di Silvestro Serra
Per secoli emporio per i commercianti del Nordeuropa. Poi ufficio postale. Ora sul Canal Grande torna il gran mercato
Gli abitanti della Serenissima Repubblica di Venezia si consideravano i naturali eredi della grande tradizione dell’antica Roma (e molte famiglie imperiali si ritrovavano negli alberi genealogici della nobiltà della laguna) e come i romani amavano il motto “Divide et impera”. Solo che lo applicavano al commercio, la loro grande specialità. Così amavano vendere spezie e coloranti che importavano dall’Oriente ai mercanti in arrivo dall’estero. Ma volevano anche controllare il mercato in maniera estremamente rigida. Così furono creati diversi fondaci (dall’arabo funduq, cioè alberghi-magazzini) per gli stranieri, ben separati, regolamentati (“niente armi, niente giochi, niente prostitute”), lontani l’uno dall’altro e tutti con l’obbligo di versare ricchi dazi alla Repubblica.
Uno di questi è il Fondaco dei Tedeschi, un vasto palazzo con un cortile interno sul quale si affacciano eleganti loggiati, posizionato proprio sul centralissimo ponte di Rialto, (all’epoca non ancora costruito). Dopo secoli di splendore, sopravvissuto a un incendio nel 1500, caduto nelle mani di Napoleone, poi degli asburgici e infine del Regno d’Italia, che lo aveva trasformato in un centro di comunicazioni telegrafiche militari durante la prima guerra mondiale, era infine diventato un ufficio postale, funzione esercitata fino al 2007. Acquistato negli anni scorsi da Benetton e affittato alla società T Gallery, specializzata nei duty free shop degli aeroporti (e parte della costellazione dei prodotti di lusso della francese Lvmh) da qualche mese è tornato allo splendore e alla funzione originaria di emporio dei prodotti del lusso internazionale e del grande artigianato italiano e veneziano in particolare.
Un grande spazio, firmato dall’archistar olandese Rem Koolhaas, dedicato ai turisti di passaggio ma aperto tutti i giorni anche ai veneziani che dopo anni hanno potuto rivedere il loro vecchio ufficio postale del tutto trasformato. Eleganti (e contestate) scale mobili dipinte di rosso come fosse un ideale red carpet da festival, permettono oltre agli acquisti di salire al quarto piano, dove è stato ricavato un enorme spazio che viene utilizzato per eventi, mostre, iniziative pubbliche. La prima Under Water è stata la mostra con grandi video wall ispirati all’acqua, firmata da Fabrizio Plessi, noto artista reggiano ma veneziano di adozione. In cima al palazzo, una vasta terrazza permette di spaziare lo sguardo sull’intera città.