Portfolio. Italia dall'alto

Franco CappellariFranco CappellariFranco CappellariFranco CappellariFranco CappellariFranco Cappellari

L'Italia vista dall'alto nelle fotografie aeree di Franco Cappellari

Se avete a portata di mano una macchina fotografica, ma basta anche uno smartphone, fate questo esperimento. Abbassatevi fin quasi a terra e scattate un’immagine della strada davanti a voi. Fatto? Bene, guardatela: non è diversa, a tratti stupefacente? Il paesaggio cui siete abituati non sembra lo stesso, ed è tutta una questione di prospettiva. La stessa prospettiva che lascia ammirati quando si guardano le immagini di questo portfolio del fotografo Franco Cappellari. Solo che sono scattate dall’alto, molto in alto. «Per fare le immagini del Monte Bianco abbiamo volato a cinquemila metri, scattando con il portellone aperto: un’emozione nell’emozione» racconta. Lui della prospettiva aerea applicata alla fotografia ha fatto una specialità. «Ho iniziato a volare a 12 anni, ma erano voli di linea. Anche se ho sempre avuto questa passione prima con il modellismo, poi con gli aeroporti: andavo ovunque pur di veder qualcosa che volava».

Ma una cosa è volare per passione, un’altra è fotografare. «La prima foto aerea l’ho fatta vent’anni fa, ero in vacanza in Valle d’Aosta e ho volato con un elicottero turistico». È stato l’inizio di una nuova vita che professionalmente è cominciata davvero grazie a una campagna fotografica in Kenya, nel 2010 e da allora prosegue con reportage e tanti corsi. «Il mondo visto dall’alto ti affascina, ti rapisce: vedi cose che dal basso non immagini che esistano, le montagne le tocchi con un dito, i laghi sono tutta un’altra cosa, hanno un’altra profondità». La stessa visione che potrebbe avere un uccello che svolazza attraverso i cieli. «Per realizzare questo tipo di fotografie in elicottero stai con i piedi fuori e serve un poco di coraggio. Mentre in aereo si vola imbragati, con i portelloni aperti per non avere i riflessi dei vetri e questa già di per sé è una sensazione incredibile. Ma se vuoi sentirti davvero uccello devi volare in mongolfiera» spiega Cappellari. «Anche se in mongolfiera hai il problema che sai dove sali ma non sai dove andrai: tutto è una sorpresa, dipende dal vento» scherza. Il segreto del buon fotografo dei cieli? «Non impressionarsi dell’altitudine, non soffrire di vertigini e sapere gestire le emozioni: il volo lascia senza fiato nel senso fisico della parola»

Foto di Franco Cappellari