Cesare Battisti, l'amico del Tci

A cento anni dalla morte, vita, opere e pensiero di una grande personalità del Novecento, italiano e non solo. L’intenso rapporto con la nostra associazione, svolto per gran parte in segreto

Tutti conoscono in Cesare Battisti un protagonista della storia d’Italia. Protagonista più volte strumentalizzato, dalla retorica del regime quale eroe dell’irredentismo almeno quanto nel ruolo di perfido traditore affibbiatogli dai nostalgici dell’impero austroungarico. Del giornalista e politico trentino, impiccato nel fossato del castello del Buonconsiglio a Trento il 12 luglio 1916 dopo un fulmineo processo-farsa, sebbene spesso si parli di Battisti come “geografo”, è poco noto il lungo rapporto – tanto profondo quanto svolto in segreto – col Tou­ring Club Italiano e con uno tra i principali suoi fondatori e promotori, Luigi Vittorio Bertarelli. Lo sottolinea il ricordo-necrologio pubblicato sulla Rivista Mensile del Tci nell’agosto 1916 «Il Touring perde (in Battisti, ndr) un amico affezionato. Il nostro vicedirettore (Bertarelli, ndr) ebbe in lui uno degli appoggi più autorevoli nei suoi lavori della Carta d’Italia per quanto riguarda il Trentino, ed ebbe più volte con lui convegno a Trento».

Attività di Cesare Battisti ampiamente documentata: nell’archivio storico della nostra associazione c’è la “bozza per correzioni” datata 1912 del foglio Venezia Tridentina della Carta d’Italia, fittamente annotata da Cesare Battisti con tanto di autografo in calce in vista della pubblicazione a stampa del 1913. E certificata pure dall’imperial-regia polizia che, proprio negli stessi giorni della sua cattura ed esecuzione, segnalava alla Corte d’appello di Innsbruck anche il contributo di Battisti alla Carta d’Italia (di fatto un’attività di “spionaggio” per il nemico), nonostante le precauzioni prese da Bertarelli per eludere la vigilanza delle autorità austriache.

Un lavoro certosino di raccolta di dati geografici, quello di Battisti per il Touring, durato anni e centrato sulla volontà di proporre per la prima volta nelle storia moderna, attraverso la Carta del Tci, una toponomastica di lingua italiana rispettosa della cultura locale, in antitesi con le nomenclature imposte dall’amministrazione austriaca. La ricerca fu poco gradita a Vienna: ben prima del suo passaggio nel campo italiano (12 agosto 1914) erano stati avviati processi per malversazione al fine di screditarlo agli occhi dei suoi concittadini; poi lo stesso ambasciatore austriaco a Roma era intervenuto, senza esiti, sul presidente del Consiglio Antonio Salandra affinché «si mettesse in riga il Battisti». 

La Rivista Mensile del Tci parla pure della «preziosa collaborazione per quella parte della Guida d’Italia che dovrà illustrare (...) le meravigliose bellezze delle Tre Venezie», pubblicata postuma nel 1920. E il ruolo di instancabile divulgatore è documentato ad esempio dall’inattesa comparsa di Cesare Battisti in una serata del settembre 1913, dove i soci Touring che partecipavano alla Carovana Nazionale del Tci in Cadore se lo videro comparire dinanzi, dopo che aveva passato clandestinamente il confine: «nella notte tempestosa, inattesi, fecero un’apparizione a Misurina, dove ancora erano imbandite le mense, salendovi per la quasi impervia valle di Carbonin per tosto ritornarsene nelle tenebre, (...) e Cesare Battisti, le cui parole calde e dolorose strapparono insieme applausi e lagrime». 

Il rapporto tra Cesare Battisti e l’associazione ha giocato un ruolo fondamentale anche nella donazione al Touring dell’album decorato da Fortunato Depero. Un’opera dedicata «al Touring Club Italiano strenuo propugnatore del rimboschimento d’Italia” dall’avvocato e imprenditore trentino Mario Rizzoli, amico personale di Cesare Battisti, per celebrare le bellezze della vallata e promuoverne il turismo, come sottolineava il motto “Italiani visitate il Trentino!” posto a chiusura dell’introduzione. Si sarebbe dovuto trasformare nello strumento per illustrare un articolo di 6-8 pagine sulle vie d’accesso al Trentino quando, nel novembre 1914, la direzione del Tci fece richiesta di questo testo all’«onorevole signor Battisti» sottolineando che «occorre trattare la questione da un alto punto di vista per evitare interpretazioni esulanti da quello che è il nostro campo d’azione». Chiari i riferimenti alle precedenti attività sotto copertura di Battisti che, il 12 agosto 1914, aveva varcato il confine per arruolarsi nell’esercito italiano. 

battisti, distratto dall’attività di conferenziere a favore dell’intervento italiano nel conflitto mondiale e nell’assistenza ai profughi trentini confluiti a Milano dapprima e successivamente dagli eventi bellici, ancora nel marzo 1916 non aveva scritto nulla. Già un anno prima, però, si era premurato di chiedere aiuto a Rizzoli per le immagini, ottenendo dall’amico la replica «Ho scritto subito a casa per vedere se mi potevano mandare qualche fotografia di boschi che ancora avessi tenuto (…) Nel dubbio che non mi giungano farai bene ad andare alla sede del Touring e farti prestare l’album. Nel quale potrai scegliere le fotografie che meglio ti sembrino adatte per la pubblicazione». Un progetto, quello dell’articolo per il Touring, cui posero drammaticamente fine la cattura e l’impiccagione. 

Il dono dell’album di Depero. 
Tra i documenti esposti nella mostra su Cesare Battisti (vedi oltre) c’è l’album con immagini della val di Fiemme, decorato da Fortunato Depero. Una preziosa testimonianza dell’attività artistica giovanile del celebre esponente del movimento futurista, riemersa nel 2009 dagli archivi del Tci cui era stato donato nel 1912 da un amico di Battisti: comprende 49 fotografie inquadrate da disegni ornamentali realizzati con gusto secessionista da Depero. 

Eroe. Ma non per tutti: la mostra a Trento
La foto dell’impiccagione di Cesare Battisti, col boia ghignante in bombetta e gli ufficiali austriaci intorno come si trattasse di un trofeo di caccia, fu scelta dallo scrittore tedesco Karl Kraus per accompagnare nel 1922 la pubblicazione di Gli ultimi giorni dell’umanità sugli orrori del conflitto mondiale. Testimonianza ancora oggi efficace del grumo di odio al centro del quale si trovò Cesare Battisti, dapprima deputato a Vienna per difendere la sua terra d’origine dal malgoverno asburgico e poi volontario negli alpini, catturato dagli austriaci in combattimento nella zona del Pasubio. 
A cento anni da quell’evento, la mostra Tempi della storia, tempi dell’arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma vuole proporre una riflessione sulla figura di Battisti che permetta di superare il dualismo martire-traditore, inquadrandone la personalità nel contesto dell’epoca attraverso una selezione di opere d’arte e di testimonianze storiche. 

Info: Tempi della storia, tempi dell’arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma
Trento, castello del Buonconsiglio. Orario: fino al 6 novembre, martedì-domenica, ore 10-18. Tel. 0461.233770; buonconsiglio.it