di Clelia Arduini
«Un pezzo d’Italia se n’è andato, con la terrificante rapidità delle catastrofi marine e ora giace nella profonda sepoltura dell’oceano. Proprio un pezzo dell’Italia migliore, la più seria, geniale, solida, onesta, tenace, operosa, intelligente». Così lo scrittore Dino Buzzati, il 27 luglio del 1956, scrive sul Corriere della Sera l’epitaffio del transatlantico Andrea Doria, nave bellissima e sfortunata affondata il giorno precedente in seguito alla collisione con il mercantile svedese Stockholm, davanti alle coste degli Stati Uniti. Un disastro che ha segnato la storia della marineria italiana. A 60 anni dalla tragedia, il Galata Museo del mare di Genova e la Fondazione Ansaldo raccontano con dovizia di particolari quel terribile affondamento nella mostra, Andrea Doria, la nave più bella del mondo, in “scena” fino al 31 maggio. Non solo uno spettacolare allestimento, ma una rassegna di umanità che diventa testimonianza: con ampio spazio alla vicenda di sommersi e di salvati, con una ricostruzione delle richieste di aiuto partite dalla nave e interviste agli uomini dell’equipaggio. Una documentazione inedita che il Galata ha raccolto grazie alla collaborazione con il Secolo XIX, che ha lanciato tra i suoi lettori la campagna Eravamo sul Doria, appello alla memoria collettiva per ritrovare i ricordi dei superstiti.
Riprende vita il modello restaurato del Doria, gioiello al centro della mostra: sei metri di gloria ingegneristica che la società di navigazione Italia aveva commissionato a scopo promozionale per mostrarlo negli atri delle principali stazioni ferroviarie. Il viaggio nella storia dell’Andrea Doria inizia con la nascita della nave, i suoi spazi artistici, il viaggio inaugurale, che hanno il sapore del genio italico, della rinascita del dopo guerra, del sogno di un nuovo Paese che si sta delineando. E quella lussuosa imbarcazione è un pezzo di quel sogno. Arriva poi una parte di ponte di passeggiata inclinato a 30 gradi, dove il sogno sta per trasformarsi in incubo: i visitatori salgono a bordo attraverso i piani che i passeggeri e l’equipaggio affrontarono per poter scampare alla tragedia, rivivendo una briciola di quel terrore. Un filmato asciutto spiega la dinamica dell’incidente e qui l’incubo diviene dolore e si impasta con i corpi delle oltre 50 vittime. Più che una mostra quella di Genova è un cantiere della memoria, che attraverso voci inascoltate continua a essere vivo e presente con i suoi dubbi irrisolti e i suoi segreti, seppelliti a 75 metri di profondità al largo delle coste del Massachusetts dove giace ancora, muto e depredato, il relitto.
INFO.
La mostra sull'Andrea Doria si tiene al Galata Museo del mare,
(Genova Calata De Mari 1); tel. 010.2345655, galatamuseodelmare.it
L’ingresso è incluso nel biglietto del Galata, intero 12 €, ridotto soci Tci 10 €.
Orari: martedì venerdì, 10–18; sabato, domenica e festivi, 10-19.30. lunedì chiuso.