di Renato Scialpi
Addio panini standard, uguali dal Brennero a Siracusa. La ristorazione in autostrada ora punta sui prodotti del territorio e le lavorazioni artigianali. Siamo andati a Fiorenzuola a vedere
Manuela, 20 anni, accento emiliano, fa la spola nella sua t-shirt bianca tra i clienti dello storico autogrill di Fiorenzuola (Pc), un po’ disorientati nel non trovare né il solito self service né i mitici panini Camogli. Paziente, ripete come un mantra – in italiano e in inglese – «potete scegliere l’esperienza che preferite tra Il Pastaio coi primi caldi, La Salsamenteria coi taglieri di salumi o La Cucina di strada con la carne alla brace; pagate dove vi è più comodo e ritirate i vostri piatti dai cuochi». Spintarella finale a chi già comincia ad occhieggiare tra i banchi, sottolineata con cadenza parmense «Ah, è tutta roba nostra. Di qui vicino». Il debutto in autostrada della formula Bistrot di Autogrill, a maggior ragione nella prima struttura a ponte d’Europa (vedi box), sa davvero di rivoluzione. Il cibo industriale, precotto e standardizzato – all’americana si diceva negli anni Sessanta – è ormai storia passata. Sulla scia del successo di Expo 2015 anche un tempio del panino consumato in piedi, e in fretta, come l’area di servizio dell’Autosole si converte alla qualità e ai prodotti del territorio. Il cambio di pagina non è solo estetico, tra pavimenti a listoni stile fattoria e banchi con la fibra di legno riciclata a vista. Il laboratorio de Il Pastaio trafila al bronzo prodotti realizzati con le farine dei Molini di Voghera, le carni della griglia arrivano dall’azienda agricola Morini a 20 chilometri dall’autogrill e, per gli irriducibili del panino, il reparto panificazione propone anche dolci locali come la torta della storica pasticceria Perazzi di Vigolo Marchese. «Tutta roba di qui», se non a chilometro zero, che convince. In attesa della pasta pomodoro e basilico fatta sul momento, alla una e un quarto sono in una decina in coda, dalla modella russa in sandali dorati (con bimbo e chihuahua al traino) alla coppia di manager che nel frattempo dà la caccia a una presa per il portatile. E anche un gruppo di olandesi, scesi dal bus della De Jong Tours, non si fa pregare. La tradizione italiana fa nuovi proseliti.
Qualità ok, ma il prezzo è alto
Poco meno di 30 euro per una sosta pranzo in autogrill. Il primo impatto con lo scontrino (nella foto) della nuova formula Bistrot al ristorante di Fiorenzuola d’Arda fa suonare l’allarme prezzo: è vero, l’ambiente è accogliente e l’addio ai cibi precotti è indiscutibile. Mentre aspetti che il cuoco impiatti sotto i tuoi occhi la pasta, a pochi passi la trafila al bronzo marcia a tutto regime per rifornire i fornelli. Però nel Piacentino questi prezzi sono da ristorante con tovaglia di stoffa e servizio al tavolo, non da self service con la tovaglietta di carta. I salumi del tagliere da 13,90 euro sono prodotti igp, ma lo stesso piatto in centro a Piacenza, al ristorante Le tre ganasce (tra i primi 10 di TripAdvisor) costa 8,50 euro. Ed è vero che lì paghi 2,50 euro di coperto, ma all’autogrill ci vogliono 2,60 euro per il cartoccino con tre bocconcini di (ottimo) pane. Certo, con un po’ di attenzione si scoprono anche i menu a 14,50 euro (miniantipasto, primo, dolce e bibita) e a 11,50 euro (primo, dolce e bibita) più prossimi ai tradizionali 4,90 euro dei panini Camogli e Bufalino, oppure 4,50 euro della focaccia Capri, che imperversano negli altri punti ristoro della catena Autogrill. Pollice verso, a Fiorenzuola, per l’hi-tech: il wifi marcia a passo di lumaca e si contano sulle dita di una mano i tavoli che dispongano di una presa di corrente.
Storia di un “ponte” che arriva dall’America
L’idea di un ristorante costruito a cavallo dell’autostrada, accessibile da piazzali posti ai lati della corsie, Mario Pavesi andò a prenderla nei primi anni Cinquanta negli Stati Uniti, dove questo genere di strutture esisteva già da tempo. Mutuarne il nome “autogrill” dalle grill room, i locali disseminati lungo le interstate del Nordamerica, fu quasi automatico per l’imprenditore dolciario di Novara che, nel 1945, aveva inventato e portato al successo i pavesini proprio dopo un viaggio in Usa. E l’autogrill a ponte di Fiorenzuola d’Arda (sopra, in una foto dell’Archivio Tci del 1960) – aperto nel 1959 in provincia di Piacenza alla progressiva chilometrica 74 dell’Autostrada del Sole – non solo fu il primo del genere realizzato in Europa, ma divenne rapidamente un’icona del boom economico dell’Italia di quegli anni: l’inaugurazione del tratto fino a Parma dell’autostrada Milano-Napoli risale infatti all’8 dicembre 1958. Ancora oggi l’area di Fiorenzuola è tra le più frequentate della rete di Autogrill Spa, nata nel 1977 e oggi presente in 30 Paesi con più quattromila punti vendita. Il nuovo Bistrot è il risultato di un progetto realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cn) che vuole riflettere la più recente evoluzione della cultura dell’alimentazione, attenta a valorizzare le eccellenze del territorio e le lavorazioni artigianali locali.