rimane quindi da godere la felicità della discesa lungo la ex strada ferrata che si snoda in un ambiente solitario e verdissimo verso il fiume Nera. Soprattutto durante i giorni di festa della bella stagione è facile comprendere quanto la Spoleto-Norcia sia divenuta famosa: gli incontri con ciclisti e camminatori sono frequenti e agli agguerriti sportivi sulle loro biciclette hi-tech seguono gruppetti familiari che pedalano più lentamente e sostano spesso per ammirare il panorama.
L’idea di trasformare la vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, terminata nel 1926, in una pista ciclabile è abbastanza recente e ha posto fine ai lunghi anni dell’abbandono iniziati quando, nel 1968, l’ultimo treno ha lasciato la pensilina della stazione spoletina per arrancare lungo questa linea di montagna. Anche se siamo nella dolce Umbria, si tratta infatti di un tracciato impervio, che ha richiesto soluzioni molto particolari e simili a quelle delle ferrovie più audaci delle Alpi: non a caso nel 1912 il primo progetto venne redatto dall’ingegner Erwin Thomas, che già aveva portato a termine la costruzione della ferrovia svizzera del Lötschberg, tra Canton Berna e Vallese.
Ponti e viadotti – il più impressionante è quello del Cortaccione – si alternano a gallerie di diversa lunghezza e la pedalata che separa le ultime case di Spoleto dal fondovalle del Nera è lunga circa 18 chilometri e supera un dislivello di circa 300 metri. Che richiedono un po’ più di due ore e mezzo a ciclisti mediamente allenati e circa quattro ore a chi decide di percorrere la ciclabile a piedi. Dopo lo smantellamento delle traversine e dei binari, il tracciato è divenuto abbastanza comodo per le mountain bike, anche se bisogna prestare una certa attenzione – soprattutto in discesa – ai sassi e alla ghiaia che compongono la massicciata e che in alcuni tratti si sono accumulati.
Curato dall’azienda Umbria Mobilità e promosso da molte associazioni, tra cui l’attivissimo Mtb Club Spoleto, il percorso della vecchia ferrovia è sempre più conosciuto e apprezzato, non solo in Italia. Ogni anno, durante il raduno di fine estate aperto a tutti (per il 2016 la grande pedalata è in programma il 4 settembre), il numero dei partecipanti aumenta. Nel 2015 gli iscritti sono stati più di 700, e hanno colorato delle tinte sgargianti di magliette, zainetti e caschi tutta la linea, in una festa che ha superato le più rosee previsioni degli organizzatori. Il grande incontro di due ruote – per il quale quest’anno è stato fissato un tetto massimo di mille partecipanti – prevede tre alternative. La più breve è la pedalata classica da Spoleto a Sant’Anatolia di Narco. Poi c’è un tragitto più impegnativo (di circa 45 chilometri) che prosegue lungo i tratti praticabili della vecchia ferrovia in direzione di Norcia, e infine un anello per ciclisti esperti e allenati che supera i 125 chilometri.
Per Luca Ministrini, infaticabile presidente del Mtb Club di Spoleto, la vecchia ferrovia è oramai una passione. «Poco alla volta riusciremo a ottenere la messa in sicurezza di tutta la linea, giacché oggi, dopo Sant’Anatolia di Narco, non tutto il tracciato è su pista ciclabile e in alcuni tratti si sta ancora lavorando alla risistemazione del percorso. Quando avremo terminato, la pedalata completa fino alla città di San Benedetto sarà lunga più di 50 chilometri, e potrà essere collegata con altre ciclabili umbre, come quella che da Assisi raggiunge Spoleto».
Sul sito web dell’associazione, aspoletonorciainmtb.it, si trovano tutti gli aggiornamenti della situazione sul terreno; inoltre è possibile consultare carte e tracce gps dell’intero percorso ed essere informati sulle manifestazioni pubbliche organizzate lungo il tracciato della vecchia ferrovia; mentre umbriamobilita.it è il sito della società regionale che ha la gestione della ex ferrovia. La pista in sede propria inizia allo svincolo Spoleto nord della Via Flaminia, in direzione nord (Foligno). Sono necessarie una mountain bike, una giacca a vento e una pila frontale per le gallerie. Il percorso può essere affrontato in tutte le stagioni, anche se in inverno il freddo sul tracciato può essere pungente (mentre nelle gallerie la temperatura è stabile tutto l’anno a circa 14 °C).
La via che corre tra boschi e gallerie è quindi aperta a tutti, con i suoi panorami e i tratti solitari nel bosco, e i servizi non mancano: oggi è già possibile affittare mountain bike ai due estremi del tratto (vedere box dedicato) che collega Spoleto alle acque del Nera e, per quello che riguarda l’ospitalità e l’incontro con la cucina umbra, non c’è che l’imbarazzo della scelta.