di Vittorio Emiliani
Un bizzarro mistero archeologico in terra di Siena. Nel lontano 1966, durante uno scavo in questo piccolo centro toscano, una missione archeologica Usa trova una statua di terracotta sormontata da quello che sembra un cappellone da film western. Si pensa a uno scherzo, ma la verità è un’altra...
È il più etrusco degli insediamenti etruschi. Il borgo medievale di Murlo (Siena), piccolo e intatto, nasconde dentro le mura del castello un delizioso Museo civico allestito nel trecentesco Palazzo Vescovile coi preziosi reperti di quel misterioso popolo. Murlo fu infatti feudo del potente Vescovo di Siena per ben cinque secoli, dal 1189 al 1749, vivendo un’esistenza chiusa e appartata. Per questo forse fra le sue mura in cotto e di pietra le ricerche genetiche hanno accertato, nel 2007, il tasso di matrice etrusca più alto – il 17 per cento, ben oltre la media toscana – nel dna degli abitanti. I residenti del minuscolo borgo sono i più stretti parenti delle popolazioni dell’Anatolia dalla quale provennero i raffinati Etruschi (anche i tipici buoi dalle lunghe corna presentano quella marcata parentela genetica).
In un luogo così denso di storia, ce n’è una in particolare che vogliamo raccontare: la missione archeologica Usa operante qui già dal lontano 1966, durante uno scavo a Poggio Civitate vede emergere una statua di terracotta, una figura maschile barbuta, seduta, sormontata da un cappellone da cowboy. I giovani archeologi americani scoppiano in una risata pensando di essere stati burlati dai colleghi italiani. E invece no...
E invece no, il Cappellone – come viene tosto chiamato – è davvero una delle statue etrusche poste a decorare, assieme a sfingi, gorgoni e altri mostri, i tetti del vastissimo Palazzo del Principe, risalente probabilmente al 700 a.C., distrutto da un incendio, ricostruito ancor più ricco più tardi e infine abbandonato. Anche per me, confesso, fu un’emozione incontrarlo la prima volta.
Dalla stessa area provengono i numerosi reperti che si possono ora ammirare nel museo di Murlo, noto anche come Antiquarium di Poggio Civitate. Ma sotto il bosco che copre da secoli la sommità di Poggio Civitate – sul quale eseguì i primi scavi il grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli – si nascondono certamente altre ricche sorprese. Bellissime sono le lastre in terracotta già esposte provenienti dalla stessa dimora principesca con eleganti cavalcature e cortei di sacerdoti celebranti riti in onore di Zeus, di Era, di Atena, di Demetra, in stile orientaleggiante. Ma torniamo a rivedere insieme il Cappellone: potrebbe rappresentare un guaritore, un medico con poteri magici di rigenerazione, e fra le mani probabilmente teneva il serpente dei taumaturghi. Il tutto collocato fra i querceti che ammantano le colline metallifere e il profilo più dolce delle Crete senesi, terre di biade e di pascoli. Terre di caci pregiati, di pane “sciocco” (cioè senza sale) e di vini rossi corposi discendenti anch’essi dalla vitis vinifera coltivata dagli Etruschi, elegantissimi maestri di vita.
Info utili. Antiquarium di Poggio Civitate, Castello di Murlo, tel. 0577.814099; museisenesi.org
Murlo è anche Bandiera arancione Tci, per saperne di più consultate il sito dedicato bandierearancioni.it
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