Una foto una storia. A Milano

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Inaugurata nel 1954, la torre Breda di Milano all'epoca era il grattacielo più alto d'Italia
 

 Chissà a che piano andava questa giovane donna. Chissà a che pensava nella sua ascesa tanto lunga da necessitare un comodo seggiolino. Sarà mai stata consapevole di essere entrata in un palazzo, la torre Breda, che per la prima volta violava una antica tradizione non scritta di Milano? «Nessuna costruzione può superare in altezza la guglia più alta del Duomo», e per decenni nessun palazzo superò mai, neanche di un centimetro, la guglia maggiore della cattedrale, quella su cui è posta la statua dorata dell’Assunta. Una tradizione diventata legge negli anni Trenta, ma presto superata nei ruggenti anni Cinquanta. Quando il capoluogo lombardo cambia volto e inizia la sua rincorsa verso l’alto. Una tensione verso il cielo che incarnava lo spirito degli anni del boom in cui tutto era finalmente possibile. Così, purché sulla sommità venisse posta una riproduzione della Madonnina, il Comune acconsentì alla costruzione di palazzi che superassero i 108,5 metri.

Alta 116 metri, la torre Breda di piazza Repubblica fu il primo grattacielo di Milano a infrangere quel limite storico. Disegnata dall’architetto Luigi Mattioni, quando venne conclusa, nel 1954, con i suoi 31 piani era il grattacielo più alto d’Italia. Gli ascensori padronali arrivavano a quota 101, al 29esimo piano, in soli 33 secondi. Giusto il tempo di mettersi comodi seduti, senza neanche pensare